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Vita da Pacemaker: correre per regalare un sorriso…

di Francesco Cesare. Da quando ho iniziato a partecipare alle gare e indossare un pettorale mai avevo provato l’esperienza di “correre per gli altri”, ogni gara e’ sempre e solo una sfida con te stesso, con il tempo e con l’avversario. In occasione della Maratona di Palermo, grazie al coinvolgimento di Salvo Azzaretto ho avuto il piacere di fare da Pacemaker nella mezza maratona e di essere da riferimento per tutti quei runners che come me ogni giorno sudano e faticano per pura passione.

10815870_10152910947313324_1480779850_n2Una delle cose che mi ha subito colpito e’ stato il diverso modo di “guardarmi” da parte degli Atleti da quando indossavo la giacca a quando e’ apparsa ben visibile, la maglia del pacemaker. Mi si sono subito iniziate ad avvicinare in tanti, chiedendo consigli su qualsiasi aspetto della gara, dal percorso, alle salite, al ritmo, ai rifornimenti, a come partire, come gestire, cosa mangiare, quanto bere, sulle scarpe, sulle condizioni meteo, sull’abbigliamento e su tante altre cose, tutto questo mi ha fatto molto piacere, e’ stato come se tanti anni e km messi sulle gambe alla fine ti stessero ripagando con quelle domande, con quella “considerazione”, mi sono sentito un po’ “orgoglioso”.

La gara e’ stata molto divertente, abbiamo corso e chiaccherato con Salvo tutto il tempo, sempre con il sorriso sulle labbra e sempre pronti a incitare chi in noi vedeva “il mezzo” per raggiungere l’obiettivo, io li capisco benissimo, perche’ anch’io nelle mie prime maratone prendevo di “mira” il “palloncino”, seguirlo, “parlare con lui”, chiedere consiglio e cercare “conforto e spinta” nei momenti piu’ critici.

Spero di esserci riuscito, spero di “avervi” aiutato il piu’ possibile, “vivere” la gara sotto questo punto di vista mi ha permesso di godere di ogni singolo metro senza l’assillo del tempo, della prestazione e di tutto il resto, chi corre sa perfettamente a cosa mi riferisco.

Durante il primo giro (perche’ io ho corso la Maratona alla fine), tutto e’ stato molto coinvolgente e caloroso, il pubblico, il personale ai rifornimenti, gli atleti, gli amici, che incroci diverse volte quando il percosso ti mette viso a viso con chi ti sta dietro o davanti, e’ bello dare un cinque, dare una pacca, o anche “vai non mollare mi raccomando”. E’questo il ricordo che voglio portarmi dentro di questa giornata, essere riuscito a “regalare un sorriso” a chi e’ riuscito a raggiungere il proprio obiettivo “sportivo”, un “sorriso” delle volte puo’ cambiarti la giornata e fare dimenticare i problemi della vita di tutti i giorni.

Voglio portarmi dentro le strade libere da macchine e la gente che ai bordi della strada ti incita, i volti di gioia, di caparbieta’, di tenacia, di grinta di tutti gli amici che ho visto durante il percorso, ma anche di chi non conosco, perche’ quando mettiamo un pettorale siamo tutti uguali, che siano 21, 42, 80, 100 o 300km, siamo tutti RUNNERS, UNA CATEGORIA A PARTE, UNA CATEGORIA SPECIALE.

La soddisfazione piu’ grande e’ stata proprio l’abbraccio e gli sguardi di tutte le persone che “sei riuscito ad aiutare” e che alla fine si avvicinano anche solo per un semplice “grazie”, ma in realta’ sono anche io che dico “grazie” a loro per questa bellissima giornata di SPORT.

Del secondo giro voglio ricordare solo l’arrivo in questo post, perche’ amo troppo la mia citta’ e voglio sperare che presto correre una maratona a Palermo possa diventare come farlo a Roma, Barcelona, Parigi, Copenaghen o in qualsiasi altra citta’ del nostro pianeta.

FORZA PALERMO

http://francescocesare1983.altervista.org/

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