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HO UN SOGNO…SI CHIAMA CASTELBUONO
Riflessioni, appunti, ricordi e speranze in un racconto che nasce dall'amore per una terra che ti conosce poco eppure sa ascoltarti.
Quando sogno, lo faccio “in grande”, perché il sogno è mio e allora perché non sfruttarlo al massimo, altrimenti non si chiamerebbe sogno ma pensiero, idea, deduzione…il sogno è sogno e bisogna farlo per il meglio. Quando sogno, sogno di andare via da Palermo non perché non ami la mia città, amo il mare, le sue chiese, i suoi vicoli, quelle strade che trasudano arte e storia, ma la Palermo del terzo millennio non riesco più a seguirla, troppo caos, poca educazione, meno ancora civiltà, una città abbandonata e che si lascia abbandonare, quasi come se fosse oramai vicina alla resa, e allora il mio sogno mi porta lontano, ma poi neanche troppo, mi porta in quei luoghi dove pace interiore, tranquillità si possono tenere per mano, dove il saluto è ancora corrisposto, dove un sorriso sconosciuto ti “aggiusta” la giornata. Un posto, quelli bravi scriverebbero “luogo dell’anima”, dove i silenzi, si confondono con i suoni della natura, dove ogni tuo passo è accompagnato da una sensazione di egoistica – soddisfazione, dove si mangia bene, dove le lancette dell’orologio scorrono più lentamente; lo sogno spesso, l’ho sognato spesso quando il lockdown ci ha rubato il tempo, quando la lontananza ha segnato i nostri sorrisi, in quei giorni dove guardare il mare non mi bastava più, in quelle sere troppo tristi per poterle vivere. Il mio sogno si chiama tranquillità, ma al tempo stesso vita, è un sorriso che non guarda al passato ma che ogni giorno si veste di nuovo; il mio sogno si chiama Castelbuono, la sua storia, le vibrazioni che riesce a regalarmi ogni volta che vado; sogno e mi ritrovo a Castelbuono, paese frizzante, ricco di storia, dove il trascorrere del tempo è un buon maestro, dove la gente ti sorride anche quando non ti conosce, dove l’accoglienza è ancora genuina, dove la tradizione è un libro che non finisci mai di leggere. Io e Castelbuono staremmo bene insieme, anzi benissimo, riusciremmo a capirci, forse a comprenderci, a raccontarci cosa ci manca, di cosa abbiamo bisogno e cosa cerchiamo. Perché a Castelbuono c’è qualcosa che ti ammalia, c’è qualcosa che ti affascina, ti rapisce. Sarà la semplicità di quei posti, la natura a portata di mano, le stradine che s’inerpicano, ecco perché ogni volta che vado a Castelbuono mi sento subito a casa e ritrovo quella carica che in città sto perdendo, forse ho già perso. Da quando vado a Castelbuono riesco a sentire profumi che avevo dimenticato, ascolto voci che mi parlano di semplicità e di grande fierezza. Qui tutto riesce ad affascinarti, le persone, i negozietti che con la loro merce quasi invadono le strade, i profumi delle pasticcerie; a Castelbuono trovi vita e ti senti vivo, chiudi gli occhi e sai che non puoi essere in un altro posto che non sia il posto che è dentro i tuoi sogni. Ho sognato Castelbuono, l’ho vissuta da piccolo, la vivo adesso, un po’ per lavoro, un po’ per diletto, la vivo nel mio sogno e so che quando mi sveglierò tutto sarà come l’ho raccontato, come l’ho vissuto, perché è il mio sogno da condividere con le persone a me più care, da raccontare a chi non ha mai conosciuto il paese inerpicato sulle Madonie, che ti accoglie con un timido abbraccio, pur sapendo che quell’abbraccio lo ricorderai per sempre.