Abbiamo letto per voi…Correre con il branco

Correre con il branco è il titolo della nuova fatica letteraria di Mark Rowlands, atleta, filosofo e scrittore, già autore de “Il Lupo e il Filosofo”.

In esso è palese il suo forte legame con i suoi cani, il suo branco, con la filosofia, in generale, e con l’ideologia di tanti filosofi, considerati pilastri in materia.

Il libro si apre con la più classica delle domande “Che cosa vuol dire correre?” … le risposte sono infinite.

Il valore della corsa sta, per l’autore, in ciò che essa produce e ha prodotto. Esiste una differenza tra valore strumentale e valore assoluto della corsa, ed esso dipende dalle priorità, da ciò che è importante per ognuno di noi, singolarmente e soggettivamente; è il risultato dell’effetto “Doppler” su ognuno di noi. La relatività è un punto fondamentale dei suoi pensieri e riflessioni. Esiste inoltre, per il Nostro, una relazione-distinzione tra corsa-gioco-lavoro e il piacere.

Nel libro, Rowland racconta la sua preparazione per partecipare alla sua prima maratona, e realizzare il suo sogno e obiettivo, nonostante gli infortuni che lo hanno precedentemente arrestato, di riuscire a completarla e tagliare quel traguardo. Accanto a lui il suo branco, da genitori a figli, compagni di corse e lunghe camminate su sentieri e strade.

Il branco è per lui “la più chiara espressione possibile di umanità: la congruenza perfetta di quel che sono e che vorrei essere” (cit.)

La sua teoria della corsa si basa su diversi temi: la convinzione, la Fede, la sfida, l’ottimismo, la preparazione, il lavoro, la soddisfazione finale, il senso di libertà e ne giustifica il senso punto per punto.

La corsa è per l’atleta-scrittore-filosofo un privilegio. Durante la corsa la mente spazia in pensieri e riflessioni, emozioni e sensazioni per poi giungere ad un livello dove la mente ormai è svuotata.  La corsa è anche “sforzo”, “sofferenza” e “dolore” ma si trasforma nell’opposto di questi concetti con l’appagamento e il senso di libertà finale.

Giovanna Barone