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Certificazione medico sportiva, cosa cambia ai tempi del Covid-19

Certificazione da ripetere per chi ha contratto il Covid-19. La pandemia legata al Covid-19, oltre ad incidere profondamente sulla nostra vita quotidiana sulle nostre abitudini e sui nostri modi di fare, ha cambiato molto anche per tutti i praticanti attività sportive.

Uno degli obiettivi della pratica sportiva, oltre all’imprescindibile aspetto ludico, è certamente mantenere e migliorare il proprio stato di salute. Praticare attività sportiva, infatti, non solo è piacevole, ma è anche salutare, a patto di essere ben consapevoli delle proprie condizioni di partenza e dei propri limiti.

Per questo chiunque pratichi attività fisica con regolarità deve sottoporsi a controlli medici, sia per testare la propria salute, sia per avere la certificazione medico sportiva per lo svolgimento dell’attività.

Per l’ottenimento dell’idoneità sportiva agonistica è necessario rivolgersi a un medico specialista in Medicina dello sport, operante in strutture pubbliche o private autorizzate.

L’idoneità è specifica per lo sport per cui è stata concessa, anche se gli esami previsti sono comuni a molte discipline che sono state suddivise in due gruppi in base all’impegno fisico richiesto: gli sport con impegno muscolare e cardio-respiratorio lieve o moderato e gli sport con impegno elevato.

La pandemia legata al Covid – 19, ci ha portato delle novità.

Verso la fine dello scorso anno, con il diminuire dell’emergenza sanitaria, è cominciato ad emergere il problema del cosiddetto Long Covid, una sindrome post-virale che può persistere anche per parecchie settimane dopo la guarigione.

La durata nel tempo dei sintomi non sembra essere collegata all’intensità della malattia e ammalarsi di Covid-19 anche in modo lieve può causare problemi per mesi. La sindrome, definita come Post-acute Sequelae of COVID-19 (PASC), colpisce ormai moltissime persone, si stima fino al 10 per cento di chi è stato contagiato dal Coronavirus.

Si tratta quindi di soggetti guariti e negativi al tampone che però continuano ad avere sintomi e disturbi che durano da più di tre mesi, tra i quali debolezza, fiato corto e dolori muscolari, tra i sintomi più frequenti vi sono la perdita dell’olfatto e del gusto e la mancanza di respiro e affaticamento, specie in pazienti di età compresa tra i 40 e 60 anni.

Sulla base delle evidenze via via disponibili, la Federazione Medico Sportiva Italiana è intervenuta in modo incisivo con una serie di raccomandazioni, che sono state recepite dal Ministero della Salute già all’inizio di quest’anno, per atleti e sportivi che abbiano contratto il Covid-19.

Il primo effetto è stato che il certificato di idoneità agonistica, anche se non scaduto, per gli atleti che contraggono l’infezione non è più valido. Dopo 30 giorni dalla negativizzazione o dalla fine dell’isolamento devono richiedere una rivalutazione clinica dell’idoneità sportiva e ottenere l’attestazione Return to play.

La seconda, e più sostanziale, conseguenza è stata la completa revisione degli esami, anche strumentali, necessari per l’ottenimento dell’idoneità sportiva agonistica da parte dei soggetti guariti.

Queste nuove disposizioni si applicano, peraltro, in un momento di forte incremento della richiesta di visite medico sportive. A partire dalla tarda primavera, infatti, le misure di contenimento dell’epidemia hanno iniziato a essere meno stringenti consentendo la ripartenza delle attività sportive iniziando da quelle all’aperto.

Ma quali sono dunque queste nuove prestazioni? Gli esami variano a seconda della situazione sanitaria del singolo atleta. Le disposizioni, infatti, distinguono gli atleti in due categorie differenti:

A – Atleti Covid-19 positivi accertati e guariti e atleti guariti che, pur non avendo ricevuto una diagnosi certa di infezione da Sars-COV-2 mediante test molecolare, abbiano tuttavia sviluppato, a giudizio del medico valutatore, una sintomatologia suggestiva di Sars-COV-2;

B – Atleti Covid-19 negativi e atleti asintomatici (non testati) nel periodo della pandemia.

Per gli atleti di quest’ultimo gruppo B di fatto non cambia nulla. Dovranno effettuare gli accertamenti sanitari già previsti dalla normativa ai fini dell’eventuale riconoscimento dell’idoneità tranne che il medico valutatore disponga, su motivato sospetto clinico, ulteriori esami specialistici e strumentali.

Gli atleti del gruppo A, invece, su giudizio del Medico Specialista in Medicina dello Sport, saranno ulteriormente suddivisi in:

A.1 Atleti che hanno presentato “Infezione asintomatica o presintomatica” o “Malattia lieve” secondo la classificazione del National Institutes of Health (NIH) e comunque non siano ricorsi a ricovero ospedaliero e/o terapie antibiotiche, cortisoniche o epariniche a causa di infezione da Sars-COV-2.

A.2 Atleti che hanno presentato “Malattia moderata” o comunque che siano ricorsi a ricovero ospedaliero e/o terapie antibiotiche, cortisoniche o epariniche a causa di infezione da Sars-COV-2.

A.3 Atleti che hanno presentato “Malattia severa” e “Malattia critica” secondo la classificazione NIH.

Chiunque abbia avuto l’infezione dovrà svolgere, non prima comunque che siano trascorsi 30 giorni dall’avvenuta guarigione, esami supplementari rispetto al normale svolgimento della visita medico sportiva. Nello specifico:

Gruppo A1:

Test ergometrico incrementale massimale con monitoraggio elettrocardiografico e valutazione della saturazione di O2 a riposo, durante e dopo il test;

Ecocardiogramma color doppler;

Esame spirometrico con determinazione di: capacità vitale forzata (FVC), volume espiratorio forzato al primo secondo (FEV-1), indice di Tiffenau, Picco di flusso espiratorio e flussi a volumi intermedi e massima ventilazione volontaria (MVV);

Gruppo A2:

Tutti quelli previsti per il gruppo A1

ECG Holter 24hr. inclusivo di una seduta di allenamento o di sforzo;

Esami ematochimici (Emocromo completo, ALT/AST, Gamma GT, Creatininemia, CPK isotipi cardiaci Troponina, LDH, PT/PTT, INR, Elettroforesi proteica, PCR, Ferritina, Esame urine completo);

Gruppo A3:

Tutti quelli previsti per il gruppo A2

Valutazione cardiopolmonare integrata durante test ergometrico incrementale massimale (cardiopulmonary exercise test – CPET), con monitoraggio ECG e con valutazione della saturazione di O2 a riposo, durante e dopo test.

GLG

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