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Diario della Corsa: la CorriAdrano dalla penna di Remigio Di Benedetto

Domenica un centinaio di podisti “ingabbiati” nella bella villa di Adrano, si sono dati battaglia per la conquista dei premi assoluti e di categoria della 1^ Corri Adrano. Il prof. Salvatore Cantarella dell’A.S.D. Olimpia Biancavilla, perfetto organizzatore della manifestazione, col patrocinio del comune e con la collaborazione della FIDAL Catania, ma soprattutto con la collaborazione di San Nicolò Politi, Patrono di Adrano, ha fatto sì che il tempo umido e nuvoloso non anticipasse alcuna doccia ai concorrenti che “se la sono fatta” tranquillamente a casa.
Sono le 9 ed il percorso risulta perfettamente delineato e delimitato all’interno della villa. È un percorso solo in parte pianeggiante con una lieve ondulazione nella sua parte più alta, tutti gli ingressi della villa sono presidiati, in modo tale, che nessuno possa accedere mentre è in corso la gara e forse… che nessun podista possa fuggire.
Gli anziani presenti nella tranquilla mattina domenicale nelle “società” dislocate di fronte alla villa, abbandonano i loro posti incuriositi dal “movimento” che c’è in villa e quando scoprono che tra i concorrenti c’è né un buon numero in età da “circolo degli anziani”, rimangono perplessi e forse ne propongono una “riposante” iscrizione alle loro “società”.
L’organizzazione, viste le condizioni atmosferiche, su suggerimento del prof. Cantarella o del Santo Patrono, decide di anticipare i tempi e unificare le due batterie previste dal regolamento, la T.D.S., provvederà a separare le graduatorie di chi a seconda della categoria farà 3 o 5 giri.
Il Prof. Cantarella con spirito molto democratico, indice un rapido e volante “referendum” tra noi della M55, per sapere se “preferiamo” optare per i tre o i cinque giri; qualche “pigro” vorrebbe lo sconto a 3 giri, l’amico “ultramaratoneta” Salvatore Panebianco propone i 100 giri, ma viene zittito immediatamente, e alla fine restano i 5 previsti dal regolamento.

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Ci ritroviamo così tutti schierati alla partenza, c’è una strettoia un poco pericolosa subito dopo la partenza, e il consigliere FIDAL Raimondo Lizzio ci invita alla “prudenza” in questo tratto iniziale.
Siamo “orfani” di Michelangelo Granata, ma i giudici non mancano, un assessore disponibile c’è sempre e al pronti… via “schizziamo” tutti in avanti. Una lunga curva ci porta su un largo e bellissimo viale alberato il cui tratto finale è in netta salita, dopo un paio di curve in discesa, il percorso procede nuovamente in salita, lieve ma si sente. A questo punto con un inversione a “U” ci ritroviamo al margine della villa, gli spettatori oltre la recinzione non mancano, c’è un ingresso esterno ma il “sorvegliante” che lo presidia impedisce l’entrata a chiunque, nessun podista vuol “fuggire” e proseguiamo oltre. La strada spiana e un’ultima inversione a “U” ci riporta verso il gonfiabile che raggiungiamo con una repentina svolta a destra e un passaggio sotto un albero i cui rami più bassi, saranno “assaggiati” da molti podisti. Io “viaggio” con l’amico – avversario di categoria Francesco Militi, siamo sulla scia dell’altro nostro compagno di categoria Salvatore Contarino che con il suo bellissimo salterellare ci fa da battistrada. Più avanti scorgiamo Salvatore Panebianco che evidentemente si è seccato per la bocciatura della sua proposta dei cento giri e sta facendo un poco di riscaldamento per una 50 Km di allenamento che sosterrà nel pomeriggio.

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Dopo avere “digerito” il percorso con il primo giro, affrontiamo il secondo notando che prima del viale alberato costeggiamo il WC, ma non siamo interessati e riteniamo che i podisti, salvo casi di emergenza, non si soffermino.
La corsa prosegue, sono sempre in compagnia dell’amico Francesco a rimorchio di Salvatore Contarino, ma al 3° giro la nostra guida cala di molto il ritmo e noi proseguiamo autonomamente. Di fronte a noi vediamo Daniela Aliquò che anche senza il sostegno “dell’amoroso Matteo” oggi assente, si aggiudica la batteria dei “3 giri”, alle sue spalle Santi Caniglia si “mangia tutti gli M65 e pure gli M60 “regolati” da Antonio Giardina. Ma la vera sorpresa della batteria è la simpaticissima Iwaguchi Mika, che con i suoi bellissimi occhi a mandorla, tiene alte le sorti del Giappone conquistando il terzo posto assoluto. Mika è una ragazza molto timida e carina che a fine gara, mentre tutti noi abbiamo i “volti stravolti” e sudati è perfettamente in ordine con la sua acconciatura e senza neppure una goccia di sudore, misteri d’oriente!
Per me e Francesco ci sono altri due giri di fatica, ma il nostro passo è ancora buono, ci fa compagnia Giuseppe Intelisano che fa un po’ “l’elastico” ed è sorretto moralmente e dissetato lungo il percorso da Luisa, la sua dolce metà. Nel quarto giro tento un avvicinamento all’amico Panebianco, ma è troppo lontano, e l’ultramaratoneta ha oggi un passo da mezzofondista, troppo per le nostre forze. È poi la volta dell’aspettato sorpasso in doppiaggio dell’amico Vito Massimo Catania che come un treno va ad aggiudicarsi la prima corri Adrano seguito da Alfio Scalisi..
Nell’ultimo giro con Francesco misuriamo le nostre forze, nel tratto finale, risucchiamo Giuseppe Intelisano, abbiamo un testa a testa, in progressione affrontiamo l’ultima svolta, passiamo “sotto l’albero” e ai 25 metri Francesco mi supera in velocità, complimenti a lui.
La giornata si conclude con pacchi gara per tutti, premiazione per i migliori e con un bell’intermezzo dedicato a Giuseppe D’Urso. L’atleta Catanese, irriconoscibile con capelli a spazzola ed occhiali, riceve un premio alla carriera, dopo avere riascoltato, impacciato ed emozionato, la cronaca del suo Argento Mondiale di ormai venti anni fa.
Grazie al Professore Salvatore Cantarella, impeccabile organizzatore, e a tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione.

Remigio Di Benedetto

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