Brevi...di corsa
IV Trofeo Città di Messina, il “diario della corsa”…
La cronaca di questa giornata non può non essere preceduta dal pensiero per Sara Campanella la studentessa di Misilmeri barbaramente trucidata qualche giorno fa qui a Messina. Si potrebbe dire che non ci sono parole contro i femminicidi, ma le parole ci sono e la prima di queste è: BASTA!

Messina, la città dello stretto, dello stocco e della pignolata. Il capoluogo peloritano ospita la 4^ prova del Grand Prix Regionale di corsa su strada 2025, la 3^ del lato orientale. Siamo nella centralissima Piazza Unione Europea e il percorso si snoda sulla adiacente via Garibaldi che percorreremo noiosamente avanti e indietro per ben quattro volte. Le condizioni meteo sono ideali. C’è poco pubblico, solo parenti. Alle 9 i messinesi dormono o forse sono già al mare. Dopo le formalità di rito, alle 9 e 45 lo speaker Giuseppe Marcellino invita tutti i podisti a portarsi sotto il primo gonfiabile predisposto per la partenza dalla folta rappresentanza dell’Esercito Italiano. Dopo le belle parole inviate dalla mamma di Sara e lette da don Vincenzo Puccio, osserviamo un minuto di raccoglimento.
C’è lo sparo, si parte. Andiamo subito in direzione nord. Qualche metro avanti a me c’è Salvatore Cirnigliaro SM 70 come me. Penso che per me possa essere un ottimo riferimento per il ritmo di gara e decido di mettermi al suo seguito. Il primo tratto perfettamente piano termina all’incrocio col viale Boccetta dove c’è l’inversione a “U”. Un autobus municipale sbarra la strada e impedisce ai podisti di sbagliare e alle auto di entrare sul percorso. Il passo di Cirnigliaro per me è al limite delle mie attuali forze e capacità ma sto tenendo bene. Passiamo di fronte al Teatro Comunale Vittorio Emanuele. Non so cosa ci sia stasera in programma, ma per ora lo spettacolo siamo noi, centinaia di podisti che colorano una strada grigia e deserta. Sono al gonfiabile predisposto per l’arrivo, mancano 4 giri. Attraversiamo la piazza e improvvisamente sento l’aria pervasa da un odore di “ricca cucina messinese”; mi rendo conto che c’è un locale che sta preparando per i clienti domenicali che verranno più tardi. Non è il caso di soffermarsi e proseguo oltre. La strada inizia leggermente a salire e a 200m da Piazza Cairoli si impenna. Il mio battistrada si “arrampica” bene ma io non ho problemi e lo seguo a pochi passi. C’è il secondo tornante e anche qui un lungo autobus dell’Azienda Municipale sbarra la strada. Inizia la discesa e ovviamente Salvatore accelera e io sempre un passo dietro di lui. Ai lati della lunga via Garibaldi anche in questo tratto non c’è “anima viva”. Solo qualche bar senza avventori, tranne un anziano che senza compagnia sta consumando (forse) una granita “primaverile”; ci guarda con stupore. Poi una pasticceria che emana un soave profumo di dolci appena sfornati, la tentazione è forte ma Cirnigliaro non mi aspetta e accelero. Dopo il lungo tratto in piano, siamo nuovamente al tornante del viale Boccetta. La mia “guida” che indossa un appariscente berretto rosso non ha flessioni di ritmo, ma neanche io ho difficoltà a seguirlo. Ci stiamo avvicinando all’amico Nicola La Spina da Scordia che vedo più avanti. Arriva la seconda salita, c’è l’inversione a “U”. Il ritmo, fortunatamente per me, non cambia. Siamo di fronte al municipio, a destra la statua della città di Messina sembra osservare meravigliata il fiume di podisti. Sullo sfondo intravedo anche la Madonna della Lettera, la statua giallo oro che domina l’ingresso del porto. E’ tutto ok, Cirnigliaro avanti e io che lo tallono. Siamo alla terza salita, il mio avversario accelera, si produce in qualche sorpasso, ma io non cedo e sono a un metro da lui. Termina la salita, siamo in discesa e spero di riprendere fiato. Ma è proprio qui, nel tratto più facile, che incredibilmente non riesco più a stargli dietro. Per quel che posso accelero anche io. Il mio avversario allunga ancora e dopo poco aggancia La Spina. Non lo perdo di vista, come potrei col suo berretto rosso, ma è sempre più lontano. Mi rendo conto che la musica è cambiata, cerco un ritmo adatto alla mia condizione del momento. Sono un po’ in crisi, il Garmin mi dice che ho perso 14 secondi sul chilometro precedente. Inizia l’ultimo giro, c’è l’ultima salita dove reggo abbastanza; nel penultimo km ho recuperato qualche secondo. Il mio avversario forse è in crisi anche lui, ha perso contatto da Nicola, ma riprenderlo mi sembra impossibile, ci vorrebbe un miracolo. Passo di fronte alla Statua di Messina, ma i miracoli non sono di sua competenza, forse la Madonnina del Porto.. ma sarebbe pretendere troppo.. C’è l’ultima inversione a “U” poi il Teatro. Garmin dice che sono più veloce. Sono agli ultimi 400 metri Mi “esibisco” in un buon finale. Lascio lo spazio ai piedi del podio di categoria che si è già riempito, al mio avversario, lui quarto e io quinto. L’amico Marcellino saluta il mio passaggio sotto il gonfiabile. E’ finita.
La manifestazione si chiude con un ricco buffet nei locali del municipio. C’è poi la premiazione per i più bravi assoluti, Virginia Salemi e Riccardo Pavone e per i tanti podisti sul podio di categoria. Non possiamo che fare i complimenti al presidente Santi Giacobbe e alla sua Podistica Messina. Giudici , cronometristi, fotografi, forze dell’ordine ed esercito, volontari della croce rossa, tutti bravissimi.
Per recuperare le calorie consumate nei 10 km della gara, stocco e pignolata. Per vedere le bellezze di Messina, dopo la chiesa dei Catalani si sale ai 1000 metri di Antennammare ad ammirare quanto è bella la città vista dall’alto e soprattutto lo Stretto senza ponte..
Un saluto a tutti e ancora un pensiero per Sara.
Remigio Di Benedetto