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I figli del vento di Gustavo Pallicca…recensione di Pino Clemente

Nove anni dopo il primo volume, il ” benedetto toscano “Gustavo Pallicca dona a quanti amano l’atletica il terzo volume della sua opera di raro fascino dal titolo I FIGLI DEL VENTO, la storia della gara di corsa più breve nelle Olimpiadi. Nella prefazione il maestro e decano della storia 11741028_959175384124364_1218185706426854272_odell’Atletica, Roberto Luigi Quercetani: ” una sola specialità, sia pure la più parlata negli annali di questo sport “.
Sono tempi cupi per la Grecia ( 1 ) che fu la culla della democrazia e concepì nella sacralità ( la Tregua delle guerre in onore e per obbedienza a Zeus ) i Ludi di Olimpia. I vincitori erano immortalati nelle Statue e nelle Odi. Poetava Pindaro che la velocità dei piedi ( 2 ) è un dono degli Dei: l’esplosività muscolare, la modulazione della postura, il dosaggio della frequenza e dell’ampiezza delle falcate, la resistenza allo spasmodico finale, i picchì lattacidi.
I Giochi di Olimpia, dal 776 a.C. si celebrarono per tredici edizioni con una sola gara, lo stadion, poco meno di 200 metri, in rettilineo, il via con lo squillo di tromba, l’altro squillo all’arrivo, negli Annali solo il nome del vincitore.
Il battito dei piedi, il contatto ancestrale con la madre terra, una preghiera per non essere devastati dai terremoti e per propiziare la fertilità delle messi.
L’Eroe della guerra raccontata dai poemi epici Achille piè veloce, di nascita divina come Crisone di Himera, nel mito di Perseo e della Medusa, citato da Platone nel Protagora: ” Solo che adesso è come se tu mi domandassi di seguire Crisone d’Himera, un corridore nella pienezza della sua vigoria “.
Nell’incipit del libro, La corsa di scatto: ” …l’isterico alternarsi delle gambe a terra nei brevi passi iniziali, il graduale distendersi della falcata, il fluido scivolare del velocista ormai lanciato verso il traguardo, lo sgomitare furente del finale, lo spasimo del millimetro acquistato nell’ultimo balzo, il capo scrollato all’indietro, stretti i denti, quasi smorfia spavalda al dio irraggiungibile del tempo ” ( Gianni Brera ).
Dalla ” poesia dell’orgoglio fisico ” alla scienza che valuta gli spasmi facciali come il tentativo estremo di estrarre ossigeno, nota nostra.
La gara dei 100 metri dura circa 10″. L’Autore ha lavorato da maratoneta della ricerca storica, sociale, tecnica, aneddotica e statistica
Com’è noto Gustavo Pallicca è stato per un trentennio lo starter temuto e amato.
Le sue esperienze sono state pubblicate in un manuale edito dalla Fidal, illustrato da tante foto, ” la spinta dai blocchi ” per i tre libri.
Nel silenzio gli atleti immobili in attesa dello sparo dello starter, la voce impersonale dal megafono: ai vostri posti, pronti e il rischio delle false partenze. L’innesco del circuito elettrico per il cronometraggio.
350 le pagine, suddivise in quattro parti. Nella prima gli Eventi significativi delle Olimpiadi e dei Mondiali ( si chiude con Pechino 2008 e Deagu 2011 ) connessi alla corsa veloce. Nella parte seconda I Giochi Olimpici. Nella parte terza i dettagli olimpici. Nella parte quarta le statistiche. Sono citati gli italiani: da Franco Leccese, campione europeo, a tutti gli olimpiaci che hanno conquistato la partecipazione.
Dalle batterie alla finale nell’aridità dei ” numeri ” un diluvio di commenti, di particolari minuziosamente ritrovati. Dai primi attori, Owens, Dillard, Remigino, Morrow, Hary, ai comprimari il racconto avvince ed è illustrato da foto di raro nitore, alcune inedite.
I protagonisti e il contesto delle Olimpiadi spezzate dalla Seconda Guerra Mondiale: 1940 e 1944. Il ricordo dei campioni che non gareggiarono nella pista, non salirono sul podio. Sono stati fortunati i sopravvissuti.
L’evoluzione tecnologica del cronometraggio è cominciata nell’Olimpiade di Berlino. L’AVVENIMENTO è il titolo che introduce l’Olimpiade del 1936 e le altre. È stata trascelta l’intervista a Leni Reifensthal, la regista tedesca che in Olimpia, il film su l’Olimpiade di Berlino che doveva, volontà suprema del Furher, far emergere la perfezione dei corpi degli atleti di razza ariana. Olimpia fu l’avveniristica anticipazione delle riprese televisive e si stagliavano nei primi piani i corpi dei neri e dei bianchi. L’eponimo fu Cleveland, Jesse, Owens, le cui gare pre e post Olimpiade, i suoi avversari, le condizioni climatiche sono riportate cronologicamente e con flash black; tra i Figli della temuta e invocata forza della natura il prediletto di Pallicca è ” il lampo d’ebano “, seguito da Harrison Dillard ( olimpionico anche nei 110 ostacoli ) e Armin Hary dalle partenze brucianti.
La predisposizione genetica dello sprinter s’identifica nella predominanza delle fibre bianche, corredate di enzimi specifici, sulle fibre colorate del rosso pigmento della fatica ( idonee alla durata della fatica ).
I figli del vento sono di pelle bianca e di pelle nera ma nel dato statistico la prevalenza è degli atleti neri.
La malignità è nostra: dopo il 1960 ci saranno i figli del doping bianchi e neri.

Chi è l’autore? Ci permettiamo di integrare il curriculum esteso e accademico delle ultime pagine. Uno studioso che, come il girasole con la luce solare, impazzisce di statistica. Il fiorentino che ha nel cuore Il Grande Torino ed esterna il tifo su FB. Un esteta che talvolta associa gli estremi con la fantasia. Maledetti Toscani il pamphlet di Curzio Malaparte, la prima edizione nel 1957, che descriveva la vocazione all’arte, alla politica, alla polemica e impartiva la benedizione ai suoi conterranei.
Lo zoom alla scultura che fregia la copertina dove si staglia Il Castello ( 3 ) nella Piazza Margherita di Castelbuono, traguardo dal 1912 del Giro di Castelbuono, la podistica lunga 10 chilometri, un circuito cittadino di salite e discese, metafora della vita e della Sicilia.
Gustavo Pallicca era tra gli ospiti d’onore nel paese delle Madonie ” Casteddubono “, la buon accoglienza. Il libro era ultimato, mancava la copertina. S’incantò dell’icona che presentava la 73 edizione, chiese ed ottenne dal numero uno del team Mario Fesi di metterla a fregio della copertina.
Nelle prime edizioni il Giro fu chiamato Maratonina, una prima volta nel dizionario a riverbero della maratona di Dorando Pietri nell’Olimpiade di Londra del 1908.
Gustano Pallicca lascia intendere che la sua Opera non è terminata.
A presto il quarto libro per festeggiare il suo ottuagenario.
Se nelle Università, nelle Facoltà di Scienze Motorie e nella ” Buona Scuola ” si studiasse la Storia dello Sport, I FIGLI DEL VENTO sarebbe un testo da consultare nella biblioteca. Attendiamo la rivalutazione della cultura sportiva che ha le radici nella storia.
Il libro

( 1 ) Il plebiscito dei NO nel referendum del 6 luglio, voluto dal Premier Alexis Tsipras per ottenere la dilazione nel piano di minimo rientro dalla situazione di indebitamento della Grecia che rimane dentro l’Europa.

( 2 ) ” Ma la gloria dei Giuochi di Olimpia si vede splendere da lungi nelle corse di Pelope, ove combatte la velocità dei piedi e lo sforzo estremo della fortezza audace nelle fatiche “, dalle Odi Olimpiche, Pindaro.
( 3 ) Il Castello dei nobili Ventimiglia fu costruito nel 1300 sui resti di una fortezza e ampliato nei secoli successivi, un misto architettonico arabo normanno.
Da Spettacolo feudale in Sicilia di Claudio Meldolesi, editore Flaccovio 1973, le corse aperte al popolo in coincidenza con le sacre festività; dalla corsa dei cavalli, il Palio, alle corse podistiche. Dal Palio dei Ventimiglia ” A Cursa ” del Giro di Castelbuono per la devozione alla Madre Sant’Anna, settecento anni dopo.

 

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