Brevi...di corsa

Reggio Calabria Half Marathon: vittorie di Casuscelli e Magengezha

Massimo Casuscelli tra gli uomini e Chantal Magengezha tra le donne, si sono aggiudicati la quarta edizione della Reggio Calabria Half Marathon. La gara, valida per il Campionato Regionale Individuale (CRI), è stata organizzata dall’A.S.D. Atletica Sciuto.

Il portacolori dell’Atletica Civitanova si è imposto tra gli uomini con l’ottimo tempo dii 1h06’14”; battendo in volata Pasquale Roberto Rutigliano (OlimpiaEur), secondo con il tempo di 1h06’17″; terzxo Alessandro Brancato (Casone Noceto) in 1h06’59”. Un terzetto imprendibile e invisibile per tutti gli altri atleti in gara, basti pensare che il quarto classificato (Marco Casuscelli) è giuntro con circa sette minuti di ritardo.  A seguire si sono piazzati Davide Pirrone in 1h13’48” e Salvatore Lanuzza della Polisportiva Milazzo, sesto in classifica generale con il cronometro fermato a 1h14’13”.

Tra le donne, netta affermazione dell’atleta dell’Us Sangiorgese che ha chiuso in 1h24’42”. Seconda Ginevra Benedetti dell’Atletica Sciuto in 1h27’17” e terza Nella Zofrea dell’Hobby Marathon Catanzaro (1h28’33”). 178  gli atleti giunti al traguardo, di questi 25 le donne.

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2 thoughts on “Reggio Calabria Half Marathon: vittorie di Casuscelli e Magengezha”

  1. Mi permetto di farvi notare che l’atleta terzo classificato,tale Alessio Brancato,in realta’ si chiama Alessandro Brancato…ed è siciliano….Certi di una vostra puntuale correzione,porgo i miei piu’ cordiali e sportivi saluti
    Alessandro Brancato

  2. Alessandro, per chi non ti conosce.

    Alessandro Brancato
    A passo di corsa in Africa il sogno è diventato realtà

    Mombasa (Kenia), 24 Marzo 2007, 16,04 ora locale, Campionati Mondiali di cross: palme, mare, temperatura di 33° C, tasso di umidità pari al 62%. No, non è lo scenario di un film ma la realtà che ha vissuto, lo scorso sabato, il lentinese Alessandro Brancato, classificandosi al 90° posto nella categoria juniores maschile, con un tempo di 28 minuti e 34 secondi, a 4 minuti e 27 secondi di distanza dal primo, per un totale di 8 km percorsi.

    Una posizione ragguardevole considerando la presenza degli atleti africani e le condizioni climatiche non congeniali agli atleti provenienti da ogni parte del mondo e abituati a ben altre temperature. Tuttavia, la vera vittoria per Alessandro Brancato è l’essere entrato a far parte della nazionale di atletica leggera, che ha rappresentato l’Italia ai Campionati Mondiali per la categoria juniores, insieme ai suoi cinque compagni: Crespi Merihun, Turroni Alessandro, Pedotti Massaoud, Pirillo Fabio, Seppi Andrea.

    Una squadra forte sostenuta dal responsabile del settore fondo e cross, Silvano Danzi, dal medico sportivo, Pierluigi Fiorella, e dal fisioterapista, Lello Callia. La convocazione alla nazionale azzurra è arrivata per Alessandro dopo due importanti prove: la prima a febbraio, durante i Campionati societari di cross a Modena, in cui Alessandro si è classificato al quarto posto; la seconda prova, lo scorso 11 marzo, durante i Campionati individuali di cross a Villa Lagarina, in provincia di Trento, in cui l’atleta si è classificato quinto, assicurandosi così il posto in nazionale. Ma questo sogno, come ogni sogno che si rispetti d’altronde, è stato il frutto di sacrifici, rinunce e duri allenamenti. Alessandro ha iniziato la sua preparazione atletica, in prospettiva dei Mondiali, a novembre.

    Il suo programma di allenamento prevedeva due allenamenti quotidiani, e per il giovane, che è all’ultimo anno del liceo scientifico, ciò ha significato fare un allenamento al mattino, prima di andare a scuola, affrontare le cinque ore scolastiche, per poi fare il suo allenamento pomeridiano. Nonostante sia un lentinese il giovane è stato preso, con un contratto annuale, dalla società abruzzese Bruni Atletica Vomano, che lo sostiene economicamente in ogni gara. È davvero disdicevole che i nostri comuni siano disinteressati ad ogni forma di sport che non sia il calcio, non sostenendo né incoraggiando giovani talenti e costringendoli a cercare fuori nuove opportunità di crescita.

    Comunque, racconta Alessandro, i sacrifici fatti sono stati ampiamente ripagati non solo dai rapporti di amicizia stretti con gli altri compagni, ma anche dal calore della popolazione keniana che ha accolto gli atleti come “eroi” e li ha sostenuti ed incitati durante la gara. Oltre l’umiltà e la fermezza di Alessandro, colpisce anche una frase che dice: “Quello che per me era iniziato come un hobby, a dodici anni, ora è diventato uno stile di vita … anzi la mia vita”.

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