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Da Loughborough ad Altofonte per conoscere il grande Antibo

Gianfranco, ricercatore italiano emigrato in Inghilterra e appassionato di corsa, combatte come il grande campione contro l’epilessia. E prima di sposarsi, ha voluto andare in Sicilia insieme a Valeria.

Da Loughborough ad Altofonte, la storia di una giornata trascorsa con Salvatore Antibo. La nostra storia di passione per la corsa nasce a Manchester lo scorso febbraio. Fa freddo, il tempo non è affatto bello, stiamo percorrendo le strade della grande città quando Valeria mi stringe la mano e dice: “Guarda, c’è la Bupa Manchester Run a maggio, sono 10 km. Tu che ne dici, ci iscriviamo?”. La guardo negli occhi e mi accorgo che si è accesa una luce. Ci penso su e dico: “Mancano quattro mesi, proviamoci”.

Tornati a casa dopo il weekend, troviamo un programma che permette di correre 10 km in 12 settimane allenandosi tre volte a settimana. La nostra prima esperienza si conclude in una bella giornata soleggiata con i 10 km percorsi in 70 minuti. Per noi un’impresa. Nel frattempo i preparativi per il nostro matrimonio, fissato per il prossimo 13 dicembre, vanno avanti. Così decido di fare a Valeria una bella sorpresa  e di portarla a conoscere il più grande mezzofondista italiano di tutti i tempi: Totò Antibo.
b_7955_IMG_0859Io come il grande Totò soffro di epilessia (malattia che si è manifestata quando avevo 13 anni). Per caso lo scorso giugno, prima della nostra 10 km di Londra, curiosando su internet trovo un’intervista di Walter Brambilla a Salvatore Antibo pubblicata su Action Magazine. Dopo averci pensato per un paio di giorni, mi armo di buona volontà e scrivo alla redazione. Riesco così a contattare Salvatore. Parlo dapprima con la moglie Stefania, che è davvero gentilissima e mi invita a richiamare in serata. Quando riprovo, il telefono squilla un paio di volte e finalmente Totò risponde. Gli spiego la mia storia, gli racconto della malattia che ci accomuna e del desiderio di incontrarlo.
In settembre Totò – così mi dice – non si muoverà da Altofonte, e quindi ci mettiamo d’accordo per vederci il 19 del mese. Chiamo Valeria e le dico: “A settembre andiamo ad Altofonte a trovare Salvatore”. Un grande sorriso le illumina il volto. Così prenotiamo i voli per la Sicilia e una macchina per arrivare ad Altofonte. Quando raggiungiamo Palermo in una tarda serata settembrina, il traffico è pazzesco ma l’ospitalità di Danilo allo Stupor Mundi e il cibo di Palermo ci riconciliano con la Sicilia.
Il giorno seguente dopo aver fatto colazione carichiamo la rotta sul Tom Tom e ci avventuriamo per le strade palermitane. Altofonte non è lontana, ma l’emozione è tanta e il viaggio sembra lunghissimo. Arriviamo nella piazza centrale del paese, e lì fermo sul marciapiede c’è Totò. Sembra davvero sorpreso, e ci invita a parcheggiare. Vicino a lui ci sono sua moglie Stefania e sua suocera.
Io e Valeria lo salutiamo, e a lui non sembra quasi possibile che due persone possano essere venute dal Regno Unito per conoscerlo. Sua suocera e Stefania ci invitano a pranzo. Noi accompagniamo a casa Totò, che ci mostra la bella villa costruita con tanti sacrifici frutto delle sue grandi vittorie. Ci fa accomodare, e si realizza il nostro grande sogno: ammirare con lui i ricordi delle sue grandi vittorie di Spalato, insieme ai suoi due bellissimi bambini. I suoi occhi tristi si illuminano quando ci racconta di quel record del mondo sui 10.000 sfuggito per soli due secondi.
Fuori, seduti in terrazza, ci raccontiamo le nostre storie. Io gli dico della mia malattia e di quella di Valeria, che a causa di un’operazione al cervello subita da bambina non aveva mai potuto correre. Totò le dice: “Corri, Valeria, la corsa è salute. A me potranno togliere tutto, ma non la corsa”. Mi parla della sua passione per lo sport e della sua lotta contro i pregiudizi associati all’epilessia.
Altofonte ha ricevuto sette milioni di euro per costruire una pista di atletica, che per lui rappresenterebbe l’opportunità di allenare bambini e ragazzi. Mi mostra le sue chiodate, e mi giura che le rimetterà solo il giorno in cui costruiranno quella pista. Mi dice: “Spero si mettano d’accordo presto, altrimenti perdiamo tutto”. E io gli prometto che farò il possibile per pubblicizzare la notizia e aiutarlo a realizzare il suo grande sogno.
Arriva Stefania, è il momento di pranzare e per un’ora siamo una grande famiglia. Vorrei che il tempo si fermasse ma, come in ogni bella storia, arriva il momento dei saluti. Totò ci regala il CD con le sue gare, la suocera i biscotti fatti a mano. Facciamo una foto e accompagnamo Totò in città. A Valeria scappa qualche lacrima, poi riprendiamo la nostra strada verso Palermo.
Ciao Totò, ci hai permesso di conoscere un uomo e un campione che continua a correre e a lottare contro la malattia e i pregiudizi. Io e Valeria lotteremo per realizzare il tuo grande sogno di correre ad Altofonte su una pista nuova. Gli spalti pieni di bandiere, e tutti a urlare come a Spalato: “Antibo, Antibo, scacco matto e scacco al re!”.
Fonte actionmagazine.it
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