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Presentato il libro su Carlo Spada…il dirigente galantuomo
Un libro per raccontare la storia di un dirigente dell’atletica siciliana amato da tutti, un uomo entrato nei cuori degli atleti grazie alla sua semplicità, al suo puro amore per lo sport e per la sua “bedda fuddia”, quel mix di spensieratezza, incoscienza e maturità che rende un uomo speciale e amato. In “Signor Spada si diventa”…aneddotti e vita di Carlo Spada, un uomo che, come recita il sottotitolo della pubblicazione “fece amare lo sport”. La penna che racconta è quella del professore Pino Clemente accompagnato in questo viaggio della memoria dalla figlia di Spada, Tiziana. Un lavoro indirizzato non solo a chi il signor Spada lo ha realmente conosciuto, vivendo in prima persona quei racconti ma anche a chi il signor Spada non lo ha mai conosciuto. I valori della famiglia, la sua ironia sempre pungente, la sua schiettezza e la “fame atavica” compongono il mosaico della vita del “Signor Spada”. Una vita che cambia nel momento in cui Carlo Spada, lascia il calcio e si avvicina all’atletica leggera, ammaliato dalla pista dello stadio delle Palme dove si allena il figlio. Da allora sarà amore, con Spada che vestirà i panni di dirigente del Cus per circa un ventennio, prima di diventare vice presidente della Fifal siciliana. Il suo essere cussino lo farà avvicinare e lo renderà vicino a uomini che hanno fatto la storia dell’atletica: Antibo, Zarcone, Selvaggio Vultaggio e Rachid Berradi che Spada non tardò a presentarlo agli altri come “me figghiu”. Perché il signor Spada aveva figli e fratelli sparsi dovunque; i suoi figli erano gli atleti, i fratelli i tantissimi amici che condividevano la passione per l’atletica, che lavoravano al suo fianco. Il libro è stato presentato questo pomeriggio a Palermo presso l’auditorium della sede regionale della Rai,
alla presenza, tra gli altri, dello scrittore palermitano Gino Panteleone che ha curato alcune parti della pubblicazione, del giornalista Mario Pintagro che ha moderato l’incontro, Tiziana Spada la figlia e Pino Clemente che ha subito precisato che l’idea di scrivere questo libro, gli è arrivata proprio da Carlo Spada venutogli in sogno. In sala tantissimi amici e conoscenti, ex atleti, alcuni dei quali sono saliti sul palco per omaggiare con un breve racconto o una breve testimonianza la figura di Spada. Berradi, Selvaggio, Nino Bruno, Nicola Siracusa, Vittorio Di Simone, Totò Antibo, Piero Fagone, solo per citarne alcuni. “Il cantastorie dell’atletica”, “il dirigente galantuomo”, “un uomo che ha saputo incarnare i veri valori dello sport”, ce n’è abbastanza per dipingere una quadro a tinte forti di un uomo che scomparendo prematuramente ha lasciato un grande vuoto. “Le cento vite che sono in lui, hanno permesso la scrittura di questo libro” – ha sottolineato il professore Clemente. Un libro che è stato difficile da assemblare, ma che può diventare uno strumento indispensabile per ricordare e fare rivivere un uomo, un dirigente che fece della “bedda fuddia” il suo essere, tanto da fare dire agli altri “Signor Spada si diventa…”
(ma)