Brevi...di corsa

Il Trofeo San Rocco nel racconto di Remigio Di Benedetto

Il 19° Trofeo San Rocco a Linguaglossa, classico appuntamento nel panorama podistico della provincia di Catania, ancora volta una attrae atleti di tutte le età, dai giovanissimi ai “più che maturi”. Tra grandi e piccini alla fine taglieranno il traguardo 179 atleti.

Alle 16e30 la piazza antistante la chiesa di San Rocco pullula di podisti, molti con familiari “allegati”. Ci sono molti abitanti del luogo incuriositi dall’avvenimento e i clienti del chiosco, ma a causa dei lavori in corso nella chiesetta di san Rocco, non ci sarà come ogni anno, la tribunetta privilegiata di osservazione sulla linea di arrivo, costituita dalla gradinata di fronte la chiesa.

Il gonfiabile è già gonfio. Non vedo però il prof. Melita, “inventore” della manifestazione. Penso sia in “camerino” per cambiarsi d’abito e assumere come sempre le mansioni ora di speaker, ora di fotografo o di tecnico del suono e così via…

Finalmente il prof. fa la sua apparizione. Ha così inizio la sua annuale breve “orazione” introduttiva di “poche” decine di minuti durante la quale Luciano Melita cita i principali sponsor e i  prodotti tipici locali messi a disposizione che costituiranno i premi. Il prof. fa anche come ogni anno, la storia del trofeo, cita anni, tempi, record e vincitori, qualcuno è anche convocato sul palco per la relativa intervista.

Dopo il consueto “brevissimo” prologo finalmente si dà inizio alle gare. Gli esordienti “EBM, ECM, EBF, ECF” “aprono le danze”. Dietro queste misteriose sigle si nascondono degli “scriccioli” svezzati da poco, che però in 300m dimostrano tutto il loro valore e l’impegno profuso è degno di consumati atleti. Si susseguono le batterie, aumenta la distanza da percorrere e cambiano le caratteristiche degli atleti: sempre più alti, maschietti con incipienti barbe e acconciature alla moda, femminucce sempre più formose. Quando si giunge alla mia batteria mi rendo conto che l’aspetto degli atleti maschietti purtroppo è un po’ diverso, le barbe sono bianche e così pure i capelli, se ci sono. Le femminucce sempre simpatiche.

Giunge finalmente il momento della partenza, un vero record: solo 20 minuti di ritardo sul programma. In concomitanza con la partenza della nostra batteria il prof. Melita, a tutto volume, procede alle premiazioni delle batterie giovanili e quando la signora Tringale dello staff dei giudici chiama l’appello, con flebile voce, non si sente affatto. In soccorso viene un giovane volontario TDS che con una robusta voce tenorile copre anche l’impianto di amplificazione del palco e ci chiama uno per uno.

Lo scatto al via, come al solito è bruciante e io come sempre sono un poco in ritardo. C’è immediatamente la fuga in avanti di Gaetano Ciraldo “giovane” SM 55, al suo inseguimento la coppia Strazzeri – Novello, favoriti per la vittoria della batteria nei rispettivi sessi. A 150m dalla partenza inizia il tratto in salita. Svoltiamo tre volte e la salita termina con un fastidioso attraversamento dei binari della Ferrovia Circumetnea. Poi c’è una specie di chicane e ci ritroviamo all’inizio di un lungo tratto in discesa in fondo al quale svoltiamo a destra; la strada sale per circa 30m e ha inizio il rettilineo finale che a dire il vero è un “curvilineo” finale, il gonfiabile infatti lo si vede solo ai 60m dell’arrivo.

Al primo passaggio sotto il gonfiabile, Ciraldo guida la corsa, ma è un “flop”, nel secondo giro viene risucchiato dal gruppo che sfila sempre guidato dalla coppia Novello – Strazzeri. Io sono in compagnia della giovane Tatiana e altri SM55, alle mie spalle invece mi inseguono gli occhi a mandorla di Mika Iwaguchi. La corsa prosegue, siamo al terzo passaggio sotto il gonfiabile. Quando imbocco la salita per l’ultima volta sento di essere abbondantemente in riserva. Sono in difficoltà, la salita mi sembra più ripida e i binari delle invalicabili barriere d’acciaio. Rallento e vedo passare Minnella all’inseguimento di Schiavino in lotta per il podio SM55, Tatiana Motta e Roberta Avallone anch’esse in lotta per il podio di categoria, ognuno cerca spazio sul podio della propria. Siamo all’arrivo, il “Novello” di Francesco come già accaduto alla Civita a Catania ci ha “ubriacato” tutti. Alle sue spalle la Strazzeri si aggiudica la vittoria assoluta al femminile. Un angolino sul podio SM60 riesco a trovarlo anch’io, e Mika alle mie spalle conquista il gradino più alto del suo. Per tutti la soddisfazione della partecipazione a una gara sempre bella ed entusiasmante.

Per gli over 55 e femminucce la fatica termina quando taglia il traguardo Salvatore Leanza (SM70) da Bronte in 27’58”e si passa alla batteria di “tutti gli altri”.

Il primo giro è di assaggio, gli atleti lo conducono quasi in surplace, il gruppo resta compatto, ma già al secondo giro si forma un terzetto con Canino, Pafumi, Nastasi  che procedono insieme fino alla fine del 7° giro, quando Alfio Simone Canino allunga e stacca i suoi compagni di viaggio che ritroverà più tardi sui gradini più bassi del podio.

La premiazione è il vero trionfo per il prof. Melita che distribuisce premi a piene mani: vino, dolci, salsiccia e pasta fresca, con grande gioia di chi li riceve e degli sponsor che li hanno messi a disposizione.

Grazie al prof. Melita, personaggio unico davvero. Ci vediamo il prossimo anno per il ventennale del trofeo che immaginiamo fin d’ora sarà eccezionale!

 

Remigio Di Benedetto

r.dibenedetto@aliceposta.it

 

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