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Graziella Bonanno: da piccolo pony a cavallo di razza

 

Quando ha iniziato a correre (a 26 anni) quasi per caso in palestra su di un tapis roulant, la chiamavano piccolo pony per via  della sua statura e per una lunga treccia che somigliava tanto ad una coda di cavallo. Graziella Bonanno stava muovendo i primi passi verso un mondo che aveva accarezzato da piccola, quasi sfiorato ma che non aveva mai abbracciato: “ In passato – racconta Graziella  – gli insegnanti di  educazione fisica mi avevano notato, sia alle scuole medie che alle  superiori, non tanto per la mia resistenza, quanto per la mie  capacità reattive e mi avevano consigliato a recarmi al campo scuola di  Catania, ma per me era troppo fuori mano, abitavo ed abito tuttora a  Gravina di Catania; non sono tanti chilometri ma in Sicilia, come è noto,  i  mezzi di trasporto lasciano molto a desiderare, e poi non c’era nessuno che mi potesse accompagnare. A quei tempi questa rinuncia non mi pesò  molto, solo adesso mi  chiedo se avessi iniziato da ragazzina quali  traguardi avrei potuto raggiungere, ma ritengo anche che in atletica bisogna avere oltre alle capacità, la costanza e tutto il resto, anche  una buona dose di fortuna”. Destino, lo chiamano molti, a volte infatti basta poco per cambiare il senso di una vita, anche nello sport, ma quando anche in famiglia non arriva la “spinta” giusta ecco che tutto passa, tutto viene accantonato ma forse mai dimenticato. “ Accantonai l’idea di fare atletica e qualunque altro sport –  continua Graziella –  perché non ho mai avuto l’approvazione di mio padre, riteneva e ritiene tutt’ora che sia tempo sprecato, e non  ha mai riconosciuto le mie capacità. E così  sono cresciuta dai 12  ai 26 anni senza pensare che lo sport e l’atletica esistessero.”Solo in tv, mi emozionavo e mi esaltavo quando vedevo le Olimpiadi e soprattutto le ginnaste; ripensandoci  – ci confida la Bonanno – credo proprio che, se avessi avuto l’opportunità di potere scegliere quale sport praticare, senza ombra di dubbio la mia scelta sarebbe ricaduta sulla ginnastica artistica. Tanta la voglia di fare, sfidare e sfidarsi per Graziella Bonanno, basti pensare che a scuola durante i giochi della gioventù si era cimentata anche nel salto in alto, meravigliando tutti anche in una disciplina per la quale “non era certo all’altezza”…A 18 anni poi il secondo tentativo. La spinta arrivò dal neurologo che consigliò a Graziella di praticare uno sport, che le avrebbe consentito di superare quel momento di depressione. Ma neanche in questo caso avvenne il grande passo. Passo che arrivò otto anni dopo, quasi per caso, anche se forse nulla accade per caso. “ Solo a 26 anni mi decisi di iscrivermi in palestra per fare corpo libero, ci andavano delle mie  amiche e finalmente mi feci coinvolgere. Dopo un anno di palestra ed avere scoperto che la corsetta mi piaceva troppo, senza tanta esitazione e sebbene non fossi neanche preparata, ,feci la mia prima gara podistica amatoriale  sotto casa e con  grande stupore la vinsi;  a questo punto molti amatori presenti quel giorno mi consigliarono di andare al campo scuola. Fu lo stesso istruttore della palestra a suggerirmi di rivolgermi a Giuseppe Sciuto . Quando misi piede al campo scuola non passai per nulla inosservata, in quel periodo ero  molto più veloce di adesso. Il primo anno mi seguì Giuseppe Sciuto, ma mi  infortunai più di una volta; nonostante ciò, riuscii a fare,  dopo soli otto mesi di allenamento, 4’ 51” nei 1500 mt. , che è rimasto il mio personale perché non ho più allenato questa distanza. Poi il passaggio nella mani prodigiose di Pietro Collura; con lui sono riuscita a fare lavori che adesso non potrei più ripetere. A Pietro devo dire grazie, perché mi ha sempre apprezzata, non tanto come atleta  (perché pur gareggiando come assoluta i mie tempi non erano per nulla buoni)  ma per il mio impegno la mia grande volontà , il mio entusiasmo.  Ma i miei sacrifici non venivano premiati e continuavo ad infortunarmi e ad allenarmi sempre in modo discontinuo. Infortuni come la fascite plantare e la spina calcaneare mi hanno tenuta lontana dal campo per alcuni anni, senza però riuscire a farmi demoralizzare perché sono sempre ritornata. Purtroppo allenandoti a singhiozzo non puoi raggiungere grandi risultati; ho fatto qualche mezza maratona discreta 1h22’57”, mentre  l’anno scorso ho ottenuto 17’50” nei 5000mt. Adesso non mi segue più Pietro Collura, di tanto in tanto seguo i programmi di Enrico Pafumi, anche se ormai ho imparato a gestirmi da sola. Adesso Graziella Bonanno ha raggiunto la sua maturità sportiva, i tempi non saranno più quelli di qualche tempo fa, ma l’atleta della Podistica Messina continua vincere e a convincere. Nella sua categoria, la MF40,  è sicuramente la più forte della regione; ma quello che più stupisce in questa ragazza è quanto lo sport da lei tanto “inseguito” l’abbia plasmata, ne abbia fatto oltre che una ottima atleta, una grande donna e quel piccolo pony che sudava in palestra adesso è uno splendido cavallo di razza che galoppa lungo le strade della Sicilia.  

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