Interviste Racconti Editoria
La Maratonina di Catania nel Diario della corsa di Remigio Di Benedetto
Ore 9e30. Nel cuore di Catania stamani c’è il “profumo della Maratonina”. A sorpresa ci ritroviamo in piazza San Placido di fronte all’omonima chiesa. Per la sicurezza di noi podisti, l’organizzazione ha fatto “camminare” la partenza dalla tradizionale Piazza Università alla più piccola e defilata piazza San Placido, in vicinanza del prestigioso Palazzo Biscari. Dal gonfiabile posto nella via Vittorio Emanuele scorgiamo da un lato la famosa pasticceria di “Nonna Vincenza”, ma in questa fase pre-gara non ci possiamo permettere neppure un “assaggino” delle delizie esposte. Dall’altro lato c’è la Cereria Gambino, dove i sofferenti “d’ansia da prestazione” potrebbero acquistare un cero, accenderlo e pregare per sentirsi più tranquilli, ma oggi è domenica, Gambino è chiuso e chi vuole pregare se ne può andare direttamente in chiesa.
Ore 9e55. L’ora della partenza è sempre più vicina, siamo oltre 400m e siamo un poco compressi sotto il gonfiabile. Io discuto sul “da farsi” con i miei “compagni d’avventura” Carmelo Fiorito e “l’avv.” Maurizio Scalzo: vorremmo formare un piccolo “trenino” ma non siamo molto d’accordo sulla velocità da mantenere.
Ore 10. Non “scocca” l’ora della partenza, siamo in ritardo, i podisti si innervosiscono, “scalpitano” e quando viene annunciato l’arrivo dell’Assessore Sport del comune di Catania che crediamo dovrà dare la partenza, si “becca” un bel poco di fischi.
Ore 10 e “qualche minuto”. Col benestare dei vigili urbani, dei giudici di gara e forse con il “via“ dell’Assessore, siamo troppo indietro per vederlo, si parte. Nel tratto di via Vittorio Emanuele che ci separa dalla prima svolta di piazza Cutelli, il gruppo si allunga e nel doppio cambio di direzione che ci porta in via Teatro Massimo non abbiamo problemi. Il “Tempio della Musica” che si prospetta avanti a noi ci rammenta che oggi gli “orchestrali” siamo noi. Ed è proprio sul “ritmo” che il nostro programmato “trenino” si separa. Io faccio la locomotiva e mi trascino l’avv. Maurizio, cercando di mantenere una velocità che ci conduca a concludere in 100 minuti, più indietro Carmelo, in compagnia del suo amico Antonio, viaggia un poco più lentamente. Imbocchiamo la via Antonino di San Giuliano al termine della quale, dopo lo spugnaggio di piazza Gandolfo, si gira in via Crispi. La strada è in lieve ma continua salita, il basolato un poco sconnesso, ma siamo ancora al secondo chilometro e le energie ancora fresche ci consentono di proseguire senza difficoltà. In piazza Bovio si svolta, la via Vecchia Ognina con salitella finale e la successiva via Carnazza ci portano in via Umberto. La strada spiana, un lungo rettilineo ci conduce in via Etnea. L’amico Maurizio mi “martella” il cervello, momento per momento, con numeri che si riferiscono alla velocità di crociera e al ritmo che a suo dire è troppo sostenuto. Io non sono in possesso di nessuna diavoleria elettronica al seguito, se non un vecchio orologio con il cronometro e quando svoltiamo in via Etnea dico a Maurizio che al passaggio sotto il gonfiabile farò, in base al tempo registrato, il punto della situazione. I fatti mi danno ragione: il mio cronometraggio manuale costituito dalle mie gambe, ci fa terminare il primo giro in 20 netti che moltiplicato per 5 fa 100 minuti, il nostro obiettivo.
L’avv. Maurizio non “da più i numeri”, ma seguita a dire che per lui stiamo andando troppo velocemente e prima o poi “la pagherà”. I rifornimenti che avevamo snobbato al primo giro, vengono da noi “visitati” con piacere durante il secondo. Allo spugnaggio di piazza Gandolfo tutto ok, ma in via Umberto, al rifornimento d’acqua, procediamo all’assegnazione sul campo “dell’Oscar dell’incoscienza” a un ciclista che procede contromano proprio in prossimità del banco dove c’è l’acqua e con il quale ci sfioriamo fortunatamente senza danni. Anch’io però mi sento incosciente quando al secondo passaggio dal traguardo constato che abbiamo impiegato 10 secondi in meno del primo giro. Il nostro viaggio prosegue, non abbiamo notizie dell’amico Carmelo che speriamo non sia lontano, mentre l’avvocato ha sempre in mente che prima o poi lui “la pagherà”.
Al terzo giro, mentre ci troviamo in via Umberto, avviene il previsto doppiaggio da parte degli atleti di testa. Spinali, Carpinteri, Catania e Recupero ci superano a velocità per noi impressionante, sembrano i 4 Cavalieri dell’Apocalisse e per noi sarebbe veramente l’Apocalisse se tentassimo di accodarci a loro. Il finale del nostro 3° giro complice la discesa della via Etnea mi sembra essere più veloce dei precedenti, Maurizio si lamenta e mi ammonisce nuovamente con i “suoi numeri”. L’avvocato ha ragione, abbiamo abbassato il tempo sul giro ancora di 13 secondi, troppo! Senza difficoltà affrontiamo via Teatro Massimo e Via di San Giuliano, ma all’imbocco della via Crispi nella lieve ma lunga salita, cominciamo a faticare davvero. Maurizio non prosegue più al mio fianco ma si mantiene a un paio di metri dietro di me e confessa di essere un poco in crisi, ma spera che gli passi. Il mio ritmo è calato decisamente e quando siamo nella discesa di via Etnea non c’è quel recupero come nei primi tre giri. A me fanno male le gambe e la schiena e mi risulta fastidioso anche il fondo stradale imperfetto della via Etnea. Al 4° passaggio sotto il gonfiabile il cronometro mi dice che ho perso 27 secondi rispetto al giro precedente, non è crisi ma quasi. Al passaggio dalla via Teatro Massimo capisco che la musica sia cambiata e quando imbocchiamo per l’ultima volta la via Crispi, la salita sembra ripidissima. Maurizio mi affianca, sembra resuscitare. Io lo invito, se vuole, ad accelerare, ma l’amico Maurizio cerca sua volta di trainarmi e mi incita. Quando imbocchiamo la via Umberto, ulteriormente sollecitato da me, decide di “andare”. Ha ancora un buon ritmo e io non sono più in grado di mantenere il suo passo. Mi sorpassa anche qualche altro atleta del quale “mi ricorderò” al momento della premiazione. Maurizio è sempre più distante da me. La via Etnea, come già avvenne lo scorso anno, mi aiuta con la sua lieve discesa a recuperare un finale dignitoso e mi rendo conto che se non raggiungerò l’obiettivo dei 100 minuti, farò sicuramente meglio dello scorso anno. Scorgo in lontananza Maurizio, siamo all’ultima svolta, appare la visione liberatoria del gonfiabile, taglio il traguardo e ai 100 minuti programmati devo aggiungere solo 20 secondi, l’avvocato che “temeva” di pagare il mio ritmo, giunge in “real time” 1H 39’ 47”, complimenti a lui!
Ore 13e00. Smaltita parzialmente la fatica, “partecipiamo” con piacere alla premiazione. Qui apprendiamo che la catanese Tatiana Betta (Podistica Messina) e Franco Carpinteri (Trinacria SPort), con tempi per me “lunari”, hanno vinto questa maratonina. Salvatore Nicosia ha vinto la “Elephant Run”, Palì Luigi ha vinto la Handbike Half Marathon, e la coppia Canzolle Magliocco si è aggiudicata la Tandem Half Marathon.
Ore 13e45 Prima di rientrare a casa, stanco e soddisfatto della bella giornata di sport, faccio una capatina da “Nonna Vincenza”, perché adesso me lo posso permettere. Qualche buon cannolo di ricotta renderà più dolce la Domenica.
CLICCA QUI PER LE CLASSIFICHE (TDS)
Remigio Di Benedetto
FOTO FACEBOOK