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Ricordando: Catania anni sessanta di Michelangelo Granata

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Stadio Cibali, luglio 1965 – Nella foto, in piedi (da sin.): Marco Mannisi (39 anni), Alfio Vittorio Pistritto (30), Lauro Bononcini (55), Mario Di Gregorio (43), Mario Desiderio (20), Raffaele Drei (50), Tino Maglia (17), Alfio Cazzetta (25), Giacinto Bitetti (16), Francesco Sabatino (16). Seduti e accosciati (da sin.): Francesco Amante (19 anni), Salvatore Lisi (16), Vincenzo Guglielmino (18), Vito Riolo (17), Antonio Condorelli (16).

La foto ci riporta al luglio del 1965, stadio Cibali, un’immagine storica che rappresenta l’atletica catanese nel suo massimo splendore in occasione di un raduno di lanci e mezzofondo. Presenti Lauro Bononcini, C.T. della Nazionale sino al 1963 (n. 1910-†1984), primatista italiano del peso dal 1934 al 1936, allenatore di Silvano Meconi e Carlo Lievore; i tecnici Mario Di Gregorio (n. 1922-†1977), mezzofondo e Raffaele Drei (n. 1915-†1978), lanci.

In quell’anno la Libertas Catania vinse nella corsa su strada il titolo italiano di Società juniores con Giuseppe Ardizzone (assente nella foto perché in ritiro), Vito Riolo, Vincenzo Guglielmino, Francesco Amante e Riolo conquistò la maglia di campione italiano juniores. Nelle liste italiane 1965 Francesco Sabatino figurava

con 8’41″6 (3000), 14’58″6 (5000) e 31’10″8 (10.000); Riolo 8’46″6 (11° junior) e Amante 8’48″4 (12° junior) nella distanza più breve.

Nel 1964 Ciccio Sabatino stupì ai Campionati italiani juniores, disputati a Bologna il 13 giugno, tanto da meritare un intero editoriale di Dante Merlo sulla sua rivista “Atletica Leggera” di quel mese (n. 63). L’atleta di Caltagirone, sconosciuto dagli altri avversari, Leoni, Cindolo, Giancaterino, Gervasini, scappò subito via e già alla prima curva aveva venti metri di vantaggio sul gruppo incredulo. Sabatino non venne più raggiunto e tagliò vittorioso il traguardo con 8’39″2, secondo Leoni (8’48″4) e terzo Cindolo (8’54″0). Merlo così scrisse: «L’esempio del neo campione junior dei 3000 ci conferma ancora una volta che in Italia esistono allo stato brado innumerevoli giovani di talento, dotati per il mezzofondo e che il meridione è un ricco serbatoio di corridori di lunga lena. Sabatino si è affermato da autodidatta nell’ambito giovanile nazionale, ma ora non è pensabile che l’impresa di salire la scala dei valori assoluti gli riesca continuando a fare tutto da solo».

Passiamo al 1966, il 23 ottobre a Catania il diciannovenne Ardizzone in un fantastico 10.000 segnò 30’47″2, primato italiano juniores, il precedente risaliva nientedimeno che al 1930 (Corrado Franceschini, 31’41″2/5) e terza prestazione europea juniores di tutti i tempi, dopo l’inglese Christopher Stewart (30’26″0 nel 1965) e il tedesco orientale Jürgen Haase (30’34″0 nel 1964). Riolo finì a 30’55″0, miglior tempo di sempre per un europeo di 18 anni e terzo Amante in 31’07″8. E dire che Ardizzone e Riolo dovevano aiutare il compagno Amante nel tentativo contro il primato provinciale di Sabatino (31’10″8) e ritirarsi dopo avergli fatto da lepre per qualche chilometro. Anche perché allora gli juniores non potevano partecipare ai 10.000….

Questa la posizione nella graduatoria stagionale italiana 1966 dei 10.000: sesto Ardizzone (1° junior), settimo Riolo (2° junior), dodicesimo Amante, ventesimo Sabatino. Il mezzofondo catanese era sfavillante….

I PRIMATI ITALIANI DI GIUSEPPE ARDIZZONE
(n. 17/02/1947 – Alto 1,76 x 66 kg)

Juniores (8)
2000 m
5’26″4 Catania 08/05/1965
5’25″5 Catania 15/05/1966
5’19″6 Catania 22/10/1966
3000 m
8’23″2 Schio 12/06/1965
8’14″4 Sindelfingen Ger 19/06/1966
5000 m
14’24″8 Milano 09/06/1966
14’19″0 Firenze 08/07/1966
10.000 m
30’47″2 Catania 23/10/1966

Assoluti (5)
3000 m
7’59″6 Roma 31/08/1968
10.000 m
29’04″2 Madrid 31/05/1970
25.000 m
1.17’28″2 Busto Arsizio 13/11/1971
4×1500 m
15’30″2 Pistoia 29/09/1967
15’17″0 Milano 30/09/1973

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Nella Foto accanto: Giuseppe Ardizzone osannato dalla folla in corso Sicilia dopo il trionfo al Trofeo S. Agata 1972. Proiettato in aria da mille mani, si liberò dalla morsa degli spettatori esultanti, rifugiandosi in un garage. Finito l’assedio, il C.T. Bruno Cacchi stanò la gazzella etnea e la portò via in una Cinquecento.
Il catanese, uno dei più grandi talenti che la Sicilia abbia mai avuto, 22 presenze in nazionale, è entrato nella “Hall of Fame” dei migliori atleti italiani di tutti i tempi.

Michelangelo Granata

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4 thoughts on “Ricordando: Catania anni sessanta di Michelangelo Granata”

  1. Complimenti signor Granata, sfido chiunque in grado di essere al pari della sua conoscenza sull’atletica di tutti i tempi …….

  2. io non o parole,solo lacrime e dolori per l’atletica catanese michelangelo granata e unico e sarà sempre il solo a sapere tutto di tutti, perchè lui l’atletica c’è là nel sangue, auguri granata non mollare mai ,che l’uomo ti può togliere tutto ma no la tua inteligenza,e la tua dignità, ciao io sono e sarò sempre dalla tua parte, noi non possiamo essere mai tollerati perchè diciamo la verità su tutti e tutto, comunque non mollare ,e stai alla larga di tutto e di tuti per 4 anni poi si vedrà ,abbi fede in dio.

  3. Ti ringrazio tanto luisito lo spagnolo.
    Sei troppo buono.
    Ci vuole amore, amore e amore. Anche se appare blasfemo al giorno d’oggi scrivere così.
    Amore e passione trasmessa da grandi Maestri. Ero appena maggiorenne quando cominciai a collaborare con gli Statistici di tutto il mondo. Fior di studiosi che avevano e che hanno tuttora l’atletica nel sangue. Ricordo il cecoslovacco Vladimir Visek che mi mandava i suoi libretti con liste chilometriche da Praga.
    Una buona parola fa sempre bene riceverla.
    Grazie ancora
    Michelangelo

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