Interviste Racconti Editoria

Runner si diventa. Dall’ufficio al deserto

 

runner_si_diventaL’editoria sportiva offre agli appassionati di running una nuova occasione per trovare motivazione e ispirazione grazie a Daniele Barbone, imprenditore, runner e pacemaker, che con questo libro, “Runner si diventa. Dall’ufficio al deserto”, edito Corbaccio, vuole condividere con gli altri la propria passione per la corsa e la sua “cassetta degli attrezzi”, frutto di esperienza personale e di suggerimenti di importanti allenatori e sportivi che ha incontrato nei suoi viaggi di corsa.
L’opera, inoltre, acquista un valore aggiunto perché legato alla raccolta fondi del Cesvi Onlus, in particolare per la sostenibilità alimentare in Uganda.

 

Il libro è il risultato di un progetto sociologico in Rete. Tutto nasce dalla creazione di un blog nel quale il Nostro racconta e condivide le sue esperienze personali da atleta con il cyber readers. Fondamentale al progetto è stato anche il contributo di runner conosciuti attraverso il social network Facebook.

 

“Non sono nato con un fisico d’atleta, eppure da zero, passo dopo passo, ho prima sognato e poi trovato una strada, la mia strada, per compiere una gara estrema, una corsa nel Sahara” (cit)

 

Nel libro sono racchiusi 25 anni di corsa: le corse nelle vie del quartiere e nei parchi cittadini agli esordi, fino a giungere alle grandi metropoli e vivere le competizioni anche da pacemaker; nel suo diario di viaggio è racchiuso anche il ricordo della partecipazione alle Five Major Marathon nel 2013 (Londra, Berlino, Boston, Chicago e NY) e alla 100 km del Sahara nel 2014.

 

Ma qual è la concezione di corsa per l’autore? Il lavoro è una corsa; ogni corsa, come il lavoro, è atto di resistenza che permette di imboccare la via del successo, che sia in strada, nel lavoro e nel deserto. Importante nello sport, quanto nel lavoro, è ilo spirito di squadra. Il concetto è estendibile ad ogni aspetto della nostra vita.

 

“Credo nei sogni. Credo nella forza dell’uomo, in quell’energia annidata nelle pieghe più nascoste della mente e del corpo”

ed ancora

Cerco sempre di essere artefice del mio destino. Lo immagino. Lo studio e faccio in modo che si avveri. (cit)

 

Tutto ciò che vogliamo, desideriamo e sogniamo è realizzabile solo se ci si pone degli obiettivi realistici e ci si impegna, seriamente, per raggiungerli, nonostante la fatica e il sudore. Ma non è tutto, ci vuole anche cuore.

 

“Ogni impresa è una sfida con i propri limiti. Ogni passo, una conquista. Resistere, una sfida. Il traguardo, uno scopo.” (cit)

 

La fatica stessa gioca un ruolo importante nella “visione” della realizzazione di un sogno, perché contribuisce alla conoscenza del proprio io e dei propri limiti, al fine di superarli.
Il Nostro definisce il maratoneta come un “samurai senza spada” (cit.) e un labh (parola sanscrita che vuol dire “orientare la propria volontà verso un obiettivo”, nel quale il taglio del traguardo rappresenta un premio di enorme valore, perché permette di comprendere se stessi, affidandosi alla propria volontà.
L’ultramartoneta è definito come uno “shogun (comandante) senza esercito” che trova dentro di sé le energie per affrontarla. Ci vuole coraggio, autoperfezionismo, sfida, consapevolezza.

Ogni impresa, umana, professionale o sportiva, è una corsa di resistenza, e la via per il successo una strada nel deserto. Non puoi affrontare il deserto senza preparazione. Non puoi affrontare il deserto, se ti arrendi alle difficoltà o se perdi di vista il tuo obiettivo. E non puoi affrontarlo da solo: l’aiuto di chi condivide i tuoi sogni è determinante quanto la tua ambizione. (cit)

Articolo: Giovanna Barone

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