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Scuola, sport e giovani promesse: se ne è parlato a Palazzo dei Normanni

L'occasione è stata data dalla premiazione delle cadette che a fine marzo hanno vinto il titolo italiano studentesco di corsa campestre. A premiare la Città Metropolitana di Palermo

Scuola, atletica,  impianti sportivi, giovani, il loro futuro, nello sport, come nella vita. Si è parlato di questo e tanto altro ancora nel corso di un incontro che si è svolto nel pomeriggio di ieri nell’aula Piersanti Mattarella di Palazzo dei Normanni e che ha visto protagoniste le Cadette dell’Istituto comprensivo Emanuele Armaforte di Altofonte che a fine marzo, hanno conquistato il titolo italiano studentesco di cross.

La manifestazione, promossa dal Gruppo consiliare Cambiamo Altofonte e “sposata” dalla Città Metropolitana di Palermo, ha voluto ancora una volta “certificare” le eccellenze altofontine, che tra libri di scuola e scarpette da running, hanno centrato un risultato storico.

A ricevere l’ennesimo e meritato riconoscimento  direttamente dalle mani dell’assessore regionale alla Famiglia Nuccia Albano e da Maurizio Lo Galbo Capo di Gabinetto della Città Metropolitana di Palermo, Silvia e Ginevra Castello, Noemi Floriani e Giorgia Bruno. Premiati anche altri due atleti paralimpici altofontini doc, che hanno ben figurato a Caorle, ma che frequentano altri istituti scolastici, Pietro Tumminello e Maria Pileri.

L’incontro si è trasformato in un vero e proprio dibattito, che ha acceso i riflettori sulla cronica mancanza di impianti sportivi ad Altofonte, così come nel resto della Sicilia; il ruolo della politica nello sport e quello della scuola chiamata a formare e ad istruire i giovani non solo nell’apprendimento ma anche nei valori.  Così come è importante l’attività paralimpica dedita anche alla condivisione e  aggregazione. 

Ad aprire l’incontro il Capo di Gabinetto della Città Metropolitana di Palermo, Maurizio Lo Galbo, che si è detto “fortunato” di potere premiare atlete che hanno dato lustro ad un paese come Altofonte, seguito dall’assessore regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del lavoro Nuccia Albano. E ancora Valentina Randazzo vice preside dell’Istituto comprensivo Emanuele Armaforte di Altofonte,  Stefano Saitta, delegato provinciale del Comitato paralimpico, Giuseppe Giordano responsabile regionale dello Sport per la DC,  Carmelo Rizzo, il professore di educazione fisica che ha accompagnato le atlete nell’avventura vittoriosa di Caorle e Cristian Di Carlo della Consulta giovanile di Altofonte. Sono intervenuti anche Roberta Schillaci deputato all’ARS e Sergio Cannizzaro presidente della Commissione sport di Bagheria.  

“Lo sport deve rinascere  dalla base, le scuole devono essere il primo passo verso l’avviamento allo pratica sportiva, pregna di valori e di virtù, un concetto sul quale tutti sono d’accordo, ma per realizzare tutto questo non bastano le belle parole e le promesse e di questo ne è assolutamente convinto Totò Antibo, star del pomeriggio di ieri, che con i suoi oculati e incisivi interventi ha spesso infiammato la “platea”. E’ incredibile e vergognoso – ha affermato Antibo – che un istituto come l’Armaforte, da sempre in prima linea nello sport con i suoi alunni/atleti, si scopre non avere mai avuto una palestra”.  In pratica un paese di campioni senza strutture sportive: un record nel record. 

In sala, tra gli altri, Luigi Bentivegna consigliere nazionale della Fispes, Le gemelle La Barbera, Barbara e Silvia, Alice Mammina e Angela Rinicella che nel 1995 vinse i Giochi della Gioventù sempre per l’Armaforte (al quale manca un titolo “scippato” nel 1998) e non ultimi i piccoli atleti del Marathon Altofonte, la società, del presidente Rinicella, per la quale sono tesserate le cadette.

A chiudere il pomeriggio di interventi. Yuri  Floriani tecnico (trentino, ma ormai altofontino Doc e finalista ai Giochi Olimpici di Londra nelle siepi) delle Cadette. “Sono ragazze stupende, ognuna delle quali con caratteristiche diverse, ma unite dall’amore per questo sport e dedite al sacrificio”, a loro e ad Altofonte va tutto il plauso nostro, andiamo avanti così con le nostre forse, perché alle promesse non crediamo più”.

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