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Angelo Candiloro e il suo primo Ecotrail: come scoprirsi un runner trail
Eccomi qui, pronto a vedere cose che nella mia “breve” esperienza di podista di strada non ho mai potuto neanche immaginare, così recita in rigoroso inglese la parafrasi di BLADE RUNNER stampigliata sulle magliette dell'EcoTrail Sicilia. Mi affaccio al trail in quella che pare sia la prova più dura, ma anche più suggestiva del circuito isolano della specialità.
La curiosità, la voglia di una corsa diversa tra il verde, mi hanno portato allo start alle antiche Scuderie Reali, e poi la testardaggine che non mi ha fatto badare ai consigli di navigati “road runner” che suggerivano “nooo ma chi???? Il trail di MontePellegrino??? Viri ca ti scassi”, gli stessi che trascinerò a forza all'edizione dell'anno prossimo.
Porto con me il cellulare, temo di perdermi, ed è una scelta indovinata, perché si mi sono perso ma “tra i paesaggi” e col Nokia ho potuto catturare vedute di rara bellezza.
1,2,3 VIA si parte, aziono il crono ma non lo guarderò se non al traguardo e con distrazione. I sentieri iniziali sono conosciuti, li percorro spesso e volentieri allenandomi in Favorita, ma quasi subito si arriva a Valle del Porco “sentiero” impossibile da correre, ci arrampichiamo in ordinata fila, fino ad arrivare, dopo questa prima affascinante e selvaggia parte, al gorgo di Santa Rosalia; si può riprendere a correre in scioltezza tra i lievi suoni della natura. Un pò di duro asfalto e poi si passa su “scala vecchia” per un'altra salita che scollina con una prima discesa che mi fionda su sentieri a me fino ad ora ignoti, per i quali poi si risalirà verso le antenne, la cima di Palermo…si perché questa meravigliosa Riserva è nel territorio della nostra bella e controversa città. Lungo questi sentieri cominciano le mie soste, che non sono dovute alle sfiancanti salite, a mozzarmi il fiato, bensì, sono state le sconfinate vedute, il verde che d'improvviso strapiombava sulle tonalità del blu del mare ai margini del quale si scorgevano scorci della meravigliosa Palermo. Estasiato guardo e fotografo.
Il percorso dopo le antenne inizia a farsi più agevole e la natura rimane stupefacente. Tra un po' si dovrebbe iniziare a ridiscendere dopo le tante salite, infatti arriva la discesa di una ripidità che non ti aspetti, ma prese le misure con la testa spesso bassa sui passi, mi lascio andare a velocità inusuale direi folle, massi e tronchi d'albero mi sfilano accanto sfreccianti, qui non ho il tempo di godermi la vegetazione circostante, continuo a guardare a terra e mi concentro sull'equilibrio l'unica cosa fuori controllo è la velocità; arrivo al sentiero Landolina incredulo della stanchezza provocata dalla discesa, ormai il mio primo meraviglioso trail è quasi al traguardo che taglio affaticato e soddisfatto, con gli occhi ancora pieni delle bellezze incontrate lungo il percorso, ma soprattutto felice di avere scoperto un'altro punto di vista della corsa, adesso anch'io quando possibile svestirò la canotta di “roadrunner” per indossare la maglietta da “trail runner”, perché correre è possibile ovunque ed ovunque è sempre meraviglioso.
Testo e foto di Angelo Candiloro