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Diario della Corsa: GP del Sole con nuvole fantozziane a Misterbianco
Alle 17e30 quando giungo nel moderno impianto di Misterbianco, l’atmosfera è a metà tra lo “Scolastico” con i tanti ragazzi presenti, e “l’Amatoriale-Master” con i tanti atleti “brizzolati e bianchi” in campo. Sono già in corso alcune gare, c’è chi salta in lungo e chi in alto, ognuno secondo i propri piaceri e le proprie attitudini, c’è anche chi salta in “lungo e in largo” come Michelangelo Granata, Raimondo Lizzio, Giuseppe Sciuto e tutto lo staff degli amici giudici che cercano di far fronte a tutte le situazioni non perdendo di vista nessuna pedana dove siano in corso gare.
La parte del leone nelle gare la fanno come sempre le corse in pista. Ci sono batterie dei 400m e degli 800m, il “giro di pista” e il “doppio giro di pista” che furono anche le prime specialità presenti alle antiche olimpiadi in Grecia. Ad Olimpia nella prima Olimpiade (776 a.C.) si disputò lo “stadio” cioè la gara su un giro di pista che misurava 192m, alla 14^ Olimpiade venne introdotto il doppio giro di pista denominato “diaulo” 384 metri; si correva scalzi sulla sabbia ed era sicuramente più faticoso che correre sulle nostre moderne piste, con comode e funzionali scarpette.
Mi godo le gare che sono in “corso d’opera”. Lo “stadio” nella 1^ Olimpiade fu vinto da Koroibos di Elide, non ne conosciamo il tempo, mentre sui nostri moderni 400m sfreccia vincitore Alberto Barone, CUS Catania, in un sorprendente 54”2. Nel “diaulo” nel 724 a. C. vinse Dasmon di Corinto, mentre sui nostri 800m regola tutti Leonardo Leonardi, Virtus Acireale, in 2’02”69, buona prova di Santi Caniglia di Scordia, reduce non da Olimpia ma da Orvieto dove ai Tricolori Master si è aggiudicato due Bronzi (800 e 1500).
E’ la volta della marcia! Alla partenza si allineano concorrenti di tutte le categorie, delle simpatiche bimbe si alternano ad atleti che potrebbero essere i loro nonni, un immagine bella e preziosa. Al via si forma un variegato treno, nelle prime posizioni qualche concorrente sembra “volare” sulla pista, forse anche “troppo”, il suo passo “profuma” di corsa, ma qui non siamo alle olimpiadi, né antiche e né moderne, non vi sono ammonizioni o squalifiche, lo spirito è serio ma non cavilloso, magari per qualcuno ci vorrebbe una tiratina d’orecchie… Tutti concludono comunque onorevolmente la loro prova senza difficoltà, Walter Arena mette tutti in fila in 20’54” e nonno Francesco Scarcipino classe 1941 chiude la fila dei concorrenti.
Si avvicina il momento dei miei 3000, ma ancora vi sono due gare su pista, 400hs e 200m. E’ a questo punto che a dispetto del nome della manifestazione che esalta il sole, scende in campo una “grigia e simpatica nuvoletta” definita per acclamazione da pubblico e concorrenti ovviamente “nuvola di Fantozzi”. In cinque minuti scarica sul campo di gara un leggero e fastidioso strato di acqua. Siamo tutti con il naso all’insù, cerchiamo di capirne gli spostamenti, ognuno ha una propria teoria, poi finalmente la vediamo allontanarsi e torna il sereno sulla manifestazione.
Le gare dopo “l’umida pausa fantozziana” riprendono, qualche concorrente iscritto ai 3000m si spazientisce per il ritardo accumulatosi sul programma e parla di “calo di tensione”, qualche altro si lamenta per il raffreddamento muscolare e riprende il riscaldamento, io che non mi preoccupo né dell’una né dell’altra cosa penso, “chissà se nelle olimpiadi antiche, i programmi delle manifestazioni venissero puntualmente rispettati, così come non avviene ai nostri giorni? Non ci è dato saperlo. Sappiamo invece con certezza che non vi fosse nell’antica Grecia alcuno speaker “microfonato”, ma anche che difficilmente ce ne potesse essere qualcuno con la medesima passione con cui il prof. Vito Riolo, speaker della serata, ha colorato la manifestazione esaltando le prestazioni di tutti gli atleti in pista.
E’ così con il calore della voce del prof. Riolo che partono le batterie dei 400m ostacoli e dei 200m; dai blocchi di partenza simili a rampe di lancio, schizzano dei giovani che come dei razzi spaziali entrano in orbita sulla pista, superano gli ostacoli come se fossero nuvole inconsistenti e atterrano sulla linea d’arrivo come navicelle spaziali senza paracadute.
Esaurita l’ultima batteria è finalmente la volta dei 3000m. Nelle olimpiadi dell’antica Grecia non mancava neppure la “corsa di resistenza”, definita “dolico”, anch’essa disputata sulla sabbia con distanze variabili dai 7 ai 24 “stadi” e cioè dai quasi 1500m a poco meno di 5000m.
La mia batteria comprende le categorie over M55 e tutte le categorie femminili. Nelle olimpiadi antiche non fu mai ammessa la partecipazione delle donne ed in quelle moderne soltanto ad Amsterdam nel 1928, alla nona Olimpiade, fu ammessa la partecipazione delle femminucce.
Siamo sulla linea di partenza, lo starter e il suo assistente predispongono una pistola altamente “tecnologica” che nella Grecia antica ovviamente pensiamo non vi fosse, un momento di silenzio, lo starter dice: “ai vostri posti” e finalmente lo sparo liberatorio che scarica le tensioni.
C’è subito il solito scatto dell’amico Carmelo Torrisi, ma la sua posizione di testa dura qualche secondo, perché immediatamente viene scavalcato da un trio di atleti. Ferdinando Schiavino, Alfio Torrrsi e Camillo Castelli si portano a condurre la gara nel medesimo ordine la concluderanno. Io mi ritrovo “beato fra le donne” tra la Daniela Aliquò che mi precede, ed un’altra giovanissima atleta, Grazia Giardina che mi tallona, mentre penso che forse gli antichi Greci non capissero il valore della presenza femminile c’è il passaggio ai 200m, il ritmo per me appare sostenuto, ma cerco di agganciarmi a Daniela che procede con un passo perfettamente costante, il successivo passaggio ai 1000 in 3’57” mi appare proibitivo per le mie attuali forze, lentamente perdo terreno da Daniela senza però perderne la scia e l’immagine del suo dolce ancheggiare, ( i Greci secondo me… questa delle donne l’avevano proprio sbagliata…), alle mie spalle sento il fiato dell’amico Carmelo che vistosi superato non mi perde di vista, al 2° chilometro passo in 8’05”, un tempo che non interessa a nessuno, ma che mi consente ancora di mantenere un passo accettabile, oramai anch’io sono in orbita nella pista come un razzo lento ma sicuro di raggiungere la meta, la Daniela è sempre più lontana ma l’arrivo è sempre più vicino, il mio “diaulo” sta per concludersi, siamo all’ultimo “stadio” dei 7 e mezzo previsti, imbocco il rettilineo finale mentre la Daniela taglia il traguardo, precedo di un soffio l’amico Carmelo, un abbraccio, i complimenti reciproci e cerchiamo di riprendere fiato.
La successiva batteria è un altro pianeta, Alfio Scalisi la domina senza storia, la velocità della sua orbita è proibitiva per tutti, nessuno mantiene il suo passo, notiamo il ritiro di Gianfranco Belluomo, reduce anch’egli non da Olimpia ma dai Master Tricolori di Orvieto dove ha conquistato una splendida medaglia d’oro nei 3000m siepi, forse la stanchezza ha giocato un brutto tiro al nostro campione, lo aspettiamo ai prossimi appuntamenti.
La manifestazione giunge così alla conclusione, tutti lasciamo il campo, ma è solo la prima puntata, la seconda è prevista per il 14 Settembre, speriamo col sole e senza nuvole fantozziane!
Arrivederci a tutti e grazie per la pazienza di aver letto tutto se siete giunti fin qui.
Remigio Di Benedetto
Ciao Remigio, sei sempre il numero uno, quando posso avere l’onore di correre con te?
Grande Remigio, prima corre e poi te la racconta!