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Giusi Parolino trova ‘casa’ a Palermo…perché allenarsi è un diritto di tutti
Un palmarès da fare invidia, titoli regionali, nazionali, record, riconoscimenti e gratificazioni; basterebbe questo per renderci conto che stiamo raccontando una storia sportiva fatta di luci, ribalte e tappeti rossi, e invece non è così perché Giusi Parolino atleta agrigentina, da anni sulla cresta dell’onda nel settore lanci, da tempo ormai combatte una battaglia tutta sua, ma che alla fine dovrebbe riguardare anche tutti noi, in particolare tutti gli sportivi.
Nella sua Agrigento, che ama, dove lavora, allenarsi è quasi un’utopia a meno che non decidi (come ha fatto e fa lei) di farlo per strada, in una spiaggia o in una cementeria dismessa.
Ed è una storia già vista, basti ricordare i ragazzi di Gela allenati da Massimo Bianca, loro si allenano per strada, tra le auto, tra i cani diventati loro compagni di allenamento, per poi gareggiare in giro per l’Italia, vincere e meravigliare tutti.
E dire che Giusi Parolino, così come gli altri atleti agrigentini che praticano la pista un posto dove allenarsi ce l’avrebbe anche, il campo dell’Esseneto, dove gioca l’Akgragas che quest’anno milita in Lega Pro.
Un campo che nel tempo è diventato off-limits per la Parolino, dapprima un uso a singhiozzo, con tanti limiti ed orari di allenamento fuori dal normale, poi il divieto assoluto ad entrare giustificato da “motivi tecnici”. Non vogliamo entrare nei meriti della vicenda, né intendiamo farlo, sta di fatto che l’atleta agrigentina che anno dopo anno in campo assoluto in Sicilia e in quello Master in campo nazionale conquista allori, portando in alto il nome della stessa Agrigento e della Trinacria…non ha un luogo per allenarsi che sia degno di questo nome.
Ma la storia non può non avere un lieto fine, altrimenti la favola non sarebbe tale ed ecco che all’orizzonte appare un principe azzurro che ha le vesti del professore Giacomo Mulè (che fa parte della struttura tecnica della Fidal Sicilia nei Lanci) che pur di consentire alla Parolino di allenarsi in una pedana e all’interno di una pista di atletica leggera, inoltra al comune di Palermo la richiesta di poter ospitare l’atleta agrigentina all’interno dello stadio delle Palme Vito Schifani, negli orari e nei giorni concessi alla società di Mulè la Libertas Palermo…
E così il giavellotto torna a volare, un giavellotto che nelle mani della Parolino diventa la bacchetta di un direttore d’orchestra, leggera e allo stesso tempo decisa e perentoria, come quando l’attrezzo viene scagliato oltre quella pedana…in un volo fatto di emozioni e speranze…
Perché dietro ad ogni gara, dietro ad ogni successo, ci sono sacrifici, c’è fatica, ci sono rinunce. C’è una donna che ha sposato il suo sport, il suo lavoro, la sua correttezza, il suo modo di essere e di condurre le battaglie sempre a testa alta.
Purtroppo ancora una volta, come spesso succede dalle nostre parti, “nemo propheta in patria”.
Meno male che c’è chi riconosce i meriti sportivi e umani.
Auguro a Giusi che nella “nuova casa” possa allenarsi serenamente e torni presto a regalarci
soddisfazioni D’oro.