Pista, strada & trail

Daniele De Pasquale: a Messina la sua ottava maratona da scalzo

Tra i maratoneti in gara ieri a Messina anche Daniele De Pasquale, atleta toscano che corre rigorosamente senza scarpe e lo fa su qualunque tipo di terreno

 

Si chiama Daniele De Pasquale è toscano e quest’anno compirà 35 anni. Daniele è un podista, e nell’ambiente dei runner è conosciuto come Abebe Bikila, l’atleta etiope  che nel 1960, vinse la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma e lo fece correndo a piedi nudi.

Ecco, Daniele da qualche anno (dopo aver iniziato la sua attività calzando normali scarpe da running e aver proseguito con scarpe minimaliste) ha scelto di correre a piedi scalzi, su qualsiasi percorso (asfalto, sterrato, montagna) in gara come in allenamento. Da “scalzo” ha corso 8 maratone (21 in tutto); l’ultima in ordine di tempo ieri a Messina chiudendo ventesimo assoluto con il tempo di 3h22’47. Un crono che non lo soddisfa più di tanto (non proprio nelle sue corde) come afferma dal suo profilo Facebook.  “Un percorso a sorpresa quello della Messina Marathon: circa 10 km da ripetere 4 volte e un terreno con molto pavimento pietroso, asfalto grezzo e ghiaia. Mi sono perso sul finale ero solo e con tutte quelle curve ho allungato di 600 metri. 

Per l’atleta toscano quella di Messina è stata la più difficile maratona da correre scalzo. “Fino al 28esimo km – continua nella sua disamina della gara – sono riuscito a stare sui 4’14” di media, poi reggere scalzo quel tipo di terreno era veramente impegnativo, comunque correre una maratona è sempre qualcosa di magico”.

De Pasquale è laureato in Scienze Motorie e lavora come tecnico posturale – senza scarpe, se ci si abitua, si corre in maniera perfetta e si conquista anche uno stato di benessere” questo il suo karma.  E a confermare che a piedi nudi è meglio, è anche la scienza. Secondo un recente studio chi corre scalzo riduce gli infortuni del 30% e gli atleti che si allenano così consumano il 10% di ossigeno in meno. Uno stile di corsa che diventa uno stile di vita, un momento intimo tra il proprio corpo e il terreno, la natura.

E noi poveri “mortali” abituati a disquisire su A3, grammatura, pronatori, grip e linee avveniristiche, guardando Daniele correre a piedi scalzi, non possiamo che provare un po’ invidia, d’altronde siamo nati scalzi e se i primi passi, quelli più importanti,  li abbiamo fatti da scalzi un motivo ci deve pur essere…   

 

Sostieni SiciliaRunning

Siciliarunning da dieci anni è al servizio dei suoi lettori. Per continuare ad informare e a informarti Siciliarunning ha bisogno del tuo sostegno. Aiutaci con un tuo libero contributo.




Potrebbero interessarti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *