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Alla scoperta dei 100 km in compagnia di Elena Cifali e Vincenzo Altamura
Il numero di partecipanti alle ultra maratone cresce notevolmente anno dopo anno. È un fenomeno passeggero o una nuova moda? A noi piace pensare che è semplicemente una delle tante opportunità di scelta che lo sport e il running offrono. Cosa spinge atleti amatori a percorrere distanze così estreme? Sicuramente le nuove tecnologie, tablet, smartphone e simili, uniti all’immediatezza dei Social Network, hanno contribuito alla loro popolarità, a farle conoscere e amare. Il passa parola, l’amico che ha già provato, la sfida con se stessi per tagliare quel traguardo, apparentemente …così lontano!
Lo abbiamo chiesto in un’intervista doppia a Vincenzo Altamura e Elena Cifali, amici e atleti siracusani, famosi per le loro “imprese” nelle ultra maratone e nelle gare di ecotrail.
Qui non scriveremo le nostre impressioni e sensazioni finali, post intervista, ma vogliamo lasciarvi liberi di trarre, ognuno per sè, il messaggio che vuole. Conservatelo, come motivazione, fonte di ispirazione o semplicemente come un messaggio positivo legato allo sport e al running.
(Nota: nell’intervista E = Elena; V = Vincenzo)
Quando hai iniziato a pensare di voler affrontare una 100 km?
Vincenzo: All’arrivo della maratona di Messina, mi pare del 2009, non ero stanco e ho capito che potevo continuare a correre.
Elena: Ho iniziato a correre nel febbraio del 2011, pochi mesi dopo correvo già la mia prima maratona a Ragusa. Mi ripromisi che se fossi riuscita a portarla a termine avrei iniziato a pensare in grande. In poco tempo il tarlo della 100 km si insinuava in me, senza mai lasciarmi.
Cosa si prova a voler affrontare una sfida come questa?
V:Nulla. Pensi solo a pianificare tutto.
E:Hai detto bene, è una sfida. Una sfida con se stessi, con i km, con la strada. Le emozioni sono tante e cambiano col trascorrere dei giorni. Più si avvicina il giorno della gara e più diventano forti e prepotenti. Mentre corri ti senti un essere unico, e non importa se vicino a te ci siano decine di persone, rimani il centro dei tuoi pensieri. Diventi il centro dell’universo e questo ti permette di concentrarti ed avere abbastanza forza per continuare a correre anche quando sei sfinita.
Cosa suggeriresti a chi vuole provare?
V:di correre una 100 km dove c’e’ grande partecipazione tipo “Il Passatore”. Non sei mai solo.
E:Suggerisco di pensarci bene, molto bene prima di iniziare a preparare una corsa del genere. Proprio qualche giorno fa un amico diceva di voler provare. Bene, si può decidere di farlo ma la forza della mente non basta, così come non bastano le motivazioni, serve che anche il tuo fisico sia d’accordo e sia capace di sopportare uno sforzo così prolungato. Ricordiamoci che la 100 non inizia e finisce con la gara ma inizia mesi e mesi prima e finisce mesi e mesi dopo. Tutto questo perché non ci si riprende immediatamente dagli strascichi.
Quanto tempo si impiega per preparare una 100 km?
V:Se corri tre volte la settimana e ti alleni per il GrandPrix Provinciale e allora bastano tre mesi seguendo il programmino di Pizzolato adattandolo a secondo del carico che vuoi fare. Io utilizzo carico medio
E:Io credo che serva un tempo non inferiore a sei mesi se si è già maratoneti esperti. Se si è neofiti anche nella maratona serve un anno buono.
Cosa fai, pensi, a chi ti appoggi e confidi nei momenti di sconforto, se ci sono?
V:Non ci sono momenti di sconforto. Se hai un problema fisico durante la gara ti devi ritirare urgentemente e non piangerti addosso finendola per forza. E’ un gioco e tale deve rimanere.
E:Non parlerei di momenti di sconforto ma di momenti di consapevolezza. Si prende coscienza che si sta correndo senza che in realtà ne siamo costretti, e che la corsa così lunga in se per se non ti restituisce nulla di materiale. Il tuo corpo ti ricatta: “se non ti fermi inizio a provocarti dolore!” A questo punto non puoi fare altro che appoggiarti alle tue motivazioni, alle tue certezze. Pensi ai tuoi amici ed alla tua famiglia: non puoi e non vuoi deluderli e tanto meno deludere te stessa.
Cosa pensi durante quei 100 km?
V:Voli con i pensieri, pensi alla famiglia, tutti. E anche a che cosa devi fare domani per ritornare a casa hahaha.
E:I pensieri vagano liberi. Io torno spesso bambina mentre corro. Altre volte inizio a parlare con me stessa internamente, dandomi carica ed energia: mi ricordo chi sono, quanto valgo e mi convinco di essere invulnerabile.
Se potessi elencare i tuoi pensieri lungo quei 100 km … quali sarebbero i primi 10?
V:famiglia, defunti, amore, il ristoro a che km lo troverò, BASTAAAAAAAA
E:1)la corsa; 2) la fatica; 3) il racconto che scriverò; 4) devo fare la pipì; 5) speriamo che non mi venga nessun dolore; 6) i miei amici di corsa sono avanti o dietro di me?; 7) ho bisogno di bere; 8) ho bisogno di mangiare; 9) che farà mio figlio adesso?; 10) mio marito potrà raccontare anche questa.
Quale sarà la tua prossima sfida?
V:non programmo nulla. Il monoreddito non lo fa. Se ci saranno i soldi e allora qualcosa di tosto dove lo sforzo è masochismo.
E:La prossima sfida è vicina …. acqua in bocca
Con chi vorresti percorrere tutta la 100 km … o almeno una parte?
V:Con nessuno. Istinto, aggregandomi con chi capita. Familiarizzo velocemente con donne e uomini runners.
E:Non scelgo mai prima il mio compagno di gara, spesso si parte insieme e poi ognuno arriva per suo conto. Ad ogni gara si incontra qualcuno e ci si lega indissolubilmente perché la corsa è questo: collante. Però se proprio dovessi scegliere preferirei correre con qualcuno che non l’ha mai corsa perché ho capito che aiutare mi motiva molto più che essere aiutata.
Qual è stata la 100 km più emozionante?
V:Tutte sono emozionanti in quanto all’arrivo si piange e ringrazi chi mi vuole bene. … ORA SONO STANCO. Domenica ho corso la maratonina di Siracusa (Mezza Maratona Città di Archimede, n.d.r.) così come mi hai visto. Chiuso in 1.58 scattando foto.
E:La mia unica 100: il Passatore 2013
Giovanna Barone
Bellissino articolo Ho scoperto una con la mia stessa passione degli articoli. In bocca al lupo Giovanna
Il 12 ottobre di quest’anno ho partecipato alla 100 km delle Alpi Torino-Saint Vincent devo dire che ho avuto le stesse sensazioni di Vincenzo e di Elena, due grandi del podismo, devo dire che occorrono molti sacrifici per prepararla, non ho seguito consigli di nessun campione, me la sono preparato, insieme a Palombella Davide Fusca, a sensazioni, abbiamo preparato noi un programma, da sprovveduti, ma ci siamo riusciti. Le mie sensazioni per questo genere di gara è una sfida con te stesso, misuri le tue forze, durante la corsa per quelle strade davanti passa nella testa la storia della tua vita, le persone ke + ami, le persone ke tu hai amato e ke non ci sono +, era la mia prima esperienza x questa lunga distanza, non sapevo ke cosa mi sarebbe successo per tutta questa distanza. Nonostante tutto, dopo, quando ho raggiunto i 50 km, ancora mi sentivo fresco, ero già emozionato e mi uscivano già dagli okki lacrime di gioia, dopo i 70 la crisi mi assaliva, per gli acciakki muscolari alle gambe, ma l’unico mio pensiero era tagliare il traguardo. Dopo i 70 pensavo i suggerimenti di Elena, così ho fatto, dopo gli 85, nonostante il maltempo ed il freddo, ritornavo ad essere quasi come prima, infine quando ho tagliato il traguardo dei 100 una gioia infinita ridendo a 32 denti.