Pista, strada & trail

43° Tuffo a Mare e corsa…nel racconto di Remigio Di Benedetto

La storica e affascinante gara, che nacque da una intuizione di Chico Scimone, è stata vinta da Alessandro Vizzini (Libertas) e Valentina Castorina (Podistica Messina)

Sono le 9 e un folto gruppo di podisti ha già assaggiato come “aperitivo” della corsa le “fresche” acque della spiaggia di Villagonia. Dall’accappatoio ai pantaloncini e maglietta il passo è breve e veloce. Il “Direttore della Corsa” Carmelo Mobilia dal suo “sportello” di “ricevimento pubblico” distribuisce pettorali agli atleti, mentre ci sono abbracci e auguri tra i podisti provenienti dalle province di Catania e Messina e non solo. Siamo ancora insonnoliti per la nottata di festeggiamenti in onore del nuovo anno quando iniziamo la fase di riscaldamento: corsa lenta, stretching, allunghi, la ricetta è semplice e collaudata. Con qualche colpo di fischietto i giudici radunano gli atleti sulla linea di partenza. Ascoltiamo le parole introduttive del presidente della Fidal Messina, Nunzio Scolaro, che ricorda doverosamente gli atleti che ci hanno lasciato nel corso del 2017, ultimo dei quali, Filippo Romano, che tutti ricorderemo per la sua simpatia e il suo impegno nella vita e nello sport.

Ore 10. Con un secco colpo di pistola prende il via la quarantatreesima edizione del “Tuffo mare e corsa” di Taormina. Sono 163 atleti che inaugurano il 2018 sfidandosi sul collaudato percorso che dopo avere costeggiato la bella costa taorminese si arrampica fino nel cuore della città. Il tracciato non conosce tratti pianeggianti se non nei primissimi metri dopo la partenza. In questi unici duecento metri il folto gruppo di atleti inizia ad allungarsi. La strada comincia a salire, la  pendenza non è lieve, il primo chilometro si esaurisce al bivio con la “vecchia” strada che sale al centro di Taormina. Noi restiamo sulla statale e la salita si trasforma in una “piacevole” discesa con la vista del mare a destra e il monte Tauro a sinistra. Entriamo in una galleria che potremo definire “a scomparsa” per le ampie apertura lato mare che consentono la vista della magnifica Isola Bella. Ma non siamo qui per ammirare il panorama, io procedo sulla scia dell’amico Renato Lo Faro (Atl. Fortitudo Catania) cercando di seguirne ogni passo, accelerazioni, rallentamenti, siamo la “coppia di testa” della categoria “sessantenni” cioè “giovani del passato”, oggi rappresentata da ben 28 atleti. La strada inizia leggermente a salire, poi dopo una curva ci troviamo nuovamente in una discesa abbastanza ripida ma l’asfalto è bagnato per una perdita d’acqua della quale eravamo stati informati alla partenza; dobbiamo mediare tra lo slancio al quale invita la discesa e la pericolosità dovuta al viscido fondo stradale. Sono sempre “al seguito” di Renato, come un’ombra; facciamo un poco di zig zag tra le pozzanghere. Ci lasciamo a sinistra la stazione di partenza della funivia che sarebbe un buon modo per salire al centro rapidamente e senza fatica, ma noi ne abbiamo “scelto” un altro e proseguiamo oltre. La strada risale e siamo finalmente sull’asciutto. Ancora una curva, c’è una discesa e poi dopo uno breve strappo “appare” lo svincolo autostradale dove lasciamo la statale e imbocchiamo la lunghissima salita finale. Inizia la vera e propria scalata del Monte Tauro. Sono sempre dietro l’amico Lo Faro che con la sua caratteristica corsa con la testa dondolante ora  a destra ora a sinistra mi ha fatto finora da “guida”. C’è una prima galleria poi una seconda e un largo tornante, la salita è lieve ma inesorabile, non ci sono “pause”. Il passo di Renato diviene per me “eccessivo”, lentamente la sua figura si allontana dalla mia vista. Trovo la “compagnia” di altri podisti, mi affianca e supera Vincenzo Cascio “giovane quarantenne” della SAL Catania, poco più avanti scorgo Michele Ranno “giovane cinquantenne” dell’Atletica Sicilia, ma il mio principale avversario il “giovane sessantenne” Renato Lo Faro si allontana sempre di più. Ancora due gallerie, due larghi tornanti, poi dopo il parcheggio “Lumbi” ci sono 50 metri “straordinariamente” quasi in piano, accelero e affianco Vincenzo. C’è un curva e so già che lì inizia il micidiale tratto in salita che precede l’ingresso da Porta Messina dove la percentuale di pendenza è a due cifre e la prima forse non è uno.. Renato oramai non “l’acchiappo” più ma il ripidissimo tratto che ho di fronte lo affronto in buone condizioni, accorcio il passo ma non perdo il ritmo e quando finalmente termina la terribile salita, entro in corso Umberto, guardo il mio “Garmin”, e mi rendo conto che sono “in linea” col tempo del 2016. Ma per fare qualche secondo in meno ci vuole un finale con una grande spinta. Ho perso la compagnia di altri podisti e le ultime centinaia di metri  lungo il corso Umberto divengono per me una solitaria gara a cronometro. Faccio un poco di zig zag tra i turisti a passeggio che mi osservano incuriositi, poi finalmente appare il gonfiabile, i giudici e la piazza IX Aprile, è finita. Il mio “marchingegno” mi dice che il tempo (35’05”) è “ringiovanito”, dalla mia ultima partecipazione del 2016, di 8 secondi.

Ma i giovani “veri” sono arrivati da “un pezzo”: Alessandro Vizzini (Libertas) ha “regolato” tutti già da sette minuti, precedendo Giaovanni Arduini (G.S. C.S.I. Morbegno) e Francesco Bonavita della Podistica Messina.  Fra le rappresentanti dell’altra “metà del cielo” ho il piacere di assistere in “diretta” all’arrivo della vincitrice, Valentina Castorina della Podistica Messina, che precede Grazia Migliore del Marathon Club Messina e Carmela Motta della Fortitudio Catania  che completa il podio.  Complimenti anche a Nicolò Cucchiara dell’Atletica Noto che si è fatto carico di chiudere la fila dei 163 concorrenti di questa edizione della più bella corsa di Sicilia.

La giornata si completa con la distribuzione dell’ottima colazione offerta dalla “Carmelo Mobilia S.p.A.” (Tè Caldo, Panettone, Crostate e deliziosi Cornetti Caldi), le premiazioni e gli auguri di un felice 2018 per tutti. 

  Remigio Di Benedetto

r.dibenedetto@alice.it

foto di copertina Désirée Ragonese

 

 

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