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Diario della Corsa: corsa campestre a Basicò
Basicò (ME). Ore 9.00. La temperatura non supera i 10 gradi e un “venticello” freddo né fa percepire qualcuno in meno. Da poco è cessato di piovere e non sappiamo se a breve ricomincerà. Siamo a Basicò, paesino collinare dei Nebrodi, di 600 anime o poco più, dal quale si ammira un magnifico panorama sul Tirreno, con le Isole Eolie, la penisola di Milazzo e anche la Calabria con Capo Vaticano.
Noi podisti oggi a Basicò abbiamo rubato la pista agli appassionati del motocross dove ogni settimana si svolgono gare e allenamenti dei centauri, con grande “gioia” delle orecchie degli abitanti di Basicò. L’acquazzone che si è da poco rovesciato sulla zona ha reso il tracciato estremamente fangoso e per noi “poveri” podisti che non possediamo gli pneumatici “dell’Enduro” ne del semplice motocross, sarà dura anzi sarà fin troppo morbida e scivolosa.
Costantino Crisafulli, presidente della società organizzatrice, la Polisportiva Europa di Messina, è il deus ex machina della manifestazione. Traccia il percorso, depone birilli, posiziona gli striscioni per l’arrivo e la partenza, presenta i documenti delle iscrizioni al presidente Fidal D’Andrea, posiziona tavolo e sedie per i giudici e fornisce le spillette per i pettorali; insomma una sorta di volenteroso “Eta Beta” dalla cui tasca esce di tutto e di più.
Ore 9e45 Le condizioni meteo continuano a essere negative, il freddo è intenso, di sole non se né parla proprio. Fase di riscaldamento accurata e prolungata che svolgiamo lungo rettilineo che costeggia la pista dove gareggeremo da qui a poco. Avanti e indietro tutti facciamo “corsa lenta”, allunghi e soprattutto stretching.
Ore 10e00 Finalmente si comincia. Si svolgono tutte le batterie delle categorie giovanili che in crescendo fanno un numero di giri sempre più elevato. L’ultimo giro comunque è opportuno farlo in lavatrice, visto lo strato di fango che ogni atleta porta con sé al traguardo. In alternativa c’è l’opportunità di fruire delle strutture con bagni e docce messe a disposizione dall’efficiente comune di Basicò.
Ore 10e40 Siamo alla prima batteria dei Master. Inizialmente prevista per una percorso di 7 giri, la batteria con due successivi “sconti” è stata ridotta prima a 6 e poi a 5 giri. Io sono sulla linea di partenza con tutti i “maschietti” “over 60”, tutte le “femminucce”, e in più giovani allievi e allieve. E sono proprio i giovani della batteria che “fuggono” al via dato dal giudice. Noi “anziani” sicuramente meno scattanti ma pieni di buona volontà siamo sulla loro scia. Con gli amici e avversari di categoria Giuseppe Majo e Francesco Catalfamo iniziamo il nostro “fangoso calvario”. L’iniziale tappeto erboso è di facile percorrenza, dopo 40 metri si svolta a destra, 5 metri di strappo e ancora a destra. Siamo sull’erba per una trentina di metri, poi un tornante, altri 30 metri erbosi e siamo all’inizio di una breve discesa con fondo sterrato e duro, l’unico del percorso. Qui inizia il vero e proprio cross: un bagno nel fango (per nulla terapeutico) di quelli che piacciono a “Peppa Pig”, ma che noi ci risparmieremmo volentieri. A tratti si sprofonda, a tratti si scivola e in alcuni punti ci si immerge in ampie pozzanghere che forse ci ripuliscono le scarpe. Poi arriva la “risaia”, 50 metri nell’erba immersa nell’acqua, con un tornante a metà segnato da un lungo bastone al quale tutti ci aggrappiamo per fare leva e tornare indietro. Terminata la risaia, un pianoro con fango, pozzanghere e “sabbie mobili” dalle quali sembra impossibile riemergere e dove la parola “equilibrio” è messa in discussione. Gli atleti delle precedenti batterie hanno “lavorato” il fondo rendendolo impossibile. Poi la strada si restringe e una trentina di metri in salita, che io percorro al margine destro alla ricerca di qualche filo d’erba per fare presa sul terreno, ci riportano sul traguardo. Gli amici Francesco e Giuseppe mi tallonano sempre a breve distanza. Giuseppe Majo col passare dei giri “scompare all’orizzonte”, mentre Francesco Catalfamo è sempre lì in attesa che io abbia qualche cedimento. Al terzo giro la fatica mi annebbia la mente, sto quasi per sbagliare percorso e Francesco recupera qualcosa. Il quarto giro è decisivo: allungo il passo e così nell’ultimo giro debbo solo “controllare” gli amici, avversari di categoria, che ho alle calcagna. La batteria si conclude con il giovane Rosario Sidoti che regola tutti senza problemi e con ampio margine. Complimenti comunque alle “femminucce” Letizia Leonardi (Freelance Paesi Etnei), Antonia Siracusa (Tyndaris Pattese), Elisa Zanghì (Stile Libero Messina), Domenica Trifirò (Indomita Torregrotta) e Biagia Borromei (Polisportiva Milazzo) che hanno vinto le rispettive categorie… senza difficoltà, immergendosi nel fango con lo stile della già richiamata Peppa Pig. Lode speciale nella batteria a Salvatore Irrera (M70) che ha regolarmente terminato la prova senza scarpe, dopo che a metà gara né ha persa una e ha pensato bene.. di togliere anche l’altra.
Altra musica nella seconda batteria dei Senior giovani. Più tecnica con molte scarpette chiodate in evidenza, su un percorso oramai “battuto e disastrato”. Chilometraggio raddoppiato con 10 giri da percorrere. Corsa senza storia con un micidiale trio dell’Atletica Sant’Anastasia (forse in gita a Basicò) formato da Luigi Spinali, Simone Canino e Enrico Pafumi che sembrano “volare” sul fango e “regolano” senza difficoltà la batteria. Complimenti comunque anche a Vincenzo Messina (Atl. Villafranca) Giuseppe Trimarchi (Atl. Villafranca), Ines Pesavento (Ind. Torregrotta), Greco Antonio (Atl. Linguaglossa), Giuseppe Merlino (Ind. Torregrotta), Michelangelo Salvadore (Ind. Torregrotta), Salvaore Ceraolo (Tyndaris Pattese), Francesco Grillo (Pol. Milazzo), Adelaide Miezi (Europa Me), vincitori di categoria tutti “regolarmente” ricoperti da un abbondante strato di fango.
La “gita” a Basicò si conclude al “caldo” nell’aula consiliare, dove Vice Sindaco e Assessore allo sport distribuiscono premi ai vincitori e danno appuntamento il 17\01\2016 per il Campionato Regionale Assoluti di corsa campestre, speriamo con meno freddo e meno fango.
Remigio Di Benedetto