Interviste Racconti Editoria

‘Vi racconto la mia UltraBeast’…di Leo Scoma

Il cuore oltre l’ostacolo, possiamo riassumere così in una frase il racconto di Carmelo Scoma (Leo per gli amici) che lo scorso 15 luglio ha preso parte alla UltraBeast che si è disputata a metà luglio in Slovacchia…di cosa parliamo…di una disciplina che impone forza fisica, mentale e tanto sacrificio e che sta spopolando in Italia anche grazie al lavoro e all’impegno di Leo, affiancato da un gruppo stupendo e motivato…il racconto è un viaggio che il coach palermitano condivide con tutti noi…

“Impianto sciistico di Valcianska Dolina (Slovacchia), 15 Luglio 2017…batteria di partenza delle ore 9.00.

Il timido sole, l’aria fresca delle montagne immersa nel verde dei boschi slovacchi e le urla miste ad incitamento dei miei compagni di batteria, fanno da colonna sonora a quella che sarà per me una delle maggiori sfide mai affrontate in questo anno da “Spartano”.

Non conosco ciò che mi aspetta, né il percorso, né gli ostacoli che troverò davanti la mia strada…ho un solo obiettivo, raggiungere entro le 6 ore il mio primo check-point, da lì in poi ancora non posso e non voglio pensare ad altro; ho preparato questa gara per mesi, settimane…spronandomi fisicamente e soprattutto mentalmente, aspettandola come un esame, come l’occasione per segnare il passaggio da uomo sportivo ad atleta, non posso fallire e non devo!

Ore 9.00, i fumogeni ed il countdown segnano l’inizio della mia avventura, cuore a 1000, testa che rimbomba, confusione e via…

Il percorso è organizzato bene, un’immensa vallata fatta di leggere salite e terreno secco permette al mio corpo di carburare e prepararsi al peggio, qualche muro da scavalcare, qualche timida discesa e poi via dentro il bosco…alberi, vegetazione fitta, filtra poca luce nonostante sia pieno giorno, le gambe ormai sono riscaldate, i muscoli rispondono, il fiato regge.

In lontananza sento le voci del pubblico, dei nostri sostenitori, ci avviciniamo all’area festival…Qui gli ostacoli aumentano, muri, corde, pozze d’acqua, filo spinato, fango, monkey bar e la prima salita “spaccagambe”, un sacco di yuta carico di sabbia da 25kg cinge e prende forma sulle mie spalle e adesso?

Adesso si sale fino alla vetta, ogni passo è un sussulto, un colpo alla schiena che vibra fino ai piedi, estenuante, lungo ma non interminabile…Via la sacca e riprende il percorso, più avanti un lago da attraversare…capisco dai compagni davanti a me che non mi aspetta un bagno caldo e che nonostante i vestiti l’acqua entrerà fino alle ossa ed il desiderio di attraversare il lago più velocemente possibile sarà la mia priorità, non ho tempo di pensare, il timer già scorre e allora via giù in acqua fino al collo, fradicio e zuppo attraverso il lago ed ancora infreddolito riprendo la mia corsa…Salite sempre più lunghe, discese sul terriccio sempre più veloci, ancora muri da scavalcare, secchi pieni sabbia da riempire e portare lungo altre salite e discese, poi ancora le voci del pubblico che stavolta mi fanno capire che il check-point forse comincia ad essere più vicino e qualche crampo, ahimè, comincia a emergere ma poco importa il tempo continua a scorrere.

Taglio il mio primo check-point con 5 ore e 20 minuti (40 minuti di vantaggio), ho il tempo di ricaricare l’acqua della mia fidata camel-bage prendermi qualche minuto di fiato, due banane per ricaricare le energie e si riparte, crampi permettendo…Ho appena concluso i miei primi 29Km di gara.

Di nuovo salite, discese, ostacoli ma da tutt’altra parte della montagna, il percorso è cambiato e la paura di non sapere cosa ti aspetta prende il sopravvento, l’ansia e l’angoscia dei mesi precedenti riaffiorano come incubi ed enfatizzano i dolori alle gambe, il passo diventa più breve e lento ma non posso fermarmi, non adesso, i miei ragazzi da casa mi seguono e non posso rientrare senza medaglia, ho promesso e soprattutto a me stesso!!!

Dolorante ed infreddolito comincio a fallire sugli ostacoli, le penalità con i burpees cominciano a diventare sempre più frequenti, ogni passo, ogni salto, ogni movimento comincia a diventare insostenibile, altri intorno a me cominciano a cedere, fisici logorati da ben 6-7 ore di gara, intere salite da 2 km lungo le pendici delle montagne non danno tregua, le gambe bruciano!!

Il prossimo check-point non è lontano, continuo a ripetermi, forse dopo questa salita vedrò qualcosa, però le voci ancora non le sento, un sorso d’acqua, una barretta conservata dentro il mio zaino e riparto…Sono passate circa 9 ore dalla mia partenza e raggiungo sorpreso il mio secondo check-point…Manca un’ora ancora mi dicono i compagni che hanno già completato il percorso (essendo delle batterie precedenti alla mia) e con le ultime energie sottratte dai gel energetici riparto per l’ultimo giro, ormai il sole sta calando ed il vento diventa più forte, non piove ma la stanchezza comincia a farsi sentire, ancora ostacoli, ancora burpees, ancora timore di non riuscire, di cedere, di arrendermi e allora tutto ciò che hai fatto in questi mesi? Tutti i sacrifici, gli allenamenti, il tempo sottratto a te stesso ed alla tua famiglia a cosa sono valsi?

La testa rimbomba, i muscoli sono sfiniti, ma sento le voci che mi avvicinano al traguardo, il giudice controlla il mio bracciale, è ok sono ancora in tempo…ancora un tratto in acqua, gelida, ma non importa tanto dopo la curva c’è il traguardo, il mio traguardo, supero l’ultimo muro, mi tiro su con tutte le forze che ho ancora in corpo e poi vedo lei, la medaglia, quella sognata e desiderata, quella che non pensavo di poter mettere al collo.

Ho vinto la mia prima Ultrabeast dopo 10 ore di gara, percorrendo 47 km ed affrontando ben 83 ostacoli… ho affrontato le mie paure e stavolta…ho vinto!

Sono Carmelo Scoma, Coach SpartanSgx e ObstacleSpecialist oltre che atleta Spartan Race, mi occupo per il territorio siciliano e calabrese della diffusione e della preparazione atletica per le gare Spartan race, mi trovo a Palermo e seguo la mia squadra “SpartanSgx Palermo” per le gare sia in Italia che nel resto del mondo.

SpartanSgxè l’unico programma di formazione ufficiale riconosciuto da Spartan Race per divenire Coach certificato;

Ma cos’è Spartan Race?

Spartan rientra nella grande famiglia delle OCR (gare ad ostacoli) che rappresentano e sono ormai diventate dei veri must per gli appassionati di tutto il mondo; queste gare si svolgono in ambiente naturale e prevedono il completamento di un percorso (con differenti lunghezze) ed il superamento di alcuni ostacoli, la più famosa appunto tra queste è la Spartan Race.

La prima Spartan Race si corse nel 2010 al Catamount Outdoor Center di Williston nello Stato del Vermont (USA) per volontà di Joe De Sena e Andy Weinberg.

Da lì in avanti la Spartan Race è divenuta leader mondiale nel panorama delle OCR coinvolgendo più di 130 paesi e milioni di appassionati!!

La gara si divide in 3 format principali (Sprint, Super e Beast) diverse per lunghezza e numero di ostacoli:

La sprint, contraddistinta dalla medaglia rossa, è lunga 5 o più km e composta da 13 o più ostacoli, ideale per chi si trova alle prime armi.

La super, contraddistinta dalla medaglia blu, è lunga 13 o più km e con 25 e più ostacoli, una via di mezzo tra Sprint e Beast.

La Beast, terza ed ultima (medaglia verde) è la più intensa e difficile sia dal punto di vista fisico che psicologico con 21 o più km di tragitto e 30 e più ostacoli.

Il conseguimento di tutte e tre le gare nell’arco di un anno solare permette la conquista dell’ambita Trifecta (Vera pietra miliare per uno spartano).

Ma non è tutto…L’Ultrabeast insieme ad altre 2 gare (Hurricane) compongono una seconda Trifecta, chiamata Endurance e rappresentano un gradino di difficoltà leggermente più alto.

Ad ogni modo, nessuno è escluso dal mondo Spartan, devi solo trovare la tua gara, iniziare e poi il resto verrà da sé.

Buona Spartan a tutti…Arooooooo!!!!!

Coach Carmelo Scoma

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1 thought on “‘Vi racconto la mia UltraBeast’…di Leo Scoma”

  1. Caro collega non hanno scritto o non hai detto che sei un dottore in scienze motorie, cosa importantissima. Complimenti per quello che fai, sei un grande atleta.

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