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Letto per voi: Gallaway, Mental Training per la Corsa

La letteratura di settore offre oggigiorno un’ampia scelta di titoli e argomenti dedicata al running: tecniche e metodi di allenamento, esperienze sportive, alimentazione, medicina sportiva e motivazione.

mental training per la corsa “Mental training per la corsa” di Jeff Galloway, edito Elika Editore, è unnuovo manuale che punta sul “self-empowerment” per ritrovare, aumentare o potenziare le proprie risorse mentali, la propria autostima e motivazione in campo sportivo. Le stesse tecniche, in realtà, possono essere utilizzate nel quotidiano, con gli adattamenti adeguati, con esercizio e una guida non improvvisata, se si è agli inizi nell’uso di queste tecniche.

 

Galloway, famoso per il suo metodo di allenamento “run-walk-run”, nel volume, dà risposte e soluzioni alla perdita o alla diminuzione della motivazione, attraverso studi scientifici, psicologici e medici. Se l’allenamento fisico influisce sulla prestazione dell’atleta, altrettanto importante e necessario è allenare anche la mente alla fatica, allo sforzo, al superamento dei propri limiti, aumentando la propria motivazione.

Il volume è una guida che suggerisce all’atleta, attraverso ipotesi e casi reali,soluzioni e suggerimenti facili da attuare, puntando sulla propria volontà, motivazione e allenamento mentale.

 

Il volume si apre con una domanda chiave, alla quale dovremmo tutti rispondere dopo un’analisi introspettiva: “Perché vuoi essere motivato?”. Ognuno di noi ha, nel proprio contesto personale, sociale e sportivo, la propria “fonte di motivazione” e quindi di forza. Questa è una delle chiavi per ottenere risultati.

 

Mente e corpo, connessi tra loro, si inviano continuamente messaggi. La mente subconscia dell’atleta invia segnali di doloree di stress (per es. da obiettivo, allenamento, etc), che creano ansie, pressioni e crolli motivazionali; esistono tecniche, suggerite ed elencate dall’autore, per controllare la mente, il “mental training”, basate sulla consapevolezza del proprio essere e sull’individuazione delle “fonti di stress” per poi creare un piano di allenamento motivazionale sul quale puntare per  generare positività (mantra) in grado di controllare atteggiamenti, performance, dolori.

 

Articolo: Giovanna Barone

 

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