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Una Maratona quasi perfetta: nel racconto di Gerlando Lo Cicero

L’ha fortemente voluta, sognata, amata ma mai odiata. E’ la maratona di Roma che Gerlando Lo Cicero (Gerry per gli amici) ha corso domenica scorsa. Un “viaggio” tra emozioni, e come solo chi corre può capire, tanto agonismo, tanta voglia di raggiungere quegli obiettivi che ognuno di noi si prefissa prima di una competizione e che sono nostri perché in fondo la sfida è sempre con noi. E allora ecco che l’amico Gerry, sanguigno, determinato e sempre leale, di getto ha scritto questo racconto quasi un’analisi tecnica per spiegare la sua maratona che lui stesso ha definito   “quasi” perfetta.” 

“ Roma 2014! La mia maratona “quasi” perfetta!

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Se devo essere sincero è stata invece perfetta come esperienza e gara e quel quasi è per sottolineare che se ho mancato di starci entro le tre ore è per colpa mia e per un errore che ingenuamente e con mia leggera spensieratezza ho commesso dalla partenza e portato avanti per i primi 21 km!

Ma sono assolutamente felice! Anzi strafelice! E a pensarci bene anche contento per aver commesso questo errore e che sto per spiegare in cosa ho sbagliato.

Si perché almeno posso dire a me stesso di aver saputo osare. Un errore si ma dipeso dalla mia felicissima illusione di voler osare per assomigliare a un dio (“osa, osa sempre e sarai simile a un dio” era il mio motto preferito quando facevo alpinismo anni fa)! Solo che stavolta quel dio ha preferito non regalarmi la sua somiglianza! Ma va benissimo anche così. Se non altro ho ben capito che se in montagna nelle imprese alpinistiche ci riuscivo sempre a osare e mi sentivo quasi un dio su quelle altissime vette…in maratona osare non si può e non si deve pena pagare moneta negli ultimi km!

E dico grazie a Roma anche per questo: perché i 42,195 km delle strade romane per la prima volta mi hanno insegnato che tentare un ritmo per la quale non ci si è allenati significa perdere la partita con la distanza regina, la maratona! E lo sapevo pure. Ho all’attivo 6 maratone già corse prima di questa romana. Ma sapete cos’è stato? È stato che mi sentivo davvero così maledettamente bene e le gambe e il fiato e la mente e l’anima mia tutta “giravano” così magnificamente bene che ho voluto osare lo stesso pur sapendo che rischiavo l’obiettivo! Ma ripeto almeno ho osato e la mia anima insieme al mio fisico ne sono adesso pienamente pieni e soddisfatti.

Roma è ostico e difficile e impegnativo come percorso. Ringrazio la capitale d’Italia per avermi regalato una corsa stupenda di 42 km in uno scenario mozzafiato di storia, arte, monumenti, poesia e seduzione!

Ma ragazzi diamine quanto è dura e difficile sta maratona!!! Gli ultimi dieci km soprattutto e tra questi ancora più gli ultimissimi: 42,195 km di continui cambi repentini di direzione. Continui dislivelli e sali e scendi che in confronto Palermo parrebbe super piatta (e sappiamo bene invece che anche Palermo è difficile)! E i san pietrini! Tre mesi che mi sento ripetere da tantissimi amici che i san pietrini romani ammazzano piedi e gambe e io fino a ieri a non volerlo credere e invece oggi ho provato su me stesso che è tutto vero! E anche le condizioni meteo  ci hanno ostacolo e non poco!

Cerco scuse? Assolutamente no. Ho detto che la colpa è solo mia se non sono stato dentro le tre ore quale era la mia speranza.
Del resto a Roma tantissima gente comunque riesce a far il personale nonostante le difficoltà del percorso così come però altrettanti runner falliscono il proprio personal best!
Io sono fortunato a esser tra i primi: comunque ho migliorato il mio precedente record personale sulla maratona di ben sei min e questo mi rende davvero orgoglioso e super felice. E se penso che il mio precedente cronometro era di 3h10’21” e qui a Roma ho fatto un meraviglioso 3h03’43” e pensare appunto che Roma non è l’ideale…scusate se è poco!!!

Ma vengo al mea culpa

Confesso che ho sbagliato io. Il percorso è difficile e duro si ma io per i primi 21 km ho viaggiato troppo veloce a 4’06” – 4’10” e sul finale ho pagato moneta. Mi sono lasciato prendere la mano dal troppo entusiasmo e mi son lasciato trascinare in una illusione da un gruppo di runner che dal primo km viaggiava a un ritmo che oscillava tra i 4’06 e i 4’10”! E son rimasto con loro a tale ritmo fino alla mezza. Lo so era troppo elevato per me. Mi son allenato tre mesi per tenere i 4’15” e invece filavo via tra i 5 e i 9 sec piu veloce. Ma vi giuro che stavo davvero così bene che questi ritmi li sentivo stupendamente facile e agili tanto che mi ero detto di osare e tentare di arrivare al traguardo assai abbondantemente sotto le tre ore.
Poi al passaggio della mezza (avrei dovuto passarci a 1h29’40” e invece ci sono arrivato in 1h28′ e alcuni secondi che ora non ricordo) ho riflettuto e ho capito che se continuavo insieme a quel gruppo probabilmente non ci sarei arrivato in fondo. Stavo ancora benissimo alla mezza su quei ritmi più veloci, ve lo giuro, ma la mente mi ha richiamato a esser più  prudente (e fortuna altrimenti davvero rischiavo un clamoroso flop e ritiro sul finale) e così mi sono attestato sul ritmo costante di 4’15” che ho tenuto bene fino a circa il 35 km!

Poi…poi ho pagato moneta dal 35 km in avanti. Non ho incontrato il muro del maratoneta. Nessuna vera e pesante crisi. Ma le mie gambe hanno cominciato a girare intorno i 4’30” – 4’35” e non ce stato verso di riprendere i 4’15”.
E a quel punto ho capito che l’obiettivo delle tre ore ormai era da rimandare in autunno e che dovevo ben amministrare quegli ultimi km.
E sono stati anche gli ultimi km di san pietrini! “Picciotti” vi giuro: una tragedia quei benedetti san pietrini! Cribbio!
Così arrivo al traguardo in 3h03’43” di real time (3h03’54” il tempo ufficiale se non ricordo male) stanchissimo ma felicissimo di…aver comunque osato!
In albergo ho telefono subito al prof. Ticali per annunciargli il mio risultato e manifestargli tutta la mia felicità, lo ringrazio pubblicamente per la sua sempre preziosa consulenza in allenamento e i suoi infiniti consigli!
Ticali si  è complimentato con me dicendomi anche che se non avessi sbagliato a correre troppo veloce la prima mezza (effettivamente lui mi raccomandava di partire cauto e di correre la prima parte più tranquillo e invece io ho disatteso questa sua raccomandazione) con tutta probabilità quei tre min che ho perso sul finale non li avrei persi.
Dai, sono felicissimo lo stesso e anche tanto!

Gerlando Lo Cicero

foto tratta da Romacorre.it

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