Interviste Racconti Editoria

La SuperMaratona dell’Etna raccontata da Michelangelo Granata

Numeri da record per l’8a edizione della «SuperMaratona dell’Etna» con 191 partenti dalla spiaggia di Marina di Cottone e in più la novità della «Superstaffetta» con 15 formazioni di tre elementi ciascuna, per un totale di 236 partecipanti.

Bonanno_Graziella_al_traguardo

Neanche la bufera, un turbine di vento con pioggia e grandine, dai 1400 metri in poi ha fermato i 167 atleti che hanno tagliato il traguardo, posto quest’anno a 2847 metri s.l.m. sull’Etna nel pianoro dell’Osservatorio Vulcanologico Pizzi Deneri, dopo aver percorso 42,400 km. Il «Mal di pancia» dell’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa, non ha consentito l’allestimento dell’arrivo sino al cratere Nord Est a quota 3000 m sulla distanza di 43,400 km.

Lorenzo Trincheri, il «Camoscio di Dolcedo», per la terza volta consecutiva ha fatto sua questa massacrante gara, disegnata tutta in salita sulle pendici del vulcano. Per l’atleta del Gs Roata Chiusani, una tripletta d’oro, secondo pure nel 2007 e 2008, si deve aggiungere ormai un altro appellativo, quello di «Re dell’Etna». Trink, 44 anni, con una gara accorta e una tattica attendista ha segnato 3.34’37”, staccando di oltre otto minuti Carmine Buccilli dell’Atl. Casone Noceto (3.42’42”). Si è ricalcato il copione del 2012, una fotocopia quasi identica, i tempi allora per i due atleti furono rispettivamente di 3.50’38” e 3.55’01” con un chilometro in più percorso. Buccilli, 32 anni, in testa sino a Piano Provenzana (quota 1800 m e 33,500 km) con un vantaggio su Trincheri di 2’30” (2.27’35” e 2.30’05”) e poi superato al 37° km.

L’evento “no limits” – entrato a pieno titolo nel “Guinness Book of Records”, come la corsa con il più alto dislivello al mondo su unico tracciato mai realizzata – si può dire che sia stato da sempre nella mente vulcanica, è proprio il caso di dirlo, di Mariano Malfitana, maestro di sci di Linguaglossa e trapiantato da anni in Friuli Venezia Giulia, a pochi chilometri dalla frontiera austriaca, sino a trascinare in quest’avventura il tarvisiano Enzo Bertolissi, presidente dell’U.S. Mario Tosi di Tarvisio, la società organizzatrice. Nella prima edizione, il 5 giugno 2004, furono appena tre coloro che presero il via dalla spiaggia di Marina di Cottone in territorio di Fiumefreddo di Sicilia, per salire «da zero a tremila», attraversando i centri di Fiumefreddo, Piedimonte e Linguaglossa. Il primato della «SuperMaratona dell’Etna» sui 43,400 km appartiene a Giorgio Calcaterra, «El Taxista de la Marathon», fissato a 3.43’44” il 14 giugno 2008.

Al terzo posto l’outsider trentino Nicola Giovanelli (Us Primiero), giunto con un ritardo di 17’34” dal secondo (4.00’16”), oltre ad essere uno dei ricercatori dell’Università di Udine, Dipartimento di Scienze Mediche e Biologiche, impegnati nello studio degli «Effetti della Supermaratona dell’Etna sui marcatori ematici della fatica muscolare e cardiaca». Quarto, dopo questi…mostri, l’amico di tutti, Vito Massimo Catania (Atl. Amatori Regalbuto) che ha domato la montagna, alla sua prima esperienza, in modo eroico, 4.12’14” il suo tempo.

Melita_Sebastiano

I catanesi si sono ben comportati, superando anche loro le avversità con animo indomito e spirito temerario. Superba la prestazione del fiumefreddese Sebastiano Melita, decimo assoluto in cima in 4.57’12” e quarto over SM40. L’atleta dell’Indomita Torregrotta, 45 anni, si era piazzato terzo nel 2005 in 4.36’40” e ottavo nel 2008 in 4.31’49”. Un atleta mai abbastanza lodato per la sua tenacia e con un pizzico d’incoscienza, a causa di ripetuti infortuni, ha tentato ancora questa grande impresa. Sorpreso a qualche chilometro da Piano Provenzana dal temporale, si è inerpicato per i tornanti ripidissimi, andando quasi a passo. Queste le dichiarazioni di Sebastiano appena conclusa l’immane fatica: «Dovevo fare appello alle risorse mentali residue, perché quelle muscolari, avvelenate dalla stanchezza e in preda ai crampi, erano ormai un lontano ricordo. Intravedere l’arco d’arrivo tra la nebbia, è stato come per un naufrago guadagnare la terraferma. Ce l’avevo fatta! Ho vinto la sfida con me stesso».

La regina della «SuperMaratona» è stata Graziella Bonanno della Podistica Messina. La gravinese da combattente ha fatto subito il vuoto tra lei e le sue avversarie. Il vantaggio della battistrada è cresciuto chilometro dopo chilometro e a Piano Provenzana (33,500 km) Graziella è transitata in 3.38’41”, con un distacco di quasi undici minuti da Monia De Monte e di 18’43” dalla coppia Antonella Marino-Eleonora Suizzo. Felice la nostra atleta al traguardo, anche se provata, 25a in assoluto, la sua prima affermazione su questo tracciato, 5.23’58” il suo tempo finale. Graziella vantava un terzo posto tra le donne nel 2012 (5.38’20”) e un quinto nel 2013 (5.28’37”). Eleonora Suizzo della Fiamma San Gregorio si è difesa bene, quinta in 5.58’09” e sesta la mai doma Gabriela Chebac (Pod. Jonia Giarre) in 6.09’29”. Nona Claudia Musumeci (Pod. Jonia Giarre) 6.21’42”, seguita da Giuseppina Casella (Etna Trail) 6.31’38” e dodicesima una donna super, Elena Cifali (Etna Trail) 6.43’03”.

Occorrerebbero pagine e pagine per descrivere le emozioni imperiture di tutti gli altri catanesi presenti, ci limitiamo tra i primi cinquanta a Francesco Mangano (Etna Trail), 20° in 5.18’02” e al mitico Salvatore Panebianco (Pod. Jonia Giarre), 43° in 5.37’59”.

Molti concorrenti alla fine, stremati dallo sforzo, avranno compreso la «sindrome di Empedocle», ovvero il mistero e nello stesso tempo il fascino che sono racchiusi nell’attività dei crateri terminali dell’Etna, ai confini dell’abisso. I lunghi condotti naturali che partono dal centro della Terra indicano come l’Uomo non sia il dominatore della natura ma solo un ospite.

Così l’ideatore Mariano Malfitana si è espresso durante la premiazione degli atleti a Linguaglossa: «Siamo soddisfatti di essere riusciti a portare nuovamente a termine la nostra “fatica”, anche in situazioni estreme e il tutto grazie all’aiuto di coloro che ci hanno supportato in quest’avventura. È per noi un grande orgoglio; l’impegno che dobbiamo metterci è tanto, visto che ci caliamo nelle difficoltà organizzative che si trovano con gli Enti Pubblici, spesso impegnati in cose più importanti rispetto allo sport, ma che speriamo possano ancora dare un valido supporto nella prosecuzione e nella continua crescita di questa manifestazione unica al mondo. Voglio ringraziare davvero di cuore tutti i volontari che ci hanno dato una mano».

Fonte: Michelangelo Granata – Foto: Salvatore Torregrossa

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1 thought on “La SuperMaratona dell’Etna raccontata da Michelangelo Granata”

  1. Bei ricordi, indimenticabili. Con il tarvisiano Enzo Bertolissi e il compianto Mariano Malfitana. Sempre con loro dal 2004.

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