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La “dura” vita del runner
L’attività sportiva è una prerogativa di chiunque miri a condurre uno stile di vita sano. I benefici dello sport sulla mente e sul corpo sono noti e possono influenzare positivamente lunghi periodi della nostra vita. Questo vale non solo per gli atleti professionisti ma anche per chi pratica sport o attività fisica a livello amatoriale.
Ottenere risultati soddisfacenti, però, non è dovuto, nemmeno in sport che sono spesso (ed erroneamente) considerati semplici e banali. La corsa è l’esempio perfetto di quanto appena detto. Un’impresa come quella di Ala Zoghalmi, che ai Giochi Olimpici di Tokyo ha conquistato una storica finale nei 3000 siepi, non nasce dall’oggi al domani. È il risultato del duro lavoro e dei tanti sacrifici che atleti come Zoghalmi sono costretti a fare ogni giorno.
In piccolo, però, chiunque abbia la passione per la corsa e si ponga degli obiettivi concreti non può limitarsi a qualche minuto di sforzo fisico giornaliero. Quella del runner è una vita “dura”, perché caratterizzata da molte attività collaterali volte a migliorare la prestazione fisica.
La tecnica
Innanzitutto, ogni corridore amatoriale o professionista svolge un lavoro certosino sulla tecnica di corsa. In questo senso la postura è un elemento fondamentale, non solo per una corretta sessione di corsa ma anche per limitare eventuali, futuri danni. Una postura scorretta, infatti, può lasciare strascichi a lungo termine sul proprio corpo, impedendone il corretto funzionamento con l’avanzare dell’età.
Anche le braccia svolgono un ruolo importante durante la corsa. Ad esempio, le mani dovrebbero sempre trovarsi sopra le anche perché tenerle più in alto stimolerà il corpo a pompare sangue sui nostri arti superiori, aumentando il battito cardiaco. Un dettaglio, ma utilissimo per migliorare le proprie prestazioni sportive.
La respirazione
Respirare bene è importante in ogni aspetto della nostra vita ma diventa fondamentale quando si corre. In particolare, ciò che fa la differenza è la profondità della respirazione. Se corti e superficiali, i respiri non saranno d’aiuto e anzi, ci faranno sentire stanchi più in fretta. Durante la corsa bisogna invece effettuare respiri lunghi e profondi per ottimizzare l’utilizzo dell’ossigeno del nostro corpo.
La dieta
Seguire una dieta sana è una prerogativa assoluta di ogni sportivo. I corridori non fanno eccezione ma nonostante l’opinione comunque, che vede un’alimentazione bilanciata come un mezzo per migliorare le prestazioni fisiche, in realtà la dieta è fondamentale soprattutto per la concentrazione degli sportivi. Ecco perché molti atleti, compresi i runner, scelgono i propri pasti non solo per il corpo ma anche per la mente.
Meritano invece un capitolo a parte i pasti che precedono l’attività fisica. In linea di massima, il nostro corpo ha bisogno di carburante ed è per questo che sono consigliatissimi i carboidrati, che andrebbero però assunti almeno un paio d’ore prima della corsa.
Lo stretching
A proposito di preparazione all’attività sportiva, effettuare lunghe sessioni di stretching è un’abitudine da acquisire il prima possibile se si vuole cominciare a correre. Sciogliere e allungare i muscoli permette infatti al nostro corpo di essere più flessibile e resistente, migliorando le prestazioni.
Cosa ancora più importante, lo stretching è la contromisura più efficace contro gli infortuni. Problemi muscolari di lieve o media entità sono sempre dietro l’angolo e spesso si verificano proprio all’inizio di una sessione di corsa, ragion per cui è consigliabile effettuare sempre dello stretching prima di iniziare a correre.
Non bisogna però sottovalutare il periodo immediatamente successivo all’attività sportiva, anch’esso pieno di insidie. Il raffreddamento del corpo può giocare brutti scherzi ma anche in questo caso lo stretching può essere salvifico.
Il riposo
Troppo spesso si crede, erroneamente, che correre il più possibile acceleri il processo di miglioramento di uno sportivo. Esattamente come in ogni altra disciplina, non c’è niente di più sbagliato. Il nostro corpo ha bisogno di riposo per rendere al meglio, anche al fine di evitare infortuni fastidiosi e gravi.
La chiave sta nel comprendere i propri limiti e capire quando sia arrivato il momento di fermarsi per 1-2 giorni. Così facendo, le prestazioni miglioreranno notevolmente.