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Filippo Lo Piccolo. Il predestinato della corsa

 

Che fosse un predestinato forse lo ha capito lui stesso quando indossate le scarpette da corsa ha cominciato a fare la spola da casa sua verso il vicino stadio delle Palme, per abbracciare una passione che lo ha travolto all’età di 18 anni, quando forse molti suoi coetanei preferivano correre ma per inseguire un pallone da calcio.

“Corro da oltre 10 anni, una passione che ho diviso prima con lo studio e adesso con il lavoro, quindi devo gestire le mie giornate tanto che alle volte, dato che abito dalle parti dello stadio delle Palme, mi capita di partire da casa per poi giungere fino allo stadio e lì cominciare l’allenamento, un po’ come fa la maggioranza dei podisti americani, la gente lì stacca dal lavoro a qualsiasi orario del giorno e della notte e va a correre a Central Park. In Italia, e più in generale in tutte le parti del mondo, il podismo è più o meno sviluppato anche a secondo del posto dove abiti, io fortunatamente, proprio grazie a questa vicinanza al parco della Favorita ho avuto una certa predisposizione mentale nel riguardo degli sport di fatica  e in  particolare della corsa e  non avendo avuto nessuno che mi ha avvicinato alla pratica sportiva mi sono “scoperto” da solo e all’età di 18 anni ho iniziato la mia avventura”.

Un inizio di carriera roboante per Filippo Lo Piccolo quando la cosa più importante era correre e bisognava farlo il più veloce possibile.

“Quando ho iniziato da 18 enne ero meno spensierato e più ”accanito” nei riguardi della corsa, volevo andare oltre ai miei limiti e questa cosa l’ho pagata, subendo pesanti infortuni; diventando più maturo ho affrontato questo sport come una passione da coltivare giorno dopo giorno cercando di incanalare tutte queste energie positive verso questo sport, guardandolo principalmente come divertimento, senza tralasciare comunque tutti gli aspetti tecnici e professionali legati al fatto di correre ad alto livello.  Ho avuto un periodo di crescita costante dai 20 anni in su, tanto che a 23 anni ho corso la maratona in 2h20 (era la sua terza maratona n.d.r.). Tutto questo mi ha dato una grande carica che però mi ha fatto andare oltre i miei limiti e li è arrivato un infortunio che mi ha fatto stare lontano dalle scarpe da corsa per un anno e mezzo. La cosa non mi ha abbattuto ma proprio quell’infortunio è stato per me un insegnamento, tanto che da quel giorno in poi, decisi che la massima priorità negli allenamenti doveva essere quello di non infortunarmi, di non farmi mai male”.  

E’ più spensierato adesso Filippo, la corsa in fondo deve essere divertimento ed ecco che oltre all’aspetto puramente fisico entra in gioco la componente mentale, fondamentale in questa disciplina.

“In questo sport  la componente psicologica gioca un ruolo fondamentale, basti fare l’esempio della maratona; una corsa dalle forti motivazioni mentali che non si può improvvisare, se non la si vuol correre mentalmente non si va da nessuna parte .

E la mia capacità mentale è la dote di cui vado più fiero (lo sanno bene i suoi avversari n.d.r.)…non avendo grosse spiccate attitudini fisiche riesco così ad interpretare le gare al meglio.”

Filippo  scalpita e dopo la piacevole e sentita passerella alla “Acchianata di Santa Rosalia” vinta a suon di record, torna in strada per fare sentire la “sua voce”.  Dopo un periodo che lui stesso ha definito  “zoppicante” a causa di tutta una serie di problemi fisici, domenica prossima sarà di scena a Cremona per la Mezza maratona, gara valida come campionato italiano individuale assoluti J/P.  

“Le mie sensazioni sono buone, ho fatto una stage in altura al Sestriere anche se sono reduce da un inizio d’anno un po’ incerto, ho avuto tutta una serie di problemi fisici che chiamarli infortuni ci può anche stare anche se erano dovuti  più che altro a sbilanciamenti che si sono protratti per diverso tempo e a causa dei quali sono stato costretto a riprogrammare tutta la stagione”.

Filippo non è contento della sua prima  parte di stagione “ho corso la maratona di Boston in non efficienti condizioni fisiche, ho chiuso al 45° posto una rassegna che poteva darmi una certa visibilità”.

Un passo indietro che, ha portato il portacolori del Violettaclub, a modificare i suoi programmi,  puntando su distanze più brevi alla ricerca di quella continuità per certi versi persa e di una ritrovata freschezza oltre che fisica anche mentale  “ ecco perché la gara di domenica per me ha un valore  importante – dice Filippo –  il mio obiettivo è quello di abbassare il primato personale che è di 1h07’37 per me significherebbe intanto di avere ritrovato la salute, ma anche la possibilità di preparare al meglio una maratona nei mesi restanti dell’anno.

Non replicherà la Maratona di New York che l’anno scorso lo ha visto splendido protagonista (20° assoluto, primo degli atleti europei n.d.r.) rimarrà in Italia dove a novembre correrà la sua ventesima maratona “Non sarò a New York per motivi di lavoro, ma a novembre correrò una maratona italiana che potrebbe essere Firenze o Torino, ancora non ho deciso, prima viene la mezza di Cremona poi vedremo.”

E’ un Filippo Lo Piccolo deciso e concentrato quello che incontro, sempre con il sorriso in volto e sempre pronto a dare una pacca sulle spalle dei  giovani runners che affollano lo stadio delle Palme. La corsa gli sta dando molto così come lui sta dando molto alla corsa e non solo in termini di risultati sportivi ma anche come consigli che dispensa  dal suo blog. “ E’ un dialogo aperto con chi legge – dice – le cose che scrivo non vogliono essere solo narrazioni sportive ma racconto la corsa, i miei allenamenti visti dall’interno, il mio intento è quello di avvicinare la gente a questo sport”.  E la gente in questi anni si è sicuramente avvicinata al mondo della corsa ma anche su questo argomento Filippo ha le idee chiare “Negli ultimi anni sono stati tanti i corridori che si sono avvicinati alla corsa però la fascia di età si aggira intorno agli over 35, persone che smessi i panni da lavoro vanno a correre,  quello che vorrei è vedere più giovani avvicinarsi al mondo della corsa più ragazzi, più under 18”.

Infine Filippo Lo Piccolo non ha dubbi neanche quando gli chiedo qual è per  lui la città più a misura di podista che ha visitato nel corso dei suoi viaggi e la risposta è sicuramente quella che forse meno ti aspetti, ma la più scontata per lui “Palermo!  Perché nonostante i tanti problemi siamo noi cittadini che dobbiamo esaltarla e a valorizzarla perché ha comunque tante qualità e molto spesso noi neanche ce ne accorgiamo… però “correndo Palermo” tutti i giorni,  è più facile notare tutte queste qualità…

quando ti saluta e ti ringrazia Filippo “è già di corsa”  e ha fatto una cinquantina di metri,  comincia l’allenamento, la fatica di una giornata di lavoro si scioglie tra una falcata e l’altra…

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