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L’insostenibile leggerezza dell’essere…infiltrato

Le foto sulla Maratona di Palermo, che da un po’ di giorni impazzano su FB (la manifestazione è stata seguita metro dopo metro da una cinquantina di fotoreporter), hanno evidenziato ancora una volta il fenomeno degli “infiltrati”, coloro che approfittando della gara affiancano i podisti regolarmente iscritti, sfruttando le vie chiuse al traffico per un buon allenamento, o più semplicemente per una sana sgambata (1). E a Palermo domenica 13 novembre erano davvero tanti gli abusivi della corsa. Un atteggiamento sicuramente da condannare, anche perché crediamo che in Sicilia quello degli infiltrati sia un fenomeno ben più diffuso che nel resto d’Italia. Piaccia o non piaccia le regole (quando ci sono) vanno seguite e a Palermo le regole spesso sono un optional, un fastidio da bypassare un ostacolo che è bene scavalcare…

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Per uno che le regole le segue, forse, è difficile capire perché si corre da infiltrati, quali i motivi; proviamo a capirlo: “chi corre da portoghese (2) lo fa nella propria città e dunque, non apertamente, ma per “indotto”, finisce col remare contro la manifestazione che dovrebbe invece essere sentire più vicina rispetto ad altre, ma che evidentemente non ama; chi corre senza iscrizione alla gara, di solito lo fa per protesta contro l’organizzazione rea, a suo dire, di fare pagare cifre elevate per partecipare alla competizione. Prendiamo ad esempio proprio la Maratona di Palermo (3), nel virgolettato le frasi più gettonate: “non ti danno nulla”…e infatti nulla…una maglia tecnica “ma tanto ormai la danno tutti”, una medaglia di peso… “che vuoi che sia è mio dovere averla”, il pacco gara “non contiene neanche la spesa di un anno per l’intera famiglia”. E andiamo avanti: i podisti che corrono senza pettorale, i furbetti della corsa…viaggiano forti dello slogan che ”la strada è di tutti e nessuno può loro impedire di correre in strada anche il giorno della maratona”…è vero la strada è di tutti  ma le transenne, gli incroci che si attraversano lungo il percorso e i relativi permessi, sono pagati e profumatamente dall’organizzazione e quindi quel giorno anche la strada, l’asfalto che si “batte” se vogliamo dirla in maniera brutale è di proprietà dell’organizzazione.  Intralciano gli atleti più veloci, affollano i ristori…le accuse mosse dai podisti paganti ai loro colleghi che corrono “gratis”. E poi c’è la mancanza di rispetto nei confronti del podista che quella gara l’ha pagata, podista che nella peggiore dei casi viene anche sommessamente schernito in quanto additato come il fesso della situazione…”lui paga e molto, io corro e gratis…”. Le colpe dell’organizzazione…? Si potrebbe vigilare maggiormente, non è facile, soprattutto quando la gara si sviluppa su un percorso in linea ad attraversa la città dal centro, fino al mare. E allora che fare…assoldare  una squadra di rugbisti pronti ad inseguire e a placcare i podisti senza pettorale, o educare contro questa cattiva abitudine il podista di turno; in ogni caso, crediamo che correre da infiltrati una gara, sia deprecabile e “da censurare” tanto quanto un’organizzazione che non  assicura ai podisti paganti dei buoni e dignitosi servizi, parcheggio, ristori, deposito borse, area cambio, docce; e allora perchè si corre da infiltrati… è una scelta di vita o un’occasione da sfruttare, in fondo la risposta ce la potrebbe dare il buon Kundera (4) non a caso ha scritto “l’insostenibile leggerezza dell’essere”…infiltrato.

 

Nota (1):

In gara c’erano anche pacemaker con la maglia della manifestazione che nulla hanno a che fare, logicamente, con coloro che hanno corso senza pattorale in quanto infiltrati. Suggeriamo all’organizzazione di farli meglio identificare, il palloncino a loro assegnato, infatti, in alcuni casi si è sgonfiato già prima dela partenza, in altri è volato via subito dopo lo start. In ogni caso è palese che i “pace” erano in nettissima minoranza rispetto all’esercito d’infiltrati.

Nota (2)

Mezza maratona dal 15/3 al 15/7 il costo era di 15 euro, dal 15/7 al 15/10 20 euro. Ultimo due step 25 e 30 (quest’ultimo a 10 giorni dalla gara).

Maratona dal 15/3 al 15/7 il costo era di 20 euro, dal 15/7 al 15/10 25 euro. Ultimo due step 30 e 35

Nota (3):

Fare il portghese: tutto risale al lontano 13 gennaio del 1732, quando a Roma fu inaugurato il Teatro Argentina con un’opera finanziata per volere del Re Giovanni V dall’ambasciata del Portogallo presso lo Stato Pontificio, che provvide anche a un sontuoso rinfresco, al quale tutti i cittadini portoghesi residenti a Roma avrebbero potuto partecipare senza pagare. Ma non furono stampati per l’occasione inviti speciali, bastava dichiararsi ‘portoghese’ per entrare gratis: cosa che fecero anche diversi romani.

Nota (4):

Kundera: all’origine dell’insostenibile leggerezza dell’essere vi è, per Kundera, l’unicità della vita: Einmal ist Keinmal; ovvero, traducendo letteralmente il proverbio tedesco, ciò che si verifica una sola volta (Einmal) è come se non fosse accaduto mai (Keinmal). Estremizzando l’argomento, l’esistenza e le scelte che ognuno compie nella breve o lunga durata appaiono all’autore del tutto irrilevanti, e in ciò risiede la loro leggerezza.

 

 

 

 

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4 thoughts on “L’insostenibile leggerezza dell’essere…infiltrato”

  1. Gli organizzatori della Maratona di Palermo spendono un sacco di soldi per garantire intere squadre di giovani per ristori, spugnaggi e consegna materiale. Allora, pazienza, una ulteriore spesa: organizzare una squadra di 5/6 elementi bene impostati – tipo giocatori di rugby- che possano bloccare questi “portoghesi” della corsa e farli accomodare fuori del percorso gara.

  2. Non é facile risolvere il problema. Io ho dovuto fermarmi davanti l’ingresso del Palazzo Reale perché 2 atlete, 1 con il pettorale e 1 senza, pretendevano di entrare insieme. Le hanno bloccate e poi le hanno fatte passare. Se, quindi, anche noi regolarmente iscritti difendiamo coloro che corrono senza pettorale, perché, magari, é un nostro amico, ciascuno di noi dovrebbe correre con un carabiniere accanto…

  3. Salve,
    Condivido totalmente. Io sono un emigrato che ha voluto fare la sua prima maratona nella propria città. Mi sono iscritto FELICEMENTE a fine agosto.
    Vista la bella giornata i “portoghesi” hanno pensato di farsi una passeggiata. Li riconosci pure da quel viso in cui si legge tutta l’arrogante furbizia.
    Vorrei capire perché per quasi tutta la gara si sono previsti tratti in cui si faceva andata e ritorno, perché il tratto di via Roma era praticamente promiscuo al traffico e perché all’intersezione tra via notarbartolo e via libertà, motociclisti ed automobilisti volevano attraversare via libertà quasi aggredendo i volontari della corsa?
    È’ mancata la comunicazione. L’organizzazione deve prevedere per mesi una comunicazione con la città e con i partecipanti.

  4. credo che la soluzione migliore la possano trovare gli atleti stessi, i veri partecipanti che pagano l’iscrizione, mi spiego meglio:
    assolutamente d’accordo con Pino per la ” squadra speciale “, però ad essa va aggiunta la gogna dell’atleta appena citato verso il portoghese, la mortificazione verbale. Ad essa a seguire la gogna fotografica attraverso i social ed i siti web di riferimento, della serie, ” sbatti il portoghese in prima pagina”. Probabilmente non risolverà il problema, ma qualcuno con un briciolo di dignità FORSE proverà un pò di vergogna……

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