Pista, strada & trail

Domenica si corre a Messina e si ricorda Sara Campanella

La manifestazione, valida come quarta prova del Grand Prix regionale di corsa su strada, vedrà arrivare a Messina atleti da ogni parte della Sicilia. Un gesto che vuole squarciare il silenzio che troppo spesso gira attorno queste continue tragedie

Un minuto di silenzio a precedere lo start e  il segno rosso disegnato con un rossetto sotto l’occhio, simbolo della campagna contro la violenza sulle donne. Sarà ricordata così dai podisti che domenica prossima prenderanno parte al IV Trofeo Città di Messina, Sara Campanella, la ragazza 22enne di Misilmeri, ennesima vittima di femminicidio, uccisa a coltellate proprio a Messina lo scorso 31 marzo. L’uomo accusato dell’omicidio  è un 27enne compagno di università della vittima; fermato, ha confessato il delitto durante l’interrogatorio di garanzia. 

Un segnale forte di vicinanza a tutte le donne vittime di violenze e  abusi  che vivono nella paura ogni giorno, inseguite, stalkerizzate e tragicamente uccise; secondo quanto riportato dall’agenzia ANSA i femminicidi dall’inizio dell’anno ad oggi sarabbero undici.

Il tragico evento ha suscitato profonda commozione e indignazione nella comunità locale e non solo. Numerosi giovani sono scesi in piazza a Messina per ricordare Sara e manifestare contro la violenza sulle donne. E domenica sarà il popolo della corsa a fare sentire con il silenzio della propria iniziativa, quel rumore assordante che troppo spesso nessuno riesce a sentire.

L’idea è partita dai podisti della Polisportiva Milazzo che oltre a disegnare il simbolo rosso sul loro volto domenica correranno in total black al posto della classico completino societario. Una iniziativa quella del simbolo rosso sotto l’occhio che potrebbe espandersi a tutti i campi di gara in Sicilia, ma anche fuori dalllo Stretto, che domenica hanno in programma una gara podistica.  

Domenica vogliamo fare rumore, farci sentire, farci vedere, perché siamo stanchi di avere paura di cosa possa succedere alle nostre figlie e siamo stanchi di aver paura di chi si possa nascondere dietro nostro figlio, perché nessuno di noi vuole una figlia ammazzata e tantomeno un figlio assassino – lo afferma Luciana Delia runner della Polisportiva Milazzo, tra le promotrici dell’iniziativa. Le istituzioni devono capire che bisogna fare qualcosa affinché questo “genocidio” di donne finisca una volta per tutte, bisogna fare prevenzione, bisogna aiutare questi ragazzi e bisogna salvare queste ragazze“. 

Un gesto nobile, che farà sicuramente rumore nel silenzio di una tragedia che ogni volta che si ripete, ci lascia attoniti, amareggiati, sconvolti e spesso incapaci di reagire. 

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