Interviste Racconti Editoria
La Walk of Life nel racconto di Remigio Di Benedetto
Alle 7e45 con largo anticipo sull’orario fissato per la partenza mi trovo già a Catania in Piazza Europa, luogo designato per la 5^ prova del Grand Prix Regionale 2015 di corsa. La giornata non è delle migliori, vento forte e nubi minacciose che non promettono nulla di buono. A me però sembra una giornata bellissima: febbre, infortuni, tutto e di più mi hanno tenuto lontano dalle gare per troppo tempo e ritrovarmi qui ancora una volta, con le scarpette ai piedi, insieme a oltre 600 amici, mi fa toccare il cielo con un dito… nonostante le nubi.
Agli organizzatori della gara, gli amici dell’A.S.D. Sport Extreme, assegno subito l’Oscar del “parcheggio”, perché tutti, proprio tutti, abbiamo l’opportunità per la prima volta in assoluto, di parcheggiare “sotto il gonfiabile” (il sogno da sempre di molti). Ma è nel senso letterale della parola che ciò avviene, perché un comodissimo parcheggio sotterraneo posto proprio sotto la sede stradale, non costringe nessuno a cercare lontani e improbabili parcheggi.
Dopo la mia la lunga assenza dalle gare, opto per un riscaldamento molto intenso, 15’ di corsa lenta, “abbondante” stretching e molteplici allunghi. Tutto questo mentre saluto e stringo mani di molti amici. Vedo che ci siamo proprio tutti, almeno “i catanesi”, ma non mancano neppure le società che arrivano da Palermo e dintorni, nonostante le “difficoltà viarie” tra Sicilia orientale e occidentale che viviamo di questi tempi, note a tutti. A riscaldamento completato vedo che la massa colorata dei podisti è al solito compressa verso la linea di partenza, la “gabbia” dei migliori ha resistito meno di altre occasioni.
Con la collaborazione tra l’assessore comunale di turno e Michelangelo Granata viene dato il via alla corsa in perfetto orario: secondo Oscar per gli organizzatori da condividere con organi di Polizia e volontari, per la puntualità.
Per tutti i podisti c’è un avversario in più, il vento; ed è proprio con lui che debbo fare i conti fin dalla partenza. Io che sono lungo e “magrolino” come un fuscello, soffro più degli altri e cerco riparo magari dietro qualche podista con il “profilo da culturista”, c’è né sempre qualcuno. Il percorso completamente piatto si affaccia sul mare e offre in lontananza il bel panorama della scogliera e dei faraglioni di Aci Trezza con l’Isola Lachea. Ma noi podisti abbiamo altro per la testa; ognuno cerca di trovare il proprio ritmo e non è facile, il gruppo è foltissimo e qualcuno sgomita per farsi largo. Poi finalmente il gruppo si allunga un poco e la corsa per me diviene più regolare. Prima della partenza il “compagno di società” Giuseppe Ventura, mi ha invitato a partire con prudenza almeno nella prima parte della gara, ma non ho saputo resistere e mi sono “lanciato” fin dai primi metri della corsa. Al passaggio dalla piazza Nettuno il vento è sempre più forte, ma non per Luigi Spinali che incrociamo già di ritorno subito dopo la piazza. L’atleta, simile a una freccia, sta dominando la gara, alle sue spalle Vito Massimo Catania è già staccato e procede con un passo più spigoloso, quasi come un “robot”. Poco dopo percepisco che siamo quasi al primo “Giro Boa” dove la TDS ha giustamente posizionato un punto di rilevamento contro gli eventuali “furbi”…
Al giro di Boa invertiamo il senso di marcia e troviamo un vero amico. Il vento che fino a quel momento ci aveva molto disturbato, ce lo ritroviamo alle spalle ad aiutarci e sostenerci. I tempi parziali rilevati dalla TDS ce lo confermeranno. Il ritorno verso la Piazza Europa è quindi sensibilmente più facile e come all’andata i semafori sul percorso sono “tutti verdi”.
Mentre ci avviciniamo al gonfiabile per completare il primo giro, gli spettatori a bordo strada aumentano e tra di loro ci sono altri podisti. Sono quelli “della domenica” che per moda o passatempo riempiono il lungomare di Catania. In definitiva hanno contratto la “malattia della corsa” come noi che corriamo a pieni polmoni con il cuore in gola, ma ne hanno una “forma leggera” che si cura “sgambettando” una mezz’ora, senza pretese di tempi o spirito di competizione.
Mentre attraverso l’arco del gonfiabile, sento lo speaker Giuseppe Marcellino che “chiacchiera” e certo non può occuparsi del passaggio del duecentottantesimo, mentre Michelangelo Granata registra, almeno con la stessa velocità della TDS, il mio passaggio.
La corsa prosegue nuovamente controvento, incrocio per la seconda volta la “freccia” Spinali e il “ robot” Catania, oramai in vista del traguardo. Per gli “sgangherati” come me, invece la corsa è ancora dura. Ancora quasi 2 Km tentando di oppormi a questa sorta di “Galleria del Vento” e poi finalmente dopo la seconda boa il vento mi sarà ancora “amico”. La mia forma non è ottimale, vedo davanti a me in lontananza Pietro Lo Nigro, Angelo Ponzio, Francesco Catalfamo e altri “giovani M60” con i quali oggi non posso competere, ma mentre li osservo sento che le mie gambe dopo tanti problemi, mi porteranno sulla linea del traguardo.
È l’ultimo chilometro, mi vedo superare prima da Raffaele Santoddì vincitore già quest’anno di tre prove del Grand Prix Regionale e poi da Macia Garcia Manuel altro “numero uno” della mia categoria, non so le ragioni del loro ritardo.
A pochi metri dal traguardo ho una crisi che non mi consente un gran finale, quasi mi fermo e perdo anche qualche posizione, ma quando sono sotto il gonfiabile mi sento pienamente soddisfatto e felice.
Luigi Spinali è arrivato da quasi dieci minuti, nettamente staccato Vito Massimo Catania ha preceduto di un soffio Alessandro Vizzini. Barbara Bennici , Patrizia Strazzeri e Elena Terracciano compongono il podio femminile.
Per chi ha volontà e tempo, l’appuntamento è per domenica prossima a Noto per la 6^ prova del G.P. Regionale.
Remigio Di Benedetto