Brevi...di corsa
Il Trofeo Santa Barbara nel racconto di Remigio Di Benedetto
Il Diario della Corsa stavolta apre le sue pagine sul Trofeo Santa Barbara che si è corso ieri a Paternò. La penna è quella colta e irriverente di Remigio Di Benedetto
Ore 8 e 30. Al mio arrivo a Paternò trovo un facile parcheggio nella salita che conduce alla collina storica della città dove si può ammirare il Castello Normanno. E’ lì da mille anni.
Nella piazza Umberto sono in corso le operazioni che consentiranno di dare il via alla programmata gara podistica. L’aria è “frizzantina” e per questo, dopo avere salutato molti amici, alle nove decido di anticipare la fase del riscaldamento. Percorro tutta la via Vittorio Emanuele, la via dello shopping dei paternesi. E’ stata teatro di tante manifestazioni podistiche del passato fino ai “Quattro canti”. La città commerciale però ancora dorme, se ne parlerà più tardi.
Alle 9 e 50 lo speaker raduna la folla dei concorrenti. Alle 10 “o’clock”viene dato il via. Allo sparo c’è l’immancabile sprint di molti podisti che sembrano centometristi, ma alla prima “salitella” che arriva quasi subito, la velocità del serpentone si regolarizza, i primi a 3’ e 20” al km circa e gli ultimi oltre gli 8’; ognuno secondo le proprie energie. Io sono partito presuntuosamente nelle prime posizioni e vedo la testa della corsa già ben lontana. Per qualche secondo ho una lieve sensazione di freddo ma scompare subito e tiro avanti. Dopo le ondulazioni del primo tratto del percorso la strada inizia a scendere. Poco più avanti vedo un podista con il nome scritto sulla maglia: Mario; è Baglieri, mio principale avversario di categoria (SM70). Ha un bel passo e cerco di stargli dietro ma mi rendo conto che è un treno sul quale non posso salire. Arriviamo alla prima rotonda ben regolata da polizia locale e volontari sempre preziosi. La superiamo, a sinistra ci sono il ”Paghipoco” e “l’Eurospin” dove sicuramente si risparmia. Ma i podisti non riescono a risparmiare le loro energie perché la strada è in salita. C’è poi il fondo stradale con un asfalto molto “scassato” e mi costringe a correre sui “rattoppi” che almeno sono lisci. La salita termina a una seconda rotonda dove svoltiamo a sinistra imboccando la via delle gemme. La strada è preziosa proprio come una gemma perché è in discesa e posso tirare il fiato. Poco più avanti vedo ancora Baglieri, ma è sempre più lontano. Nel mentre mi supera la coppia dei miei compagni di società, Maurizio Scalzo e Valerio Lo Po’. Sembrano in competizione, forse c’è in palio la supremazia nella nostra società, la Fiamma San Gregorio. Incrociamo i primissimi in testa alla gara, sono già in risalita. È una coppia che sta facendo il vuoto dietro di sé. La facile e preziosa discesa termina. Quattro grossi birilli fanno da boa e iniziano i “dolori” della salita. Quella che era sembrata una “ristoratrice” discesa si trasforma in una salita che si impenna mano a mano che la ripercorriamo. Spezza le gambe a noi podisti giovani e non. Siam nuovamente di fronte ai supermercati e questa volta un poco di energie le risparmiamo perche siamo in discesa. Ripassiamo dalla rotonda iniziale superata la quale percorriamo il breve e unico tratto in piano dell’intero circuito. Ci avviciniamo nuovamente al centro storico, ma prima di entrare in piazza Umberto svoltiamo repentinamente a destra. C’è il “bar” della gara dove due ragazze con due arrangiati “banchetti” offrono solo acqua e non hanno molti clienti. Non c’è caldo e la maggior parte di noi tira avanti. Due brevi vicoli con un basolato molto sconnesso ci riconducono in Piazza Umberto. Al mio passaggio sotto il gonfiabile lo speaker annuncia il passaggio del n° 2161, il mio. Il Garmin mi dice che ho chiuso il giro in 16’33”.
Inizia il secondo giro. Mario Baglieri è scomparso all’orizzonte e probabilmente lo rivedrò sul gradino più alto del podio della mia categoria. Si ripetono le stesse sensazioni del primo giro, ma questa volta sono preparato. Quando incrocio la coppia di testa penso che subirò “l’onta” del doppiaggio, ma non me ne preoccupo più di tanto. Sono di nuovo ai birilloni della boa, stringo i denti e affronto la salita. Incrocio la compagna di società Chiara Barbagallo in discesa, mi segue a breve distanza. Le gambe mi dicono che la salita è più ripida, ma si sbagliano.. Torniamo verso il centro. Ripasso dal “bar” che non ha proprio clienti. Lo si capisce dai pochissimi bicchieri che si sono radunati a terra. La mia attenzione però va ai primi che stanno concludendo la corsa. Temo il doppiaggio. Lo speaker si agita, grida, e annuncia l’arrivo di Toulali Ayoub dell’ASD Monti Rossi che taglia vincitore il traguardo. Quando il marocchino è sotto il gonfiabile, io ho già svoltato nella via Nazario Sauro. Niente doppiaggio. Il Garmin però mi avverte che il giro è stato più lento di 30”. Per il terzo e ultimo giro ormai ho imparato il tracciato a memoria: l’ondulazione iniziale, l’asfalto “scassato”, la discesa, la boa. Ma è sulla salita finale che cedo ulteriormente. Passa Salvatore Cirnigliaro (SM 70 dell’ASD no al Doping Ragusa), anche lui è un treno sul quale non riesco a salire e mi fa scendere di un gradino sul podio. Lo seguo a distanza, ma le mie energie sono in via di esaurimento. Il mio finale è comunque in accelerazione, percorsi i due vicoli Gessai e San Marco, entro in piazza Umberto e passo sotto il gonfiabile.
L’organizzazione è impeccabile. Il ristoro è con pasta, cus cus e soprattutto con degli ottimi mini cannoli crema, ricotta e cioccolato. È il gustoso finale della giornata.
Alle dodici meno qualche minuto inizia la premiazione: Cugnata Desiree (ASD Athlon Kamarina) è la vincitrice al femminile della corsa insieme al già citato Toulali Ayoub. Sul podio dei “giovani” settantenni mi ritrovo con Baglieri e Cirnigliaro, complimenti a loro.
Grazie all’organizzazione dell’Atletica Sicilia e agli indispensabili Podisti Paternesi e a tutti coloro i quali hanno contribuito all’ottima riuscita della manifestazione.
Il circuito Sicily Bronze Races si conclude nel migliore dei modi. Un saluto a tutti, ci vediamo nel 2025.