Brevi...di corsa
Era stato squalificato 4 anni per doping, Nino Di Francesco assolto dalle accuse
Fine di un incubo per Di Francesco che era stato squalificato per 4 anni dal tribunale nazionale antidoping dopo la vittoria della Maratona Dannunziana 2020
E’ stato assolto dalle accuse di doping per le quali era stato prima sospeso e poi condannato a 4 anni di squalifica dopo aver vinto la Maratona Dannunziana nel 2020.
Il pescarese Nino Di Francesco, nell’ottobre del 2022 era stato dapprima cautelarmente sospeso dal tribunale nazionale antidoping (Tna) e successivamente condannato alla squalifica per 4 anni.
Dalla presunta assunzione di sostanza vietata con finalità di alterare la prestazione sportiva (nella fattispecie positività all’amfetamina) è conseguito non solo un procedimento davanti al giudice sportivo bensì anche un procedimento penale. Se il sig. Di Francesco non ha inteso impugnare la decisione assunta dal T.N.A., essendosi peraltro dedicato nel frattempo ad altre discipline sportive diverse dalla corsa e non avendovi quindi particolare interesse, altrettanto non ha fatto in sede penale, dove ha insistito al fine di veder riconosciute le proprie ragioni.
In data 13 settembre 2024 sono state depositate dalla Corte d’Appello dell’Aquila le motivazioni della sentenza di assoluzione che si allega. Ivi è stato finalmente accertato, seguendo la chiara linea difensiva, il macroscopico errore valutativo effettuato in primo grado. Segnatamente è stata confusa l’unità di misura della sostanza rilevata ovvero nanogrammi contro milligrammi (indicati in sentenza). Come noto il nanogrammo è unità di misura che corrisponde a 0,000001 mg e quindi di gran lunga inferiore al milligrammo, di qui l’assoluta irrilevanza della sostanza rilevata al fine di alterare la prestazione sportiva.
Non solo, tale modestissima ed infinitesimale quantità di sostanza rilevata è stata dichiarata assolutamente compatibile con il farmaco, regolarmente prescritto, assunto dal Di Francesco una settimana prima della gara a seguito della quale è stato effettuato il prelievo e, comunque, assunto dall’atleta sin dall’anno 2019 con regolari prescrizioni mediche e pertanto senza alcuna finalità di alterare la performance sportiva. Tali chiarimenti erano stati già offerti dal sig. Di Francesco a seguito dei primi articoli apparsi sui media relativi alla squalifica ed ora risultano essere suffragati dalla decisione della Corte d’Appello.”
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