Primo piano

Maratonina di Catania…il diario della corsa di Remigio Di Benedetto

Ore 9e55. Siamo oltre 400, tutti pressati a ridosso del Teatro Massimo Bellini, tempio catanese della musica. Non siamo orchestrali, cantanti o musicisti di alcun genere, siamo “solo” dei podisti, ma anche noi vogliamo dimostrare di essere degli “artisti” di un genere particolare. La nostra “arte” è tutta nelle nostre gambe. Come ogni musicista del “Bellini” anche noi proviamo e riproviamo la nostra “musica”, facciamo correzioni e aggiustamenti durante la preparazione a un grande evento. Tutto in attesa della “prima”. E oggi non possiamo sbagliare, è il giorno della nostra  “prima”.

Ore 10 Non c’è l’O.K. dei vigili urbani e non si parte. Nell’attesa si chiacchiera tra amici, si saltella per “accordare” le nostre gambe, si controlla il cronometro che è un poco il nostro “spartito”, poi all’improvviso il maestro dell’orchestra (Michelangelo Granata) riceve la delega per la partenza e con la sua “bacchetta” dà il via alla “musica”.

Partenza convulsa, io e il mio compagno, l’avv. Maurizio Scalzo, cerchiamo di fare subito “gruppo”. Dopo 50m la prima netta svolta a destra mi fa venire in mente le perfette partenze del “Vivicittà” di “una volta”: da piazza Università partivamo verso nord e il primo cambio di direzione era dopo un chilometro per imboccare la via Umberto, col gruppo già sgranato e senza alcun problema.

Passato questo pensiero mi concentro sul passo da tenere, i 100 minuti sono il mio obiettivo minimo. Maurizio ha detto che mi farà compagnia “finché può”, ma ancora non sappiamo che piega prenderà la nostra gara. La via di San Giuliano, come la chiamano i catanesi, ci porta a Piazza Gandolfo dove giriamo e imbocchiamo la Via Crispi. È il tratto più difficile, la strada sale, il basolato è sconnesso, e quasi subito c’è anche una grossa buca che evito miracolosamente. All’incrocio con il corso Martiri della Libertà, si stanno esibendo i “musicisti del clacson”, ovvero gli automobilisti rimasti imbottigliati nel quadrilatero all’interno del percorso di gara, bloccati dai vigili urbani. La strada prosegue con un basolato sempre malconcio. A Piazza Bovio si svolta a destra e per la via Vecchia Ognina, in lievissima salita, giungiamo a Piazza Jolanda dove imbocchiamo la Via Umberto. È il tratto più facile: l’asfalto è ben tenuto e c’è una impercettibile discesa. Svoltiamo in via Etnea, è il tratto più lungo in discesa, ma trovo fastidiosa la pavimentazione. Sui marciapiedi c’è chi passeggia e fa shopping e sulla strada c’è chi corre a perdifiato, ognuno ha i suoi piaceri. A piazza Duomo si svolta per la via Vittorio Emanuele e senza difficoltà si giunge a Piazza Cutelli. Con 30 metri della via Ventimiglia ci ritroviamo di fronte alla via teatro Massimo. È   il primo passaggio sotto il gonfiabile tra grida d’incitamento e flash. Quando imbocchiamo per la seconda volta la via San Giuliano, c’è un incredibile episodio: un camion esce da una traversa, fa un breve tratto assieme ai podisti, poi svolta a sinistra con qualche difficoltà e con un auto al seguito, alcuni podisti sono costretti a rallentare e qualcuno a fermarsi; un vigile urbano è vicinissimo ma mi sembra “molto distratto”. Siamo di nuovo in salita e il basolato sconnesso non è stato “ancora riparato”. Il mio “socio” Maurizio corre alle mie spalle, forse è in difficoltà. In Via Umberto perde ancora terreno e quando imbocchiamo la via Etnea capisco d’essere rimasto solo. Non ho altri punti di riferimento e cerco di  concentrarmi sul passo da sostenere. Al secondo passaggio sotto il gonfiabile sono sotto il ritmo che può condurmi al traguardo in 100 minuti. Mentre percorro la via Teatro Massimo mi fotografano nell’ordine, Carmelo Testa, Salvatore Torregrossa e mia moglie, mi sento quasi una “Star”. Al terzo giro nuovo “incidente” senza danni: siamo all’incrocio con il Corso Martiri della Libertà e un Suv che “doveva” assolutamente passare, non si ferma all’alt dei vigili e un podista, si ritrova la strada sbarrata, urta l’auto, ma “fortunatamente” non la “danneggia” e tutto prosegue: vigili presenti, due. Sono al terzo passaggio in via Etnea e il “traffico” per lo shopping è aumentato, ogni tanto qualche acquirente “distratto” me lo ritrovo in mezzo alla strada. Al terzo passaggio sotto il gonfiabile  in 57’ e 15” mi rendo conto che l’obiettivo dei 100 minuti è alla mia portata. Quando affronto la salita della Via Crispi capisco però che per oggi il basolato non verrà riparato, neppure la grossa buca al suo centro. Al quarto giro avverto un po’ la fatica, ma quando sto per completarlo, vedo di fronte a me Mauro Prosperi (Olimpiadi Los Angeles 1984). Io ho fatto solo gli “studenteschi” ma raduno le forze per raggiungerlo e dopo il gonfiabile lo supero. Mauro si aggancia per un breve tratto e quando imbocchiamo la Via Crispi non sento più la sua presenza alle mie spalle. Ormai mi concentro sul tempo. Lascio la Via Umberto a 1 ora e 27 minuti. In fondo alla via Etnea sono poco sopra 1 ora e 31 minuti e mi rendo conto di essere ben sotto i 100 minuti finali. Quando imbocco la Via Teatro Massimo e vedo il teatro sullo sfondo, mi sembra di sentire la “Marcia Trionfale”. Il crono di 1 ora 36 minuti e 7 secondi, mi soddisfa pienamente. L’amico Maurizio arriva con solo 28 secondi in più dei 100 minuti programmati, complimenti anche a lui.

All’arrivo apprendo che Luigi Spinali, il vincitore tesserato per l’Atletica Sant’Anastasia, ha tagliato il traguardo da 25 minuti e ha fatto già la doccia, ma non mi preoccupo più di tanto. Sul podio con lui, Vito Massimo Catania (Amatori Regalbuto) e Habchi Mustapha (Marocco). Fra le donne ha vinto la catanese Graziella Bonanno tesserata per kl Podistica Messina che ha ricevuto una coppa quasi più alta di lei (ci vuole comunque poco) e podio completato da Mika Iwaguchi (Sol Levante) della Fiamma San Gregorio Catania ed Edna Caponnetto (Valle dei Templi Agrigento).

Premiazione all’insegna della lentezza, della confusione e della disorganizzazione. Premiati di categoria chiamati sul palco una decina alla volta, con conseguente notevole confusione nell’attribuzione dei premi. Grazie comunque a tutti, organizzatori, giudici e volontari, perché ci siamo comunque divertiti.

 

 

Remigio Di Benedetto

r.dibenedetto@aliceposta.it

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1 thought on “Maratonina di Catania…il diario della corsa di Remigio Di Benedetto”

  1. La mia delusione non ha conforto…..non riesco a trovare qualcosa di posotivo X questa maratona…tranne che aver trascorso 3 giorni splendidi con i miei amici….Tutto disorganizzato….accoglienza zero…partecipazione zero…………macchine…..gente in mezzo la strada…ecc…ecc….

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