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Raccontando il Trail della Ficuzza: un trail a misura di podista
Se è vero che il primo amore non si scorda mai, è verissimo che il primo trail difficilmente potrà essere dimenticato. Sofferenza, gioia, condivisione, bellezza dei paesaggi, sudore “freddo” (per via delle condizioni climatiche e non certo per malesseri vari), sono tutti elementi difficilmente riscontrabili in altre corse. E’ pur vero che per me (che mi definisco stradaiolo, non me ne vogliano i veri stradaioli…) ci può essere e c ‘è poesia anche quando si corre sul duro asfalto, basta un litorale,
il suo mare o un fiume di podisti che quell’asfalto finiscono con il colorarlo per farmene innamorare. Ma il trail è cosa diversa, se poi è come quello di Ficuzza, duro quanto basta, mai esasperato, tecnico ma scorrevole, ecco che innamorarsi del trail non è poi cosa così azzardata. E visto che di amori se ne possono avere tanti (almeno sportivamente parlando) ecco che posso dire di amare le due discipline, pensiero comune credo a molti altri podisti. Negli ultimi tempi poi il runner ama diversificare, strada, pista, natura, perché in fondo poi, il comune denominatore è e rimane al corsa. Ma torniamo al trail di ieri. 23 km facile a dirsi, difficile a farsi, 23 chilometri di bosco della Ficuzza, di colori che cambiano, di pioggerellina e di mite nebbia, poco freddo, tanto fango ma anche tanto spettacolo. Le discese ardite e le risalite hanno poi fatto giusta selezione, mentre scendevo pensavo “ma a quanto sto andando”…nello stesso momento venivo superato da “cavalli” al galoppo, purosangue delle discese, tre mie falcate corrispondevano ad una della loro; in salita andava meglio, ma chilometri dopo chilometri il mancato allenamento specifico (mancato e basta) si è fatto sentire…poca benzina, pochissima reattività e accenno di crampi a circa 200 metri dall’arrivo, prima di quella rampa di scale “amata-odiata” che riporta alla passerella finale con alle spalle una “montagna” di ricordi e davanti a te la Casina reale, austera e intrisa di storia, che è sempre lì ad attenderti; quei metri sono un compendio di gioia, soddisfazione, nessuna impresa, nessuna gloria, solo tu e quel traguardo che hai sognato e sperato dal primo fino all’ultimo metro di questi 23 km. Questo il mio primo trail che ho fortemente voluto malgrado le condizioni fisiche non consigliassero questi percorsi, malgrado i timori della vigilia; ancora una volta gambe e testa (più la seconda per la verità) hanno avuto ragione…ed è stata una festa condividere questa giornata con tanti amici spesso visti e “abbracciati virtualmente” dall’obiettivo della macchina fotografica. Ieri quell’abbraccio è stato reale e al di là di ogni retorica, forse ne sentivo anche il bisogno…
Questa la prima parte dell’articolo, la seconda parte sarà una breve cronaca della competizione perchè alla fine gara è stata). Ficuzza ha sorriso ancora a Vito Massimo Catania incontenibile ieri, quasi un marziano. Alle sue spalle un rirovato Filippo Lo Piccolo (uno di quelli che si innamora anche mentre si allaccia un paio di scarpe da running). Terzo la roccia Cuttaia a lui il meritato successo nel Circuito ecotrail Sicilia 2014. Alle sue spalle la rivelazione della stagione Francesco Cesare (il prossimo anno, ne sono sicuro, ci sorprenderà ancora di più). Tra le donne ha vinto confermandosi sul tetto del Circuito Graziella Bonanno concentrato di forza, qualità e umiltà. Due parole anche sul circuito e sul patron Aldo Siragusa. E’ stato l’anno dei record di partecipazione (e di prove aumentate rispetto alle scorse stagioni). Natura, emozioni, valorizzazione e promozione del territorio questo porta il trail in giro per la Sicliia, prossimo passo dovrà essere quello di attrarre atleti dal altre regioni d’Italia e da oltre confine e su questo sono sicuro il buon Aldo ci sta già lavorando. Per la riuscita di una ottima manifestazione ci vuole anche un ottimo staff lasciatemi menzionare (non me ne vogliano coloro che colpevolmente ma in buona fede non ricordo) il collega Dario Giliberti (precisi e puntuali i suoi comunicati pre e post-gara) Gioacchino Migliore professionista della fotocamera che con le sue immagini ha esaltato ancora di più ogni gara disputata, dalla neve dei Nebrodi al caldo torrido di Petralia passando dalla lava di sua maestà l’Etna, fino ai torrenti dell’Alcantara. Questo il circuito Ecotrail 2014 bello e possibile, così come il trail della Ficuzza corso ieri, un trail a misura di podista.
* per la bellissima foto di copertina ringrazio l’amica e collega Adriana Ponari (www.ultramaratonemaratonedintorni.com) che anche ieri inerpicandosi e addentrandosi nel bosco ha regalato scatti mozzafiato e ricordi bellissimi. Un grazie e un augurio di Buone Feste alla redazione e al direttore e amico Maurizio Crispi.