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Un giorno da “leoni” alla Mitja Maraton di Barcellona

Reportage di una mezza maratona che affascina tutti per organizzazione, percorso e bellezza della città. L'hanno corsa i "leoni" di Palma di Montechiaro, vivendola dal primo fino all'ultimo chilometro.

Fredda (ma non troppo) analisi della Mitja Maraton di Barcellona, che nei giorni scorsi, ha visto protagonisti  una ventina di atleti del GS Valle dei Templi. Un evento nell’evento, raccontato in maniera analitica, con dovizia di particolari e competenza da Lillo Inguanta…numeri, eccellenze e qualche critica.
Cominciamo dai Record che questa edizione della Mezza Maratona ha fatto registrare:
 – 100 atleti sono arrivati sotto 1h 10’ 45’’, stile Giappone.
– Sono caduti parecchi primati nazionali, il più importante quello della Svezia. Napoleon Solomon ha realizzato il miglior tempo svedese in 1 01’ 17’’ Personal Best e quinta posizione assoluta.
– 683 italiani hanno completato la gara, il tempo migliore è stato di Giovanni Grano della Nuova Atletica Isernia time 1 04’ 53’’ Personal Best e ventiduesima posizione assoluta. Squadra più numerosa (manco a dirlo n.d.r.) il GS Valle dei Templi.
– 16.413 finisher (+ 3000 rispetto al 2018)  oltre 19.600 i pettorali assegnati.
– Roza Dereje, la vincitrice Etiope di 21 anni che aveva annunciato l’intenzione di rompere il record del mondo, ha comunque migliorato il suo personal best di 1 minuto chiudendo in 1 06’ 01’’
– Alex Roca, atleta con paralisi cerebrale del 76% e conseguente difficoltà nei movimenti, ha concluso la Mezza maratona nel tempo record di 3 ore e 30 (su internet è facilissimo trovare il suo video dell’arrivo, video diventato ormai virale).

EXPO: Bellissima la scelta del luogo, la cupola dell’edificio circolare che domina Piazza di Spagna e regala la visione di uno splendido paesaggio della città. Molto povero invece tutto il resto: non sono presenti i grandi brand, oltre agli stand per ritirare il pettorale e la maglia tecnica Saucony non c’è nulla. 
 
PARTENZA: La partenza della prima onda è fissata alle 8,45 ed è un orario molto presto per le abitudini della Spagna. La conseguenza è quella di ritrovarsi poco pubblico, escludendo amici e familiari dei partecipanti che comunque sono parecchie migliaia. Le ondate di partenza sono state 4, la gestione delle griglie ottima, nessun problema nel mettere in strada (urbana) quasi 20 mila persone.
 
PERCORSO: Asfalto di ottima qualità, i muscoli dei partecipanti ringraziano, percorso tutto sommato agevole, ma che nasconde alcune difficoltà. Le strade di Barcellona non sono pianeggianti, si tratta sempre di falsi piani con numerose variazioni della pendenza, necessita quasi una gestione “tecnica” della gara per via dei continui cambiamenti delle condizioni del percorso.
Altra variabile determinante che entra in gioco è il vento: il percorso non è protetto (strade molto larghe) e dal chilometro 16, sul lungomare, può diventare duro. Domenica 10 febbraio, il vento si è mantenuto sui 20 km h incidendo e non poco sugli atleti di testa.
 
RISTORI: Previsti 3 rifornimenti, solo acqua in bottiglie piccole molto comode, ai km 5-10-15. Tavoli di rifornimento posizionati in un solo lato della strada, difficoltoso rifornire senza incidenti 20 mila persone, ma fortunatamente la giornata non era calda. Ristoro finale povero: solo una banana ed un mandarino oltre acqua e una bottiglia di gatorade. Nessuna bevanda calda (meno male che la giornata non era fredda) nessun cibo solido per gli atleti più lenti che arrivano di solito in crisi di zuccheri. 
 
ASSISTENZA: Intrattenimento eccellente: bande musicali lungo il percorso in stile Maratona, bellissima l’idea di utilizzare come guardaroba una stazione ferroviaria, bravi e competenti i migliaia di volontari, quasi tutti studenti delle scuole superiori, che hanno assistito gratuitamente i 20.000 ospiti. 
 
Curiosità: gli speaker parlano in catalano e francese, mai in spagnolo (ferita sempre aperta n.d.r.).
 
VOTO (LO DIAMO NOI) 7,5
 

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