Varie
“Ho corso e vissuto la Marathon Pour Tous, più di un sogno”…
A due giorni dalla Maratona pour Tous che ha permesso a migliaia di amatori di correre la distanza dei 42,195 km percorrendo le stesse strade parigine che qualche ora prima avevano visto gli atleti eleite giocarsi le medaglie olimpiche, raccogliamo emozioni, sensazioni, gioie di uno degli atleti impegnati nella distanza regina (gli organizzatori avevano previsto anche una distanza più breve sui 10 km) Diego Terrana, master noto nel panorama podistico regionale. Lui c’era, un giorno racconterà questa storia ai suoi nipotini, fatta di fatica, di sudore, ma soprattutto di sensazione di vita che solo lo sport con la S maisucola può regalare.
Questi alcuni passi che raccontano la sua avventura, scritti nella sala d’attesa dell’aeroporto Charles De Gaulle, in attesa di rientrare in Italia.
” Faccio ancora tanta fatica a metabolizzare come sia stato possibile che da ragazzino, amante dello sport, cresciuto in strada calciando un pallone contro le saracinesche dei box auto, mi sia ritrovato a 44 anni a correre una maratona a Parigi, sul percorso Olimpico, con il tifo e l’organizzazione Olimpica, dopo avere visto i professionisti uomini tagliare il traguardo. Se dicessi che ho realizzato un sogno, mentirei, perché sognare una cosa del genere è quasi impensabile. Nel raccontare questa esperienza, devo riportare indietro le lancette di circa due anni quando quasi per caso lessi un articolo sulla scelta del Comitato Olimpico di aprire per la prima volta nella storia delle Olimpiadi la maratona anche a 20 mila amatori, in una batteria dedicata, esattamente tra la gara maschile e quella femminile.
Visto il prevedibile elevato numero di richieste, questi pettorali sarebbero stati assegnati tramite una competizione a punti a distanza, tramite una serie di “sfide” sportive. I pettorali sarebbero stati sorteggiati tra chi avesse avuto i punteggi più alti.Mi ricordo che ci scherzai su “magari faccio a distanza di pochi mesi sia New York che Parigi”, tanto sognare non costa nulla, però il matematico sapeva bene che la statistica non mente, le percentuali di ottenere un pettorale erano veramente basse. Ed invece 4 mesi fa ricevo una email in francese: stupore, incredulità, ansia, indecisione, felicità, orgoglio sono state le prime sensazioni provate a cui purtroppo seguiranno ansia; ma anche tristezza, rabbia e rassegnazione a causa di un problema al ginocchio che mi ha tenuto fermo per diverso tempo.
Ero sul punto di rinunciare, ma poi la prima “magia” dello spirito olimpico, gli “amici” runner, quelli che incontro all’alba o che vedo la sera ai semafori, quelli dalla passione smisurata che li porta in giro per la Sicilia, tutte le domeniche, proprio loro mi hanno ricordato l’ importanza e l’irripetibilità dell’ evento: “Vai, anche solo a camminare, divertiti e corri per tutti noi” e cosi con non poche fatiche mi sono ritrovato ai piedi della Torre Eiffel con in mano un pettorale, consapevole della condizione fisica precaria e del rischio di dovermi ritirare, decido però di disattivare l’orologio e di non guardare avanti ma di godermi tutto lo spettacolo attorno. Un pubblico stupendo, meraviglioso, rumoroso, una bolgia che ci ha “spinto” dal primo all’ultimo chilmetero, non credo di esagerare nel dire un pubblico allo stesso livello di quello New Yorkese (non dello stesso livello invece gli organizzatori che qualcosa di meglio potevano sicuramente fare).