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Palestre come “ambulatori del doping”: 4 arresti nel palermitano

L'indagine ha preso il via da un controllo eseguito dagli ispettori investigativi antidoping del Nas di Palermo su un atleta, risultato poi positivo, della gara ciclistica "Granfondo MTB - Baronessa di Carini", disputata a Carini il 29 maggio 2016

Palermo. Si dopavano, mettendo a rischio la propria salute per vincere le gare ciclistiche dilettantistiche. Su delega della procura di Palermo, i carabinieri del Nas, con il supporto operativo del Comando Provinciale di Palermo, hanno notificato quattro ordinanze di custodia cautelare nei confronti di persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e commercio di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive, al fine di alterare le prestazioni agonistiche di atleti gravitanti nel mondo del bodybuilding e delle palestre.

Gli investigatori hanno inoltre eseguito perquisizioni domiciliari nei confronti di altre 21 persone, delle quali 16 anche loro indagate a vario titolo per gli stessi reati o per esercizio abusivo della professione sanitaria, in quanto dispensavano terapie mediche e piani nutrizionali, somministrando anche farmaci per curare gli effetti collaterali provocati dalle sostanze dopanti.

L’indagine ha preso il via da un controllo eseguito dagli ispettori investigativi antidoping del Nas di Palermo su un atleta, risultato poi positivo, della gara ciclistica “Granfondo MTB – Baronessa di Carini”, disputata a Carini (PA) il 29 maggio 2016.

La positività ha originato una complessa attività investigativa, coordinata dalla Procura, realizzata con servizi di osservazione, controllo e pedinamento, intercettazioni telefoniche e ambientali. L’organizzazione utilizzava come base operativa e di copertura due palestre a Cinisi e Partinico e un negozio di integratori alimentari del palermitano. Agli arresti domiciliari sono finiti Cesare Monte, 39 anni, personal trainer, Gaspare Aiello, 32 anni che ha una palestra a Partinico, Filippo Masucci, 50 anni, e Francesco Di Rosalia, 34 anni, che ha una palestra a Cinisi. I rispettivi titolari, tutti preparatori atletici, assieme ad un altro soggetto, anch’esso preparatore e body builder, hanno organizzato un’intensa e ben avviata associazione dedita al commercio di sostanze anabolizzanti finalizzato ad alterare le prestazioni degli atleti. Tra i farmaci vi erano Winstrol, Proviron, Testovis, Sustanon, Gonasi e Monores, nonché trenbolone e nandrolone (quest’ultima sostanza, oltre che ad effetto dopante, è anche ad effetto stupefacente).

Quando parlavano dei farmaci e delle sostanze illecitamente commercializzate, gli indagati, nel tentativo di eludere le indagini e le intercettazioni, utilizzavano un linguaggio in codice, ovvero WINNIE THE POOH o DOPPIA V, riferito al Winstrol e GIGETTO o GIUBOTTINO riferito al GH (la sostanza più cara, visto che alcune di queste fiale venivano vendute anche a 400 euro). Uno degli arrestati, temendo di essere intercettato, utilizzava anche una SIM intestata ad una ignara cittadina straniera.

Tra gli indagati figura anche un bancario che suggeriva ad uno degli arrestati di effettuare i versamenti di contante in tre distinte tranche, di importi dispari, invitandolo a recarsi insieme a lui in banca per effettuare l’operazione, aggiungendo che egli stesso avrebbe provveduto ad eludere la disciplina sulla segnalazione obbligatoria in materia di antiriciclaggio.

Gli anabolizzanti venivano venduti al dettaglio o spediti nascosti all’interno di plichi veicolati da corrieri per consegne in città e in altre località dell’Italia. Si ipotizza che il volume di affari dell’organizzazione si aggirasse sui 300mila euro annui circa, tenuto conto dei numerosi episodi di vendita documentati. Nel corso dell’attività investigativa è stato accertato che molti degli acquirenti erano atleti che praticano il body-building a livello agonistico. In particolare, una delle palestre era diventata un vero e proprio “ambulatorio del doping”, infatti, all’interno dello spogliatoio i giovani body-builder si somministravano vicendevolmente le sostanze dopanti, attraverso iniezioni intramuscolo o sottocutanee.

Nel corso dell’attività investigativa sono stati accertati casi di stati patologici derivanti dall’uso indiscriminato di sostanze anabolizzanti, come per esempio: ginecomastia, disturbi tiroidei, improvvisi aumenti della pressione arteriosa, tachicardia, acne in forma severa e disturbi dell’apparato genitale. Senza averne la benché minima competenza medica, i soggetti arrestati commercializzavano, consigliandone l’uso, anche specialità farmaceutiche per combattere queste patologie: farmaci per la cura della ginecomastia e un disintossicante epatico da assumere dopo i cicli di anabolizzanti.

I provvedimenti dell’A.G., oltre che dai reparti palermitani, sono stati eseguiti anche con la determinante collaborazione dei NAS di Catania, Ragusa, Salerno, Treviso e dei Comandi Provinciali Carabinieri di Catania, Caltanissetta, Enna, Siracusa, Ragusa, Salerno e Treviso.

 

 

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