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Palermo candidata a Capitale Europea dello Sport: ne sentivamo il bisogno!

E’ stata presentata oggi a Palermo la candidatura del capoluogo siciliano a Capitale Europea dello Sport 2016.  A sostenere la candidatura il sindaco di Palermo Leoluca Orlando il presidente del Coni Sicilia Giovanni Caramazza e Giovanni Malagò neo presidente nazionale del CONI. Uno “slang”, quello di Palermo capitale europea dello sport, che ci sentiamo propinare puntualmente da tutte le Amministrazioni di qualsiasi provenienza politica. E’ già successo infatti che Palermo si “fregiasse” di questo titolo nel 2007 sotto la “sindacatura” di Diego Cammarata con Gianni Petrucci presidente del CONI; oggi a distanza di 6 anni è l’Amministrazione Orlando a lanciare Palermo in Europa nello sport (così come nella cultura). Quindi premettiamo che le nostre critiche sono del tutto fuori dal contesto politico ma riguardano la scelta di una candidatura che pensiamo sia “fine a se stessa”. Intanto vediamo “chi decide chi”: l’onere spetta ad una società  (Ente), l’ACES (Associazione Capitali e Città Europee dello Sport),  riconosciuto dal Coni e che in Europa opera in sinergia con la Commissione Europea. L’ACES fa capo a Gian Francesco Lupattelli.

Per capirne di  più siamo andati a vedere sul sito dell’Aces. Il riconoscimento, è scritto sull’home page, “è un incentivo per le amministrazioni locali a svolgere un ruolo fondamentale e determinante…per migliorare il livello generale di salute degli abitanti attraverso la cultura del sano esercizio fisico. Parole che ben predispongono…

E poi un proclama che lascia quanto mai perplessi: “Le città che hanno ottenuto il titolo di Capitale Europea dello Sport sono esempi positivi ed etici di politica sociale”.

 Palermo già dunque Città Europea dello Sport (nel 2007) come Madrid, Stoccolma, Varsavia, Milano, Istanbul ma anche come Rimini, Varese, Novara, Trieste, Treviso e Parma, Firenze, Pescara e Viterbo, Alba, Cremona, Modena e Reggio Calabria (queste ultime quattro attualmente in carica). Il prossimo anno saranno addirittura cinque (Ascoli Piceno, Biella, Brindisi, Latina e Rapallo) ad ottenere la nomina di “Città europea dello sport 2014”. Per il 2016 (all’inizio si era puntato al 2017, anticipando il tutto di un anno) Palermo se la dovrà vedere con Praga, bella sfida!

Quello che ci lascia perplessi è che (così come scritto nello Statuto dell’Aces) per concorrere al premio ed avere il titolo, occorre compilare un questionario, suddiviso in più punti, ad ognuno dei quali è assegnato un punteggio. Chi avrà il punteggio più alto potrà ambire al suddetto titolo.

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 E così nel questionario troviamo:

1) Infrastrutture sportive all’aperto e indoor

Su questo punto Palermo non teme rivali: Stadio delle Palme, Piscina olimpica, Diamante, Velodromo, Palazzetto dello Sport, tutti impianti funzionanti, all’”avanguardia ed “efficienti al 100 per cento”

…ogni eventuale accenno di IRONIA è puramente voluto!

2)Accessibilità degli impianti e delle attività sportive.

Come sopra, i cittadini a Palermo non hanno nessun problema nell’accedere agli impianti pubblici ed alle attività sportive…questo se non li trovano chiusi o inutilizzabili perché mancano bagnini, operai, giardinieri, o più semplicemente perché gli impianti sono fuori uso. L’accesso poi alla Favorita (Polmone Verde senza eguali in tutta Europa) è invece appannaggio di maniaci e meretrici e rifiuti (che impazzano per le feste comandate).

3) Iniziative sportive, eventi o progetti sportivi direttamente promosse o partecipate dall’amministrazione pubblica

Di iniziative sportive o progetti sportivi direttamente promossi dall’amministrazione pubblica ne possiamo elencare “tantissime”…al momento però non ce ne viene in mente neanche una. E’ più facile ricordare invece quelle iniziative sportive nelle quali il pubblico in buona sostanza si fa pagare per fare sport, come ad esempio il dazio sugli incroci stradali chiusi nel corso di una manifestazione podistica, tanti incroci chiusi equivalgono ad una certa somma da versare nelle casse comunali:

4) Misure rivolte a promuovere la salute e l’integrazione attraverso lo sport in tutte le classi sociali

In questo caso sono sempre le piccole società, le Onlus o gli Enti di Promozione Sportiva che promuovono tutte quelle misure atte a sviluppare la salute e l’integrazione attraverso lo sport in tutte le classe sociali, Attività legate al volontariato e che resistono al massimo un paio di anni prima di spegnersi. E’ il caso (giusto per fare un esempio)del Giocagin proposto dalla Uisp per qualche anno prima della sua scomparsa a causa della mancanza di fondi…e ce ne sarebbero voluti davvero pochi. 

5) Presenze di società e/o realtà sportive di vertice (in qualunque campionato)

Poco molto poco, quasi nulla; a Palermo lo sport di vertice manca ormai da anni, da quando (ad esempio) c’erano le due squadre di volley (Rio al femminile e Iveco al  maschile) in serie A; quando nella massima serie c’era la Gifa di pallanuoto, quando il Basket si chiamava Verga per più anni nella B d’eccellenza; ripetiamo molto poco e quel poco che c’è spesso non riesce ad emergere, come l’atletica (Cus Palermo) e il badminton eccellenza a Cinisi.

6) Quali saranno le iniziative e/o attività, di cui si occuperà la città, in relazione agli obiettivi di Aces?

Ai posteri l’ardua sentenza (in questo caso la difficile risposta…)

7) “Tasso di sportività della popolazione

Le statistiche dicono che i palermitani sono divano – dipendenti, fortunatamente negli ultimi tempi il trend è migliorato, si corre maggiormente, si nuota, si va in bici, ma da qui a dire che siamo un popolo dall’alto tasso sportivo ne passa…

9) Relazioni tra amministrazione pubblica locale e sistema politico-sportivo locale, regionale e nazionale.

Un cordone ombelicale dovrebbe legare tutte queste realtà al fine di produrre una sana programmazione, ma non ci sembra che sia così, tutte queste realtà appaiono slegate, se non addirittura in antitesi tra loro.

Ma cosa chiede in cambio del titolo l’Aces (lo rileviamo sempre dallo Statuto dell’Associazione):

 
a) n°1 Cerimonia/conferenza stampa di presentazione ed apertura delle attività, alla presenza di rappresentanti ACES, in funzione del titolo conseguito;

b) Vari eventi sportivi di grande rilevanza (internazionale, nazionale, regionale, locale), a cui dovranno presenziare rappresentanti ACES, in numero non inferiore a 36 per le Capitali, 24 per le Città e 12 per i Comuni;

c) n°1 Cerimonia/evento di valore sportivo e culturale europeo – con tema a scelta ed in funzione del titolo conseguito – da effettuarsi al termine delle attività entro l’anno di carica, a cui dovranno essere invitate rappresentanze di tutte le Amministrazioni comunali che hanno conseguito i riconoscimenti ACES nell’anno.

In poche  parole l’Aces chiede che vengano organizzati GRANDI EVENTI sportivi (o che quelli già esistenti possano essere riorganizzati in pompa magna). E’ chiaro che essendo solo un titolo sulla carta la città di Palermo non riceverà un solo euro per l’organizzazione di tutto questo, quello su cui si punta è la visibilità, ma perché per avere visibilità abbiamo bisogno di titoli e onorificenze ? Ci serve veramente il titolo di Città europea dello Sport? …per fare sport…

Lo stesso comunicato stampa inviato dai colleghi del Coni regionale recita testualmente  “Diventare Capitale Europea dello Sport significherebbe per la città un’occasione di ribalta internazionale e un riconoscimento del valore delle politiche pubbliche a sostegno dello sport. Sarebbe anche un’occasione per rafforzare la visibilità delle imprese e delle realtà sociali e culturali locali, in grado di contribuire alla valorizzazione dei prodotti e delle eccellenze del territorio. Posizionerebbe Palermo nel circuito delle città europee capaci di attrarre e ospitare eventi sportivi di livello internazionale, grazie alla presenza di un tessuto infrastrutturale consolidato. Per associazioni ed enti sportivi si tradurrebbe in un incremento della visibilità per discipline ed eventi, con un effetto positivo in termini di afflusso di pubblico e di nuovi iscritti e praticanti.”

Siamo sicuri che è questa l’equazione esatta: Palermo diventa Capitale Europea dello Sport e la città risolve tutti i suoi problemi di impiantistica, vivai, avviamento allo sport, promozione, ecc.? E intanto i fondi per le sport nell’isola (legge 8) che fine hanno fatto? Su questa domanda abbiamo almeno una risposta concreta che arriva da  Giampiero Trizzino (M5S)  presidente della commissione Ambiente dell’Assemblea regionale che d’intesa con il Coni e le associazioni sportive ha realizzato un disegno di legge di riforma della legge 8 del 1978. Al DDL manca il parere dell’assessore al turismo e allo sport della regione siciliana Stancheris”.  

Logicamente speriamo che le nostre perplessità (ma non sono solo le nostre) possano essere confutate dai fatti, che da qui al 2016 gli impianti della nostra città possano tornare a rifiorire, che la piscina di viale del fante sia sempre aperta e fruibile in entrambe le vasche, che la Favorita torni ad essere un parco a misura di sportivi e di famiglie, che lo stadio delle Palme sia efficiente e pulito in ogni suo spazio, che il Diamante di fondo Patti torni a “brillare”, che si decida cosa fare del velodromo invece di lasciarlo morire, che possano sorgere nuovi palazzetti dello sport, che la gestione degli impianti passi alle società e che le palestre delle scuole pubbliche  siano a disposizione delle società sportive nelle ore in cui non ci sono lezioni, se da qui al 2016 accadrà tutto questo, ci siamo sbagliati e chiediamo scusa…!

(ma)

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3 thoughts on “Palermo candidata a Capitale Europea dello Sport: ne sentivamo il bisogno!”

  1. Analisi perfetta quanto discreta caro Michele, così come il tuo credo deontologico ti ” impone ” di fare. Sono d’accordo con te quando parli del decadimento impietoso dei nostri impianti sportivi e quando parli di legame tra ” amministrazione pubblica locale e sistema politico sportivo locale”.
    Chissà, forse da questo momento, viste le buone intenzioni e le belle parole, le manifestazioni importanti già consolidate nel tempo sul territorio, cominceranno ad avere la giusta attenzione da parte del Coni e delle Istituzioni local, considerato che ormai gli organizzatori di tali kermesse sportive, vivono una realtà di assoluta solitudine.
    Mah, speriamo che ce la caviamo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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