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Il richiamo del deserto: Intervista a Luisa Balsamo a poche ore dalla partenza per l Oman

Il deserto con il suo simbolismo, luogo di ricerca, di riflessione, di reazione e di sfida nella nostra letteratura, nell’arte e nella fotografia è presente anche nel mondo del running.

A poche ore dalla partenza per raggiungere il Deserto del Sahara e partecipare alla TRANSOMANIA-OMAN, il 28 gennaio, Luisa Balsamo, atleta palermitanadell’ASD Palermo h.13.30, ci regala questa splendida intervista per raccontarci cosa prova e cosa rappresenta per lei il deserto e la corsa, le sue emozioni pre-gara ed i suoi progetti sportivi per il futuro.

Ha già corso nel deserto più di 10 volte, Marocco, Mauritania, Giordania e Cile, e la corsa nel deserto in Oman è la sua nuova meta. La distanza più lunga alla quale l’atleta palermitana abbia mai partecipato.

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L’Oman è una corsa lunga 300 km tra montagne, canyon, sabbia, oasi e mareche sicuramente lascia il segno. Un segno tangibile nel corpo, nella mente, nel cuore, un’emozione che non si può descrivere a parole, ma che si vive tra colori, sensazioni, percezioni, e … il silenzio che solo il deserto può donare.

In attesa di raccontarci la sua esperienza all’Oman, la ringraziamo per la disponibilità. In bocca ai lupi … sempre di corsa dalla redazione di SiciliaRunnig.

Mancano poche ore alla partenza … cosa provi?

Molta emozione, un po’ di tensione e tanta voglia di cominciare questa splendida e nuova avventura

Il simbolismo del deserto si ritrova in molti scrittori e artisti. Per una runner, come te, cosa vuol dire, cosa rappresenta il deserto?

Il deserto significa tanto, un insieme di emozioni e sensazioni che a parole è sempre difficile poter spiegare. Significa libertà, spazi infiniti, energia positiva, e tutto quello che questa frase di Moravia ci lascia immaginare: “Sulle sabbie del deserto come sulle acque degli oceani non è possibile soggiornare, mettere radici, abitare, vivere stabilmente. Nel deserto come nell’oceano bisogna continuamente muoversi, e così lasciare che il vento, il vero padrone di queste immensità, cancelli ogni traccia del nostro passaggio, renda di nuovo le distese d’acqua o di sabbia, vergini e inviolate.”

La tua lunga corsa per 300 km … com’è iniziato il tuo percorso da ultramaratoneta?

E’ iniziato da sempre, si è concretizzato conoscendo le persone giuste al momento giusto. Amici con i quali ho condiviso il mio stesso identico amore per queste distanze ma soprattutto per la natura e con il giusto pizzico di agonismo che non può e non deve mancare.

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Che messaggio daresti a chi vorrebbe preparare e affrontare una prova come la tua?

E’ difficile dare i consigli giusti per certe cose, ognuno di noi ha un approccio diverso nel preparare certe gare, lo vedo anche con i miei compagni di avventura. Posso soltanto dire che per queste gare il ruolo più importante l’ha la nostra testa, senza concentrazione e senza volontà il traguardo diventa sempre più lontano.

Cosa ti ha regalato l’esperienza in Chile? Che cosa ti aspetti da questa nuova avventura?

Il Chile mi ha lasciato senza fiato, ho visto posti che mai mi sarei immaginata, un deserto diverso, tutto di sale, paesaggi lunari che si alternavano con le dune di sabbia che sbucavano all’improvviso. Spero di provare nuove emozioni che soltanto la natura ci riesce a dare. Non mi aspetto nulla, voglio scoprire e stupirmi sempre di più.

Cosa farai dopo questa prova? Hai già in mente un nuovo progetto?

Dopo l’Oman passerò alla montagna, altra mia passione, andrò a correre per la quarta volta il Cro Magnon (130km da Limone Piemonte a Cap D’Ail Montecarlo) e poi se riesco a passare le iscrizioni tenterò quello che ancora non ho avuto il coraggio di affrontare: il TOR (Il giro della Val d’Aosta 330km con un dislivello di 24.000mt+) .

Come riesci a conciliare allenamenti-famiglia-vita sociale?

Sacrifici, rinunciando ai miei spazi per poter seguire un po’ tutto

L’ultima domanda dell’intervista è, come sempre, di regalare un pensiero/messaggio libero a tutti i lettori di SiciliaRunning

Spero che la mia passione sia compresa per il giusto significato, senza pensare che sia una follia o che, come spesso accade, il mio sia soltanto un modo per scappare dalla realtà. Auguro a chiunque voglia provare qualcosa del genere di trovare i giusti stimoli per affrontare questo sport con serenità e piacere senza mai lasciarsi prendere dal troppo agonismo. Il divertimento prima di tutto!

 

Articolo: Giovanna Barone

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1 thought on “Il richiamo del deserto: Intervista a Luisa Balsamo a poche ore dalla partenza per l Oman”

  1. Consiglio a Luisa, ma anche a tutti coloro che amano la corsa, la lettura di un libro “La corsa verso il mare” scritto da Rubens Noviello, un ultramaratoneta veneto che, avendo partecipato a svariate edizione della “Sahara Marathon, ha preso a cuore il dramma del popolo saharawi e ha tirato fuori uno spaccato di vita di grandissima umanità.

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